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"I DPI da utilizzare in pozzi, fosse e canalizzazioni"
fonte www.puntosicuro.it / D.P.I.
06/06/2016 - ei molti articoli dedicati in questi anni agli spazi confinati, abbiamo più volte ricordato come spesso nei
pozzi,
fosse e
canalizzazioni possa
verificarsi una carenza di ossigeno. E le sostanze nocive, “quando
penetrano o si formano in ambienti insufficientemente ventilati, possono
raggiungere in breve tempo concentrazioni elevate e mettere in pericolo
le persone che entrano o si soffermano all’interno di tali ambienti”.
A raccontarlo è una pubblicazione
di Suva, istituto svizzero
per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, dal titolo “ Sicurezza
nei lavori all’interno di pozzi, fosse e canalizzazioni” che PuntoSicuro ha
già presentato in un precedente
articolo sulle misure di prevenzione e protezione per la tutela dei
lavoratori.
Spesso le conseguenze degli
infortuni nei lavori all’interno di pozzi, fosse e canalizzazioni sono molto
gravi e generalmente la causa degli infortuni gravi “va ricercata nella presenza
di un’ atmosfera pericolosa”.
Inoltre “contrariamente alla maggior parte degli altri rischi professionali, la
messa in pericolo non si limita a spazi ristretti ma può senz’altro estendersi
su tutta la zona di pozzi, fosse e canalizzazioni. Sono quindi esposti allo
stesso rischio non solo gli infortunati ma anche i soccorritori”.
E l’esperienza dimostra
ripetutamente “che in pozzi, fosse e canalizzazioni accadono gravi infortuni
perché nessuno ha individuato l’atmosfera pericolosa e il pericolo è stato
sottovalutato”.
Il documento, che riporta diverse
indicazioni per la prevenzione degli infortuni, si sofferma anche su un aspetto
importante relativo alle attività negli spazi
confinati: l’utilizzo di
dispositivi
di protezione individuale (DPI).
Segnalando che il materiale e
l’equipaggiamento da utilizzare “dipendono dai pericoli”, dal “tipo di impianto
in cui si svolge il lavoro e dalle misure di protezione da adottare”, si indica
che i lavoratori e il gruppo di lavoro devono poter disporre del seguente
equipaggiamento:
-
respiratori indipendenti dall’aria circostante per la sosta in
atmosfera pericolosa e per gli interventi di salvataggio: “sono adatti gli
apparecchi che alimentano l’utilizzatore con aria non proveniente
dall’atmosfera circostante, ossia apparecchi non autonomi (respiratori a presa
d’aria esterna assistiti e quelli ad aria compressa alimentati dalla linea)
oppure apparecchi
autonomi (autorespiratori a circuito aperto e autorespiratori a
rigenerazione). Per gli interventi in
canalizzazioni si raccomanda di mettere a disposizioni apparecchi autonomi
(ossia apparecchi alimentati con bombole): lavorando in canalizzazioni tortuose
o usando tubi di presa d’aria o di alimentazione lunghi esiste altrimenti il
pericolo che il tubo rimanga impigliato;
-
autorespiratori d’emergenza (autosalvatori) per il salvataggio e la
fuga (apparecchi a circuito aperto ad aria compressa e apparecchi a
rigenerazione) per sostare in canalizzazioni e per prestare il primo soccorso
sul posto: gli autorespiratori d’emergenza (autosalvatori) sono concepiti esclusivamente
per un’immediata evasione da zone pericolose e per la prestazione dei primi
soccorsi sul posto e non è consentito usarli per lavorare. Apparecchi adatti
sono quelli che funzionano in modo indipendente dall’aria circostante e hanno
un’autonomia di 15–30 minuti. Non è ammesso l’uso di maschere a filtro”;
-
cintura di salvataggio o indumento di sicurezza provvisto di occhiello
incorporato all’altezza della nuca: “gli indumenti di sicurezza con
occhiello incorporato all’altezza della nuca sono indicati esclusivamente come
un mezzo di salvataggio. Nei casi d’intervento, la fune di salvataggio viene
agganciata nell’occhiello dell’indumento di sicurezza. Il sollevamento
dell’infortunato avviene, per esempio, con un apposito elevatore provvisto di
dispositivo di blocco dello scarrucolamento automatico. Queste apparecchiature
possono essere usate anche per entrare in ambienti ristretti;
-
indumenti da lavoro appropriati: gli indumenti da lavoro allacciati
evitano di sporcarsi e di riportare possibili infezioni. Per rendersi ben
visibile agli utenti della strada è bene indossare indumenti di colore vistoso;
-
scarpe appropriate: le scarpe
di sicurezza devono offrire una buona stabilità ed essere impermeabili (per
es. stivali di gomma);
-
guanti: guanti appropriati servono a proteggere le mani da ferite e
dal contatto con sostanze nocive e acque inquinate;
-
casco di protezione: il casco protegge la testa contro specifici
pericoli, ad esempio, per caduta di materiale oppure per contatto o urto con
elementi fissi od oggetti;
-
protezione degli occhi: quando si è esposti al pericolo di lesioni
agli occhi da schegge, spruzzi di sostanze pericolose, ecc., occorre proteggere
gli organi della vista;
-
protezione dell’udito: quando si è esposti a rumore pericoloso per
l’udito occorre usare protettori auricolari appropriati, per esempio cuffie
antirumore con apparecchio ricetrasmittente incorporato;
Senza dimenticare, infine, di
poter utilizzare illuminazione indipendente dalla rete elettrica, per esempio
lampade portatili a prova di spruzzi d’acqua o lampade fissate al casco.
Concludiamo segnalando che se si
devono “temere scivolamenti all’interno di canalizzazioni
con il pericolo di essere
trascinati via dall’acqua, bisogna usare una fune di trattenuta”.
N.B.: I riferimenti legislativi contenuti nei documenti di Suva
riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati possono essere comunque
di utilità per tutti i lavoratori.
Suva, “ Sicurezza
nei lavori all’interno di pozzi, fosse e canalizzazioni”, 6° edizione,
marzo 2012 (formato PDF, 437 kB).
Tiziano Menduto
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