Un aumento medio di 173 euro lordi in busta paga nell'arco di tre anni. Ma, anche, una durata triennale del contratto, diversa da quella vigente, che invece prevede due scadenze: una quadriennale per la parte «normativa» e un adeguamento ogni due anni per la parte «economica». E, soprattutto, l'accettazione unitaria del principio di bilateralità, anche sul fronte degli ammortizzatori sociali.Il tutto evitando che sul calcolo dell'adeguamento stipendiale all'inflazione vada a impattare un nuovo indicatore europeo, l'Ipca, che cancella i costi energetici dal paniere su cui viene calcolata l'erosione dei salari. Sono questi i punti per il rinnovo del Ccnl alimentare su cui i tre sindacati di categoria, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil hanno trovato l'intesa, siglando la piattaforma unitaria da proporre alla parte datoriale. Il via libera è giunto ieri, a schiacciante maggioranza (689 voti a favore e 5 contrari), dall'assemblea dei delegati del settore, riunita a Chianciano.

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