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"La prevenzione degli infortuni negli ambienti di lavoro sui media"
fonte Italia Oggi / Sicurezza sul lavoro
16/07/2010 - Per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali i confini tra nord e sud sono una finzione polemica dei mass media, che artatamente ne hanno delimitato i contorni territoriali. Per quanto ci riguarda, come Sali, sopra- tutto per l'assidua frequentazione dei luoghi di lavoro e di vita, costatiamo la validità di un antico adagio:, «Tutt li mondo è paese». Specie quando si tratta di un fenomeno che non ha un'appartenenza territoriale a senso unico, come è dimostrato dalla gravità e dalla frequenza degli incidenti di cui ci occupiamo da qualche lustro. Tanto è vero, per esempio , che il Nordest dell'italia in un solo giorno ha registrato (il 2 luglio scorso) ben quattro; morti sui lavoro, per la verità passati inosservati, ad eccezione di qualche agenzia di stampa o di alcuni giornali , locali, che hanno relegato la notizia, «in breve», cioe in una sbrigativa rubrica quotidiana. Che nel caso dei quattro morti sul lavoro hanno pubblicato uno scarno resoconto per tacitare una coscienza, non sempre preoccupata di contrlbiure alla diffusione della prevenzione nei luoghi di vita e di lavoro. Neanche la politica ha fatto sentire la sua voce, perche, fatte le leggi e varati i regolamenti attuativi, pensa che «gli esseri umani si siano trastormati in codici da far rientrare nelle linee guida Internazionali», secondo il pensiero di Andrea Affaticati a pagina II de il Foglio dell' 01/01/2010 inoltre, in'una lettera-denucia, un rappresetante dei lavoratori della sicurezza che opera in Toscana sottolinea, l'assordante silenzio che circonderebbe le morti sul lavoro, e se si nflette sulle cifre dello scorso mese di giugno (bolinio rosso !!! ), gli infortuni mortali, in agricoltura, fanno registrare un terribile aumento pari al 38% (stime non ufficiali, rif. blog Carlo Soricelli). E non si pu rimanere indifferenti di fronte al grido di dolore dl quella famigliola foggiana, madre e due piccolini, perchè il papà muore a trent'annni per lo scoppio di una bombola d'ossigeno sulla quale stava operando interventi di manutenzione. Peraltro, la Corte di cassazione, con sentenza a 13672 del 4/06/2010, ha stabilito inequivocabilmente la risarcibilità del lavoratore non solo in caso di morte o di invalidità permanente (anche a brevissima distanza temporale dall'infortunio), trasmissibile agli eredi, qualificando la perdita della vita o la riduzione delle funzioni organiche essenziali, come danno morale vero e prroprio. Ora, è vero che dolori e sofferenze sono parte indissolubile della vita umana ma sono anche il riscontro decisivo di un sistema di disvalori al quale l'uomo che lavora per vivere non sa più come difendersi, anche perchè pianificazione della prevenzione, controllo e sicurezza sono espressione di un'epoca che vive principalmente di tecnica e di esclusivo profitto economico.
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