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"Amianto, la protesta degli operai fa saltare il convegno dell'Inail"
fonte IL SECOLO XIX, F.MAR. / Sicurezza sul lavoro
25/11/2009 - IN PIAZZA De Ferrari, ieri mattina, c'erano alcuni tra i massimi esperti liguri di infortuni sul lavoro. Dovevano presentare e commentare, di fronte a una folta platea, l'ultimo rapporto annuale regionale dell'Inail. Ma il convegno, che avrebbe dovuto svolgersi nell'auditorium Montale del teatro Carlo Felice, è saltato. Oltre 200 lavoratori di Ilva, Ansaldo, Fincantieri e di altre imprese hanno invaso la sala, verso le dieci, hanno affisso striscioni sul palcoscenico - «Amianto, la legge è uguale per tutti?» e «Genova triste primato: 1° per morti per malattie professionali» - e hanno impedito i lavori. Il motivo della protesta è la revoca da parte dell'Inail del riconoscimento dei benefici previdenziali sull'amianto. «Si tratta - spiega Antonio Perziano della Cgil - di centinaia di lavoratori molti dei quali già in cassa integrazione a cui viene tolto un diritto». Circa seicento operai ai quali l'Inail ha prima riconosciuto e poi revocato i benefici previdenziali concessi in caso di esposizione all'amianto. «Sono persone che hanno lavorato con l'amianto per una vita, che lo hanno respirato giorno dopo giorno, e alle quali è stato negato un diritto». Il futuro dei seicento è ora appeso a un emendamento. Durante un incontro avvenuto due giorni fa in Prefettura, alcuni parlamentari liguri di maggioranza e opposizione si sono impegnati a presentare un emendamento al disegno di legge sui lavori usuranti, che dovrebbe salvaguardare la certificazione di esposizione all'amianto e quindi il diritto dei lavoratori di usufruire dei benefici previdenziali. Nel frattempo Pasquale Viespoli, sottosegretario al welfare, ha dichiarato che convocherà l'Inail per cercare di fare chiarezza sul caso Ilva: mentre a centinaia di lavoratori genovesi vengono negati i benefici della legge sull'amianto, la stessa normativa trova piena applicazione all'Ilva di Taranto.
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