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"ISO 39001: un sistema di gestione professionale per la sicurezza stradale"
fonte www.puntosicuro.it / Linee Guida
03/05/2016 - Parliamo di un’
azienda reale in Italia. 600
dipendenti, 60 auto aziendali (il tutto, all’incirca). Vari sistemi aziendali e
diverse procedure interne già in essere, regole implementate sia per essere
conformi alle norme di legge che per conseguire obiettivi volontari ed
ulteriori di aumento della propria efficienza.
Un’azienda come tante, alle prese con le problematiche
legate alla produzione del proprio prodotto/servizio e con la “tensione” verso
un
miglioramento continuo dei propri processi e della propria competitività.
Ho condotto su tale realtà una analisi, sulle procedure
attualmente in essere, allo scopo di verificare quanto esse possano
configurare, nell’insieme, un sistema di gestione aziendale volto alla
riduzione
del rischio
stradale per i dipendenti. Trattasi dunque di un caso reale ed attuale,
riconoscibile probabilmente con caratteristiche analoghe in mille altre
situazioni aziendali sparse nel nostro Paese.
I risultati di questa analisi preliminare (
gap analisys)
sono molto interessanti, e denotano quello che, in prima battuta, può
considerarsi il
“punto di partenza” dell’azienda in questione (e
probabilmente di molte, molte altre) rispetto all’obiettivo di dotarsi di un
sistema di gestione professionale per la sicurezza stradale (conforme all’ormai
famoso standard
ISO 39001).
Possono riconoscersi nelle procedure in essere diversi
punti
di forza, che costituiscono cioè elementi (già in vigore!) di rispondenza
ai requisiti dello standard di riferimento. D’altra parte, sono presenti anche
alcune “criticità” (o meglio, alcune
lacune), il cui superamento potrà
consentire all’azienda di vedersi riconosciuto (e certificato da fonte terza!)
un effettivo sistema aziendale professionale per la sicurezza stradale.
Ecco i punti di forza, molti dei quali legati nello
specifico ad azioni in grado di intervenire sulle componenti “Uomo” e “Veicolo”
del “sistema guida”:
- la formazione al personale, condotta in modo sistematico, esteso e dettagliato con riferimento alle mansioni specifiche di ciascuno;
- la gestione della flotta aziendale con personale dedicato e procedure già attive (quantomeno a livello amministrativo ed operativo);
- il monitoraggio degli incidenti/infortuni, con la redazione e la diffusione del rapporto di infortunio (compresi quelli su strada) ai livelli rilevanti dell’azienda, e con il riesame dell’evento che consente di definire opportune azioni preventive da diffondere poi a tutto il personale;
- la preparazione del personale per il primo soccorso (anche se solo teorica);
- la presenza del sistema di gestione ISO 14001 (per la tutela ambientale) e, soprattutto, del sistema di gestione OHSAS 18001 (per la salute e la sicurezza dei lavoratori);
- la qualifica dei fornitori effettuata (anche) in base a considerazioni e valutazioni sugli aspetti legati alla sicurezza;
- la dotazione di equipaggiamenti a bordo dei mezzi per la sicurezza ed il primo soccorso;
- la messa a disposizione dei dipendenti di un fascicolo, all’interno delle auto in uso aziendale e promiscuo, con informazioni importanti per la gestione in sicurezza di eventi inattesi (es. avarie, ecc…).
Queste invece sono le principali lacune da colmare:
- occorre migliorare e completare a livello direzionale gli aspetti di attenzione relativi alla riduzione del rischio stradale, dandone specifica evidenza a livello di politica aziendale, ruoli, funzioni e responsabilità;
- occorre definire gli obiettivi ed i “fattori di performance” del sistema, ed i metodi per monitorarli;
- occorre potenziare le procedure di reportistica e monitoraggio degli incidenti, che sono complete e dettagliate solo in caso di presenza di feriti, in quanto situazione configurabile come infortunio sul lavoro. Non vengono effettuate analisi di dettaglio con riferimento ad eventi incidentali avvenuti su strada ma senza ferimento di persone (aspetto che sarebbe invece molto importante considerare, allo scopo di migliorare in ogni situazione la sicurezza);
- occorre potenziare gli aspetti di sensibilizzazione, informazione e coinvolgimento dei dipendenti sui temi legati al rischio stradale.
Fin qui quanto riscontrato sul caso in esame. Come detto,
questo
può ragionevolmente ritenersi rappresentativo di una pluralità di
situazioni aziendali, più o meno analoghe per dimensione e numerosità della
flotta aziendale al caso citato. Molte di esse, inoltre, seguono già
metodologie e procedure specifiche che consentono di ridurre il rischio
stradale dei propri lavoratori non solo sulla strada pubblica, ma anche nelle
zone interne ai luoghi di lavoro (coperte o scoperte che siano)
Risulta evidente come, per organizzazioni di dimensione non
trascurabile, buona parte delle procedure già in essere siano in effetti tali
da dare riposta a numerosi dei requisiti fissati dallo standard di riferimento,
e che resti davanti all’azienda solo
un piccolo passo da fare per
inquadrare le procedure vigenti all’interno della “cornice” procedurale ISO
39001, e vedersi pienamente riconosciuta l’esistenza di un effettivo sistema di
gestione per la riduzione del rischio stradale.
All’estero le realtà già in possesso della certificazione
ISO 39001 sono una moltitudine. Ma anche
in Italia la ISO 39001
è
ormai partita, e le aziende più lungimiranti ed attente alla sicurezza del
proprio personale si sono già messe “sulla buona strada” (è proprio il caso di
dirlo!).
Marco De Mitri
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