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"Stress lavoro correlato: la normativa e la valutazione dei rischi "
fonte www.puntosicuro.it / Normativa
12/05/2015 - Nel mondo del
lavoro lo
stress è ormai uno dei
problemi di salute più frequente in Europa. E alcuni dati indicano che il
50-60% delle giornate lavorative perse è dovuto allo stress lavoro-correlato e
ai rischi psicosociali, con costi significativi sia per le organizzazioni che
per le economie nazionali.
Basterebbero questi dati per
dimostrare l’importanza della campagna europea 2014-2015 “ Insieme per
la prevenzione e la gestione dello stress lavoro correlato”. Una campagna
che si pone gli obiettivi di sensibilizzare i lavoratori e le aziende sul tema dello stress
e dei rischi psicosociali, di promuovere l’uso di strumenti
semplici e pratici per la gestione dei rischi e di evidenziare anche i
vantaggi per le imprese.
Per diffondere il messaggio di
cui la Campagna Europea è portatrice, gli SPISAL della provincia di Padova, in
collaborazione con Direzione Territoriale del Lavoro e INAIL, hanno organizzato
il convegno “
Insieme per la prevenzione
e la gestione dello stress lavoro-correlato: esperienze e progetti regionali e
locali” che si è tenuto a Padova il 31 ottobre 2014.
Per adempiere al ruolo di PuntoSicuro
di media
partner della campagna europea e continuare a mantenere alta l’attenzione su
questi rischi, ci soffermiamo oggi brevemente su alcuni degli interventi del
convegno, interventi che offrono un quadro degli strumenti normativi e delle
risorse presenti oggi in Italia per affrontare stress e rischi psicosociali.
L’intervento “
Obiettivi e Strumenti per la vigilanza sul
rischio stress lavoro correlato”, a cura di Liviano Vianello (Direttore
SPISAL AULSS 16)
ricorda gli accordi europei del 2004 sullo stress e la normativa italiana e si
sofferma, in particolare, sulle Indicazioni
metodologiche della Commissione Consultiva Permanente del 18 novembre 2010.
Ad esempio con riferimento alla
valutazione preliminare, durante la
quale “possono essere utilizzate liste di controllo applicabili anche dai
soggetti aziendali della prevenzione che consentano una valutazione”.
Viene presentato brevemente un
idoneo
percorso della valutazione
preliminare:
-
Fase 1:
Preparazione
dell'organizzazione: costituzione del team di valutazione; scelta dello
strumento di valutazione; formazione dei valutatori sul metodo scelto, se
necessaria; la partecipazione dei lavoratori e/o degli RLS, in relazione alla
valutazione dei fattori di contesto e di contenuto;
-
Fase 2:
Individuazione dei
gruppi omogenei e/o delle partizioni organizzative: indicata per le aziende
con più di 30 addetti , secondo criteri ... mansioni, sedi, strutture, reparti,
situazioni a rischio noto, tipologia contrattuale”;
-
Fase 3:
Valutazione del
rischio del gruppo omogeneo (G.O.)
o
della partizione organizzativa: “Raccolta degli indicatori di effetto dei
fattori di contenuto e dei fattori di contesto del lavoro con check list e
attribuzione del relativo punteggio;
-
Fase 4:
Pianificazione e
attuazione degli interventi correttivi: la ricaduta operativa, le misure
correttive”. A questo proposito il relatore si sofferma sulle possibili
soluzioni di
prevenzione collettiva:
“misure tecniche, organizzative, misure procedurali misure informative
formative misure di politica aziendale condivisione e diffusione degli
obiettivi aziendali, verifica dei canali di comunicazione interna, trasparenza
dei ruoli e dei rapporti del personale, equità nel sistema di valutazione, ecc”.
E le soluzioni rivolte agli individui, finalizzate alla gestione di problemi
specifici, “possono consistere nel supporto ai singoli lavoratori attraverso:
Coinvolgimento del Medico Competente; Sportello aziendale di ascolto; CUG per
le Amministrazioni Pubbliche; Sportelli di assistenza ed ascolto LR 8/2010”.
Fase 5:
Monitoraggio di
verifica e aggiornamento della valutazione: “la valutazione deve essere
ripetuta periodicamente (indicativamente ogni 2 anni o in caso di significativi
cambiamenti dell'assetto organizzativo dell'azienda o in relazione a
segnalazioni del medico
competente”.
Sono poi fornite anche
indicazioni relative alla
valutazione
approfondita che “prevede la valutazione della percezione soggettiva dei
lavoratori, ad esempio attraverso questionari, focus group, interviste
semi-strutturate. Tale fase fa riferimento ovviamente ai gruppi omogenei di
lavoratori rispetto ai quali sono state rilevate le problematiche”.
Ricordiamo che l’intervento
riporta i risultati di una serie di indagini svolte sul tema dello stress
lavoro correlato. Ad esempio un’indagine con 321 lavoratori intervistati (109
direttori di filiale e 212 dipendenti) mostra, ad esempio, alcuni
punti di forza:
- “la centralità e l'efficienza
della figura del direttore, sia dal punto di vista organizzativo sia nella
gestione delle relazioni;
- l'utilità delle riunioni di
lavoro all'interno della filiale; molto apprezzate anche gli incontri tra i
lavoratori di diverse filiali;
- la presenza di un clima di
buona collaborazione tra i colleghi”.
