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"La manutenzione e gli accessi alle coperture di breve durata"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
09/06/2016 - Poiché la
sicurezza nei lavori in quota è un tema
che in edilizia “accompagna un edificio dalla realizzazione alla demolizione” e
che non si esaurisce nella fase di edificazione, è necessario essere
consapevoli che l’edificio è “anche un luogo di lavoro per gli
addetti alla manutenzione”. E
considerando i lavori che si effettuano sulle coperture, l’edificio è un luogo
di lavoro contrassegnato da “importanti fattori di rischio per il pericolo di caduta
dall’alto”. Questa consapevolezza è “la premessa necessaria a impostare
correttamente il tema della sicurezza”.
A fare queste affermazioni è un
intervento - a cura dell’Arch. Corrado Landi e del Geom. Riccardo Marconi (INAIL-
Consulenza Tecnica per l’Edilizia) - dal titolo “
La manutenzione in sicurezza nei lavori in quota”. Un intervento
tratto dal documento Inail “ La
sicurezza nei lavori sulle coperture. Sistemi di prevenzione e protezione
contro la caduta dall’alto” che raccoglie gli atti di due diversi seminari:
“Un cantiere sicuro per riqualificare l’esistente - Lavori in copertura”
(Milano, 4 ottobre 2013) e “Lavori su coperture: problematiche,
approfondimenti, soluzioni ed indirizzi” (Bologna, 18 Ottobre 2013).
I due relatori segnalano che in
edilizia la
definizione tradizionale di
manutenzione “richiama un insieme di interventi che si rendono necessari
per mantenere lo stato di efficienza dell’immobile e dei suoi impianti”.
Tuttavia nel tempo
è mutata la
concezione della manutenzione “passando da una pratica che storicamente
riguardava il ripristino degli elementi costruttivi e delle finiture soggetti
al degrado causato all’aggressività dei fattori ambientali” ad una concezione
che “considera necessario, anche per edifici correnti, il mantenimento dei requisiti
prestazionali richiesti e che con il contemporaneo elevarsi della dotazione di
impianti e delle prestazioni dei componenti ha ampliato le occasioni di
intervento sia per adeguamenti tecnologici che per le necessarie operazioni di
verifica, controllo e regolazione che la complessità degli elementi costruttivi
richiede”. Insomma pur “partendo dal mantenimento dell’efficienza
dell’organismo edilizio”, ora si va “oltre la finalità puramente conservativa
dilatando gli obiettivi per considerare la manutenzione come ‘
miglioramento della qualità del bene
edilizio, del suo intorno e adeguamento tecnologico dei subsistemi che lo
compongono
[1]’”.
L’intervento si sofferma poi
sugli
accessi alle coperture di breve
durata.
Si ricorda infatti che non è infrequente
“che si debbano svolgere accessi alle coperture di breve durata, attività anche
di pochi minuti che comprendono ispezioni alle coperture, ad esempio dopo
eventi atmosferici particolarmente intensi con piccole sostituzioni di elementi
del manto di copertura visibilmente danneggiati, regolazioni e riparazioni di
antenne televisive, riparazioni o manutenzioni di impianti di climatizzazione,
impianti fotovoltaici, impianti solari termici”, ...
E queste attività, che possono
essere chiamate “
lavori di breve durata”,
possono essere “particolarmente insidiose” perché di fatto comportano, nel caso
dei lavori in quota “rischi notevolissimi”. E talvolta “la formazione e la
consapevolezza degli operatori in tema di sicurezza sul lavoro”, pone “forti
perplessità”. Tra l’altro – continua l’intervento – “
la condizione attuale del mercato del lavoro porta a considerare questi
interventi come apparentemente brevi e semplici, sottovalutandone la
complessità in termini organizzativi ed il livello della formazione
informazione e addestramento necessario per operare in sicurezza”. Invece “qualsiasi intervento
su un tetto è ad alto rischio perché il lavoro in quota è intrinsecamente
connesso al rischio di caduta
dall’alto, le misure di prevenzione vanno predisposte in ragione dei luoghi
e dei tipi di attività”.
E dovendo prevedere “misure di
sicurezza adeguate all’esecuzione di attività che richiedano l’accesso in
copertura va sempre preliminarmente considerato, se possibile, di utilizzare
sistemi che consentano di evitare di accedere fisicamente sul tetto, ad esempio
nel caso di semplici ispezioni o verifiche dello stato delle coperture,
ricorrendo a soluzioni che non espongano direttamente un lavoratore ai rischi
in esame”.
