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"La nuova privcy della salute"

fonte Corriere della sera, M. Giovanna Faiella / Privacy

06/09/2009 - Malattie, interventi, referti, terapie in corso: una «memoria storica» a disposizione di medici curanti e ospedalieri quella contenuta nel futuro fascicolo sanitario elettroniche in futuro ciascuno di noi avrà. Ma che rischia di violare la nostra privacy. È in gioco, infatti, il trattamento di informazioni delica­tissime e riservate sulla storia clinica di noi pazienti. E per tutelarci il Garante della pri­vacy ha emanato apposite Li­nee guida di tutela, approva­te in via definitiva lo scorso agosto al termine di una con­sultazione pubblica con medi­ci di base, pediatri, associazioni di malati, professionisti e strutture sanitarie pubbliche e private. Tra i punti principali: un'informativa comprensibile che permetta al paziente di espri­mere un consenso libero e consapevole alla costituzione del proprio fascicolo, la «trac­ciabilità » degli accessi ai dati ed elevate misure di sicurezza per limitare il più possibile rischi di abuso. «In attesa di una legislazione adeguata, ancora una volta abbiamo svolto un ruolo di supplenza, — dice il professor Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità per la protezione dei dati personali — anticipando così le indicazioni che il ministero della Salute dovrà dare per evitare che ogni Regione vada per conto proprio, con proprie regole. Le linee guida innanzitutto garantiscono al paziente l'assoluta libertà di consentire alla creazione del fascicolo: un eventuale rifiuto non pregiudica, sia ben chiaro, il suo diritto ad accedere alle cure necessarie ». «L'assistito, poi, ha facoltà di recedere dalla sua decisio­ne quando vuole — sottoli­nea Pizzetti — . E può scegliere di non far inserire l'esito di una specifica visita specialisti­ca o la prescrizione di un determinato farmaco, oppure decidere quali informazioni sanitarie rendere accessibili solo al medico di fiducia, o allo specialista. Gli operatori sanitari autorizzati, poi, possono accedere ai dati personali del paziente solo per il tempo necessario ad assicurare le cure ». Al fascicolo sanitario di ciascuno di noi, invece, non potranno accedere periti, compagnie di assicurazione, datori di lavoro, organizzazioni scientifiche. Ogni paziente deve poter consultare facilmente il pro­prio fascicolo. «Può acceder­vi, per esempio, attraverso una smart card, così può controllare che cosa c'è scritto nel documento elettronico— ricorda Pizzetti — . E deve poter ottenere la correzione di eventuali errori, per esempio qualora venisse indicato un ricovero che non c’è stato». Trattandosi di dati sanitari estremamente delicati, vanno adottati specifici accorgimenti tecnici per limitare il più possibile i rischi di accesso abusivo, furto o smarri­mento dei dati. Per esempio, suggeriscono le linee guida, attraverso l'applicazione anche parziale di tecnologie crittografiche. Entro il 31 dicembre le Re­gioni dovranno comunicare al Garante le iniziative già av­viate sul fascicolo sanitario elettronico. E se un’Asl attiverà in modo sperimentale il fa­scicolo sanitario elettronico nel proprio ambito, in una regione in cui non esiste il pia­no specifico, dovrà comunicare l'iniziativa direttamente al Garante.

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