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"Come depurare le acque e nel frattempo ridurre i gas serra"
fonte zeroemission.eu / Ambiente
01/08/2011 - Un recente articolo, pubblicato su
Environmental Science &
Technology, mostra come gli sforzi per ridurre l’inquinamento da azoto
generato dagli impianti di depurazione delle acque reflue possa portare a
considerevoli benefici economici oltre che ecologici.
Kartik Chandran,
professore alla Columbia
Engineering e principale autore dello studio, sostiene che, aggiungendo alle
infrastrutture esistenti alcuni dispositivi tecnologicamente già disponibili, si
possono ottenere contemporaneamente tre benefici: ridurre l’inquinamento da
azoto nelle acque, l’emissione di gas serra e il consumo di energia. Se si
creasse un sistema di crediti legati alle emissioni anche per il settore del
trattamento delle acque reflue, l’implementazione delle nuove tecnologie
potrebbe essere affrontata molto più agevolmente.
«Man mano che si adottano normative più restrittive riguardo all’inquinamento riversato nelle acque – spiega Chandran – i costi che le municipalità e le aziende che gestiscono gli impianti di depurazione devono sostenere vengono a costituire un carico sempre più notevole». Nella maggior parte casi, gli impianti esistenti dispongono già di sistemi per ridurre i livelli di ammoniaca immessi nelle acque, ma prestano molta meno attenzione alla riduzione complessiva dell’inquinamento da azoto, in particolare del biossido di azoto (N2O), un potente gas serra. «Ma il nostro studio – continua il professore americano – dimostra che, se le ridotte emissioni associate ai processi di rimozione dei composti azotati potessero essere utilizzate come crediti CO2, allora si riuscirebbe a ottenere un beneficio enorme».
«Man mano che si adottano normative più restrittive riguardo all’inquinamento riversato nelle acque – spiega Chandran – i costi che le municipalità e le aziende che gestiscono gli impianti di depurazione devono sostenere vengono a costituire un carico sempre più notevole». Nella maggior parte casi, gli impianti esistenti dispongono già di sistemi per ridurre i livelli di ammoniaca immessi nelle acque, ma prestano molta meno attenzione alla riduzione complessiva dell’inquinamento da azoto, in particolare del biossido di azoto (N2O), un potente gas serra. «Ma il nostro studio – continua il professore americano – dimostra che, se le ridotte emissioni associate ai processi di rimozione dei composti azotati potessero essere utilizzate come crediti CO2, allora si riuscirebbe a ottenere un beneficio enorme».
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