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"Si continua a morire sul lavoro"
fonte Italia Oggi, Mauro Rossato / Sicurezza sul lavoro
16/07/2010 - E' una delle emergenze più gravi e ancora irrisolte del nostro paese. Perché ogni giorno si continua a morire nei luoghi di lavoro. E' la conferma arriva dal tragico bilancio dei decessi registrati nel primo semestre di quest'anno rilevato dall'Osservatorio sulla sicurezza di Vega engineering di Mestre. Stando ai dati, infatti, sono 241 le persone che hanno perso la vita al lavoro. Una media di 40 morti al mese. Almeno uno al giorno. E a tenere sempre lo sconfortante record è sempre la Lombardia con 37 vittime, seguita dal Veneto (23), dalla Puglia (21) e dalla Sicilia (19). In coda Valle d'Aosta (1) e Umbria l'agricoltura rimane il settore più «colpito» e «colpevole» del 39 per cento dei decessi e in costante incremento dall'inizio dell'anno. A febbraio si attestava intorno al 26%. A seguire troviamo il settore delle costruzioni (24, 5%), e dei trasporti, compresi magazzinaggi e comunicazioni (10,4%). Le cause pi frequenti di morte (23,7% dei casi) sono i ribaltamenti di veicoli e mezzi in movimento. Mentre al secondo posto si trovano le cadute dall'alto (21,2%). Ma non meno rilevanti sono i decessi provocati dalla caduta dall'alto di oggetti pesanti (12,4%) e da investimenti di mezzi (10,8%). Quanto alle fasce d'età maggiormente toccate dall'emergenza e la nazionalità delle vittime, si scopre che il 22,6% delle morti bianche ha un'età compresa tra i 40 e i 49 anni, il 19, 6% tra i50 e i 59 anni e il 17,9% tra i 60 e i 69 anni. E un indicatore allarmante per chi, come noi, si occupa di sicurezza; perché gli incidenti si verificano pi spesso nella popolazione adulta e con una professionalità consolidata: E evidente, quindi, che la tutela dei lavoratori non deve essere mai posta in secondo piano, soprattutto quando l'esperienza è provata da anni di attività. Troppe certezze spingono talora a trascurare misure di sicurezza minime, specie in agricoltura e in edilizia. Notevole, poi, anche la percentuale di vittime tra chi ha pi di 70 anni (16,1%). E in questo bilancio non mancano neppure gli stranieri che costituiscono il 7,5% del totale dei morti sul lavoro nel primo semestre) e dell'anno. Ancora: su 241 vittime 6 sono donne. Analizzando infine i morti sul totale della popolazione lavorativa la situazione peggiore viene registrata in Mouse con 36 decessi su un milione di occupati, seguita dalla Calabria (20,5), dall'Abruzzo (20,2), dal Trentino- Alto Adige (19,3), dalla Sardegna (18,6) e dalla Valle d'Aosta (17,9). Intanto Findice di incidena pi basso viene rilevato in Toscana con 5,1 decessi su un milione di abitanti. Vicinissima l'Umbria (5,5), il Lazio (6,2), il Piemonte (7), l'Emilia Romagna (7,7). E anche in Lombardia nonostante il record in termini assoluti, rincddenza è tra le meno elevate e pari a 8,6.
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