E rileva le seguenti
criticità:
- “ridotta conoscenza (40%) della
presenza e delle funzioni del medico competente che rende inefficace lo
sportello attivato dall'azienda;
- scarsa conoscenza (meno del
10%) delle attività intraprese dall'azienda sullo SLC” (stress lavoro
correlato).
Per avere informazioni sia sulle
leggi regionali in Veneto che sul Piano Nazionale di Prevenzione, presentiamo
brevemente l’intervento “
I rischi
psicosociali in Europa e gli obiettivi della Campagna Europea 2014-2015. Stato
dell'arte della Legge Regionale 8/2010 per la prevenzione e contrasto del
disagio negli ambienti di lavoro e promozione del benessere organizzativo”,
a cura di Doriano Magosso (Direttore SPISAL AULSS 17).
Dopo aver mostrato la dimensione
del problema stress a livello europeo, il relatore si sofferma sulla
Legge della Regione Veneto n. 8 del 22
gennaio 2010 «Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela
della salute psico-sociale della persona sul luogo di lavoro», una legge che
intende
promuovere e sostenere azioni ed
iniziative volte a prevenire il disagio lavorativo, a contrastare l’insorgenza
e la diffusione di fenomeni di mobbing e di stress psico-sociale e a
disincentivare comportamenti discriminatori o vessatori correlati all’attività
lavorativa promuovendo corretti stili di vita.
Nell’intervento viene anche
presentato il
Programma regionale per
l’ergonomia occupazionale - Piano attività 2013 – 2015 (Dgr n. 1760 del 03
ottobre 2013) che intende “promuovere il miglioramento della qualità del lavoro
e della salute dei lavoratori attraverso l’applicazione sistematica dei
principi ergonomici negli ambienti di lavoro”. E che fa riferimento anche al
“coordinamento delle azioni per la prevenzione e contrasto del disagio negli
ambienti di lavoro e promozione del benessere organizzativo (in attuazione
della L.R. 8/2010)”.
Nell’intervento sono poi presentate
anche alcune indicazioni relative al
Piano
Nazionale della Prevenzione 2014-2018, con particolare riferimento a due
temi:
- la differenza
di genere che “risulta determinante nella distribuzione dei rischi, con una
netta prevalenza per le donne del rischio di esposizione a videoterminali, di
esposizione ad agenti biologici e di esposizione a sovraccarico biomeccanico,
con una differenza significativa di giorni di assenza mediamente riscontrati su
base annua (7,7 giorni per gli uomini e 17,1 per le donne);
- l’invecchiamento della
popolazione lavorativa.
Per avere ulteriori informazioni sul
piano di prevenzione, si può invece fare riferimento all’intervento “
Presentazione del Piano Nazionale
Prevenzione 2014 – 2018”, a cura di Rosanna Bizzotto e Liviano Vianello (Direttori
SPISAL AULSS
15 e 16).
Riportiamo brevemente le
strategie del Piano:
- “perfezionamento dei sistemi e
degli strumenti di conoscenza dei rischi e dei danni da lavoro;
- rafforzamento del coordinamento
tra istituzioni e partenariato economico-sociale e tecnico-scientifico;
- miglioramento dell’efficacia
delle attività di controllo e della compliance da parte dei destinatari delle
norme”.
Questi invece gli
obiettivi centrali:
- “implementare il grado di
utilizzo dei sistemi e degli strumenti informativi;
- incrementare la collaborazione
tra operatori sanitari per favorire l’emersione e il riconoscimento delle MP (malattie
professionali, ndr);
- sostenere il ruolo di RLS/RLST
e della bilateralità;
- promuovere/favorire l’adozione
da parte delle imprese di buone prassi e percorsi di Responsabilità sociale;
- promuovere/favorire programmi
di miglioramento del benessere
organizzativo nelle aziende;
- coinvolgere l’istituzione
scolastica nello sviluppo delle competenze in materia di SSL nei futuri
lavoratori;
- promuovere il coordinamento
dell’attività di vigilanza e l’approccio di tipo proattivo dei servizi pubblici
attraverso l’adozione di piani integrati di prevenzione degli infortuni;
- migliorare la qualità e
l’omogeneità dell’attività di vigilanza anche attraverso l’incremento
dell’utilizzo di strumenti di
enforcement
quali l’audit”.
Riportiamo, in conclusione, gli
atti del convegno:
- “ I rischi psicosociali
in Europa e gli obiettivi della Campagna Europea 2014-2015. Stato dell'arte
della Legge Regionale 8/2010 per la prevenzione e contrasto del disagio negli
ambienti di lavoro e promozione del benessere organizzativo”
Doriano
Magosso, SPISAL AULSS 17 (formato
PDF, 339 kB);
- Obiettivi e strumenti per la
vigilanza sul rischio stress lavoro-correlato.
Liviano Vianello, SPISAL
AULSS 16 (formato PDF, 1.18 MB);
- La tutela assicurativa delle malattie
stress lavoro-correlate.
Paolo Bastini, INAIL di Padova (formato PDF, 1.6 MB);
- Le controversie di lavoro determinate
da disagio lavorativo.
Giulia De Paola, DTL di Padova (formato PDF, 71 kB);
- L'esperienza della
Casa di Riposo di Noventa Padovana.
Silvia Barbano e Andrea Zampieri,
Casa di Riposo di Noventa Padovana (formato
PDF, 232 kB);
- Presentazione del
Piano Nazionale Prevenzione.
Rosanna Bizzotto e Liviano Vianello, SPISAL
AULSS 15 e 16 (formato PDF, 151
kB).
RTM
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