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"Una carta d’identità dinamica"
fonte Italia Oggi, Benedetta P.Pacelli / Edilizia
09/10/2009 - Una cartella clinica per conoscere, come si fa con i pazienti, lo stato di salute degli edifici. Da aggiornare e custodire in nome della prevenzione e della sicurezza. E’ il fascicolo del fabbricato, una sorta di carta di identità che permette di conoscere lo stato di fatto di un immobile, ma anche i precedenti interventi, con tanto di pregi e difetti. Il tutto in un’ottica di semplificazione amministrativa (le informazioni infatti sono tutte sparse in varie banche dati pubbliche) e di avere in un unico documento con valore certificativo l’attestazione completa di tutte le informazioni relative all’immobile, valide anche ai fini amministrativi, fiscali o di vendita. Una certificazione diventata di scottante attualità dopo il terremoto in Abruzzo, ma che al di là degli eventi occasionali, sarebbe indispensabile come strumento di prevenzione. A premere il piede sull’acceleratore, affinché finalmente il fascicolo del fabbricato venga reso obbligatorio a livello nazionale è il Consiglio nazionale dei periti industriali che, con i suoi rappresentanti della commissione edilizia, ha realizzato la prima sperimentazione del Fascicolo del Fabbricato su un edificio storico (Palazzo Pandolfi nel comune di Pozzallo). Questo modello, ante e post ristrutturazione, è stato pensato in due parti: la prima relativa all’intero fabbricato (di competenza condominiale), la seconda riferita invece alla singola unità immobiliare, quella del proprietario. Le due parti, poi, sono a loro volta suddivise in sezioni con tanto di documentazione ad hoc che mette nero su bianco tutte le certificazioni in materia di sicurezza, di caratteristiche strutturali, impiantistiche, manutentive e urbanistiche degli immobili. E non solo, perché i rappresentanti del Cnpi hanno previsto anche un punteggio complessivo finale che servirà a definire il valore complessivo dell’immobile. E quindi a classificarlo. E i costi? «Non si può negare che ci siano», dice Valerio Bignami, componenti della commissione del Cnpi, «ma certo questo non può essere un deterrente per la sua effettiva applicazione». Per il rappresentante dei periti industriali, infatti, il fascicolo va visto soprattutto nell’ottica della semplificazione e della razionalizzazione della documentazione già esistente e, soprattutto, dalla valenza certificativa: «se non creiamo quella cultura della qualità e non cambiamo questa prospettiva allora si, che prestiamo il fianco a Confedelizia quando dice che si tratta solo di costi aggiuntivi». Basti pensare, per esempio, come precisa poi il consigliere del Cnpi Paolo Radi «che la manutenzione progranimata del proprio edificio comporterebbe a lungo termine un risparmio economico, oltre che garantirne la sicurezza>’. E poi nessuna esclusiva di sorta per le altre categorie perché il fascicolo, potrà essere redatto da tutte le professioni tecniche, respingendo così quel luogo comunque che vede in questa operazione una strategia per le categorie professionali di accaparrarsi competenze: «abbiamo l’obbligo di affrontare il problema della prevenzione e della sicurezza in un ambito più generale», chiude Radi, «per tutelare e salvaguardare l’incolumità dei cittadini, nel pubblico e nel privato».
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