Riportiamo, a questo proposito,
alcuni
principi operativi nella
programmazione delle misure di sicurezza di un intervento di manutenzione in
quota:
- valutare se possibile sistemi
che consentano di evitare di accedere fisicamente sul tetto;
- utilizzare prioritariamente
misure di protezione collettiva;
- utilizzare dispositivi
di protezione individuale solo se non sono possibili altre soluzioni e
avendo attenzione alla adeguatezza delle attrezzature, alla formazione,
informazione e addestramento degli operatori e alla compatibilità degli accessi
con le attività/lavorazioni previste.
Il documento riporta poi diverse
indicazioni normative e ricorda, ad esempio, che in tema di manutenzione il
Testo unico per l’edilizia
D.P.R.
380/2001 all’ Art. 3 “indica gli
interventi
di manutenzione ordinaria, ossia gli interventi edilizi che riguardano le
opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici
e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti
tecnologici esistenti e gli interventi di manutenzione straordinaria, ossia le
opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche
strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi
igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le
superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle
destinazioni di uso”. E lo stesso DPR 380/2001, all’art. 6, “tra le attività
edilizie libere, eseguibili senza alcun titolo abilitativo, indica gli interventi
di manutenzione ordinaria”.
Se tuttavia è evidente “l’utilità
di non appesantire con inutili autorizzazioni ogni singolo piccolo intervento
manutentivo”, i relatori sottolineano “come sia necessario determinare
condizioni di sicurezza adeguate” per l’effettuazione di questi interventi.
Ad esempio per valutare e
comprendere come attuare operazioni di manutenzione in un edificio “andrà
definito se si tratta di un luogo di lavoro in cui è stato redatto un Documento
di Valutazione del Rischio” che comprenda anche le previsioni in merito alle
attività di manutenzione e “nel caso in cui queste siano affidate ad un soggetto
esterno all’organizzazione andrà predisposto un Documento Unico di Valutazione
dei Rischi da Interferenze” (DUVRI) con cui “valutare e risolvere le
interferenze e i rischi connessi alle lavorazioni per le manutenzioni previste”.
Viceversa l’art. 91 del D.Lgs. 81/2008, indica “come nel caso di un edificio di
nuova realizzazione o nel caso degli altri interventi edilizi, esclusi gli
interventi di manutenzione ordinaria, a seconda dell’entità dei lavori
necessari a realizzare l’opera e di altre condizioni, sarà necessario predisporre
il fascicolo
dell’opera”.
L’intervento riporta poi diverse
indicazioni normative per la tutela dei lavoratori che operano in luoghi di
lavoro in quota e con riferimento alla
sicurezza
nei cantieri temporanei e mobili.
Si ricordano poi gli obblighi dei coordinatori
per la sicurezza, del datore di lavoro e le caratteristiche del “
Fascicolo con le caratteristiche dell’opera”.
Un documento che “identifica e descrive i rischi che, ad opera conclusa, si
presenteranno nelle eventuali successive manutenzioni, indica inoltre i sistemi
e gli accorgimenti che dovranno essere realizzati per prevenire o minimizzare i
rischi durante i successivi lavori che si svolgeranno sull’opera ovvero durante
le prevedibili future attività di manutenzione”. Un documento che infine
raccoglie tutta la documentazione tecnica riguardante l’opera stessa al fine di
costituire il ‘dossier’ dell’opera.
Si evidenzia, infine, come l’
elaborato tecnico delle coperture, che
si può considerare come la parte specifica del fascicolo dedicata alla
progettazione della sicurezza dei lavori su copertura, sia “un documento
assolutamente utile per prevedere condizioni di sicurezza nello svolgimento di
quelle piccole operazioni di manutenzione che viceversa sfuggirebbero alla
necessaria valutazione del rischio e conseguente predisposizione delle misure
per la sua eliminazione o riduzione”.
Inail Dipartimento Innovazioni
Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti e Insediamenti Antropici, CTE
- Consulenza Tecnica per l’Edilizia, “ La sicurezza nei lavori sulle coperture. Sistemi di prevenzione
e protezione contro la caduta dall’alto”, atti dei seminari “Un cantiere
sicuro per riqualificare l’esistente - Lavori in copertura” e “Lavori su
coperture: problematiche, approfondimenti, soluzioni ed indirizzi”, edizione 2014,
pubblicazione febbraio 2015 (formato PDF, 3.53 MB).
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sicurezza nei lavori sulle coperture degli edifici”.
RTM
[1]
Claudio Molinari, a cura di, Manutenzione in edilizia, nozioni, problemi,
prospettive, Franco Angeli, Milano
1989
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