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"Un bollino sociale volontario per tutti "
fonte Italia Oggi, A.Grassi / Responsabilità sociale
25/11/2009 - La responsabilità sociale non riguarda più solo le imprese ma si estende ad ogni tipo di organizzazione. Arriva Uni Iso 26000: dalla pubblica amministrazione al non profit, all’associazionismo, la responsabilità sociale non sarà più un «bollino» di facciata per sdoganare semplici attività charity a di filantropia. Almeno questo è l’obiettivo che si sono posti gli oltre 450 esperti e 175 osservatori provenienti da 91 paesi di tutto il mondo che per oltre due anni hanno lavorato al “draft” della norma, presentata ieri a Roma in occasione delle celebrazioni per la Giornata mondiale della normazione. La definizione, contenuta nel progetto ISO 26000 che dovrebbe essere definitivo il prossimo anno, prevede: «Assunzione di responsabilità da parte di un’organizzazione per le conseguenze delle sue decisioni e delle sue attività sulla società e sull’ambiente, attraverso un comportamento etico e trasparente». Si tratta però di linee guida, quindi non vincolanti e volontarie, che non hanno come obiettivo, almeno per il momento, una certificazione. «È indubbio», ha affermato Piero Torretta, presidente Uni,. Ente nazionaie-italiatiano di un’azione, che in Italia rappresenta l’Iso, «che un’organizzazione riconosciuta dal pubblico anche quale modello di realtà rispettosa dei diritti umani, dell’ambiente e dei diritti sindacali, sia anche maggiormente considerata sotto il profilo dell’affidabilità dei propri servizi e prodotti. La responsabilità sociale ha evidenti riflessi sulla ‘brand reputation’, che incide direttamente sul business. La responsabilità sociale o c’è o non c’è e non deve essere assolutamente certificata». Insomma, a controllare che le organizzazioni rispettino le linee guida dichiarate ci penseranno direttamente i consumatori, i lavoratori e il contesto sociale dove opera. Ed è qui, infatti, la novità principale del documento: tra le linee guida non ci sono solo il rispetto dell’ambiente, i diritti umani e sindacali dei lavoratori, ma anche le policy verso i consumatori ed il coinvolgimento e lo sviluppo della collettività. «L’organizzazione», si legge nel documento, «deve identificare tutti coloro che, direttamente-o indirettamente, sono coinvolti nell’attività di impresa e avere particolare attenzione per le loro necessità». Un ulteriore e importante passo avanti per l’Iso (Internatìonal organization for standardization), per fare chiarezza sulla responsabilità sociale: sebbene la. sensibilità verso la questo tema cresca sono infatti ancora troppe le interpretazioni, a volte opportunistiche, che se ne danno.
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