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"Il primo soccorso va pianificato"

fonte Italia Oggi, Carla De Lellis / Sicurezza sul lavoro

15/03/2010 - Quello di garantire la salute dei lavoratori non è un obbligo meramente formale. Il T.u. sicurezza, infatti (l’articolo 45) non richiede rigidamente l’istituzione dovunque e comunque di un generico servizio di primo soccorso interno all’azienda, ma guarda all’assistenza sanitaria di emergenza come a una «funzione» che il datore di lavoro deve garantire ai lavoratori, nei modi e nei tempi di volta in volta più idonei con procedure chiare, ben definite e congrue alla propria realtà .produttiva (specifici rischi lavorativi presenti in azienda). Lo spiega, tra l’altro, l’Inail nel «Manuale per gli incaricati di primo soccorso».Un “piano” per il primo soccorso. E’ l’articolo 45 del T.u. sicurezza a prevedere le norme relative al primo soccorso in azienda. L’Inail spiega che l’orientamento applicativo di tale disposizione non prevede rigidamente l’istituzione dovunque e comunque di un generico servizio di «primo soccorso» interno, ma guarda all’assistenza sanitaria di emergenza come a una «funzione» che il datore di lavoro deve garantire ai lavoratori nei modi e nei tempi di volta in volta più idonei, con procedure chiare, ben definite e congrue per la propria realtà produttiva, tenuto conto degli specifici rischi lavorativi presenti. L’emergenza sanitaria, sotto questa ottica, deve essere dunque uno strumento operativo pre-programmato, facente parte a tutti gli effetti dell’insieme dei provvedimenti di sicurezza previsti nel documento di valutazione del rischio. Si colloca nel «piano delle emergenze» in quanto il datore di lavoro, nell’ambito delle attività lavorative della propria azienda, deve ideare e gestire un modello organizzativo finalizzato a garantire un «sistema di gestione della salute e sicurezza» dei propri dipendenti per quanto attiene la possibilità di avere incidenti interni con lavoratori feriti colpiti da malore improvviso. che necessitino di essere soccorsi prima dell’ arrivo dell’intervento del 118. La formulazione del “piano”. Per la formulazione “del piano delle emergenze” sono necessarie chiarezza dei ruoli e delle funzioni di tutti i soggetti coinvolti, padronanza condivisa delle procedure d’intervento. I riferimenti normativi aiutano nel tracciare ruoli e funzioni dei soggetti coinvolti; per le procedure è necessaria una loro standardizzazione e una condivisione che può essere assicurata solo con una formazione mirata e continua (si veda in tabella il dettaglio dei contenuti indicati dall’Inail).Il T.u. sicurezza demanda al datore di lavoro, in collaborazione con il medico competente, la formulazione di un «piano. di primo soccorso» con designazione, degli incaricati, formazione degli stessi, fornitura di eventuali presidi specifici per i rischi presenti nei cicli lavorativi dell’azienda, definizione delle procedure da seguire nonché i raccordi con i servizi di emergenza sanitari presenti sul territorio. Perché sia efficace l’azione del primo soccorso, l’incaricato deve conoscere la topografia dell’azienda, deve aver ben presente le caratteristiche dei reparti, i percorsi più idonei per svolgere correttamente il suo compito, deve considerare la tipologia degli impianti o semplicemente delle macchine presenti e fattori di rischio ascrivibili a esso o alle lavorazioni espletate. Sono elementi essenziali, spiega l’Inail, tanto quanto le nozioni teoriche pratiche di tipo sanitario inerenti il primo soccorso. Altrettanto vale per la precisa standardizzazione e conoscenza delle procedure da seguire, della localizzazione, del contenuto e delle modalità di utilizzo. dei presidi interni di primo soccorso e dei dispositivi individuali forniti, come della presenza territoriale del 118. Il datore di lavoro deve garantire il corretto addestramento dei soggetti incaricati e deve fornire ogni elemento valido indispensabile al loro compito, prevedendo e pianificando tali attività. Un intervento è tempestivo se si è capaci di fornire il giusto soccorso nei primi 4-5 minuti. Fornire il giusto soccorso significa anche non mettere a repentaglio la propria vita, non prestare interventi superiori alle proprie capacità, non farsi prendere dal panico, non lasciare l’infortunato prima dell’arrivo del personale sanitario. E’ importante che le prime azioni di chi soccorre un soggetto colto da malore Siano proprio quelle da mettere in atto senza alcun indugio come: verificare che la scena dell’evento sia in sicurezza (per esempio: soggetto folgorato, non toccare prima di staccare la corrente); provvedere ad allontanare la folla di curiosi, creare spazio per l’infortunato e ‘ai successivi soccorritori del 118; esaminare l’infortunato, valutando la natura e entità del malessere con particolare riferimento alle funzioni vitali: coscienza, respiro e polso ed eventuali emorragie in atto; telefonare al 118 in caso di urgenza/emergenza comunicando: l’indirizzo del luogo ove si è verificato l’infortunio, il numero degli infortunati, le condizioni delle funzioni vitali, specificando se sia cosciente o meno se respiri normalmente o no se c’è. stato un trauma con o senza emorragia. E bene riferire il proprio nome e cognome un recapito telefonico che potrà essere utilizzato dal caso di necessità; praticare i primi provvedimenti necessari nei limiti delle proprie competenze anche con azioni di valutazione e sostegno delle funzioni vitali, apprese con adèguati corsi di formazione, sino all’arrivo del 118astenersi dall’eseguire manovre interventi azioni inutili (per esempio dare Ia bere acqua), a addirittura dannosi per il rischio di compromettere ulteriormente lo stato di salute del infortunato o di ritardare l’arrivo dei soccorsi (per esempio spostare il soggetto senon necessario);proteggere il soggetto (da stress termici, dal sangue e da fluidi biologici di altri infortunati), e rassicurarlo se cosciente; utilizzare eventuali guanti o dispositivi di protezione individuali se necessari.

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