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"Pesce mal conservato venduto come fresco nuovo blitz degli «angeli» dei consumatori"
fonte La Gazzetta del Mezzogiorno / Sicurezza alimentare
01/08/2009 - PORTO CESAREO . Pesce surgelato e in cattivo stato di conservazione, venduto per fresco e pescato nelle acque antistanti la marina di Porto Cesareo. Denunciato il titolare di una pescheria, che dovrà rispondere di vendita di prodotto alimentare in cattivo stato e per frode in commercio. Un duro colpo all'immagine turistica della Perla dello Jonio, in questi giorni meta preferita di migliaia di turisti. Ma il bilancio del recente blitz condotto congiuntamente dai carabinieri del Nas di Lecce e dal Servizio veterinario dell'area igiene degli alimenti della Asl, composto da veterinari e tecnici della prevenzione, non finisce qui. Sei pescherie, un supermercato, un deposito di generi alimentari abusivo e un noto ristorante situato nel centro di Porto Cesareo sono finiti nel mirino di carabinieri e veterinari, nell'ambito di una intensa attività di prevenzione e controllo inerente la preparazione, la vendita e la somministrazione di prodotti alimentari. Circa 13mila euro l'ammontare delle sanzioni amministrative inflitte. Denunce e sanzioni destinate a tutelare gli indifesi consumatori ai quali è molto facile spacciare per freschi prodotti mal conservati e di dubbia provenienza. Ma veniamo al dettaglio dell'operazione durata un paio di giorni. Presso le pescherie sono state effettuati campionamenti sui molluschi, alla ricerca di eventuali cariche microbiche che possano compromettere la salute dei consumatori. Più fruttuoso è stato il controllo sul pesce in diverse pescherie, sei delle quali, come dicevamo, sono cadute nella rete. Infatti, è di 55 chili la quantità di pesce sequestrato in quanto congelato abusivamente. Vale a dire, senza il rispetto delle norme vigenti, ma soprattutto senza alcuna garanzia circa la salubrità del prodotto stesso, essendo privo della necessaria tracciabilità. In un supermercato del centro, inoltre, i sanitari del Servizio veterinario hanno contestato al titolare la mancata e difforme applicazione del piano di autocontrollo. Cioè, l'analisi che il commerciante è tenuto a fare per garantire una buona prassi igienica del prodotto alimentare. Sempre i veterinari hanno emesso due diversi provvedimenti di sospensione.
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