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"Carrelli elevatori: il rischio delle vibrazioni trasmesse al corpo intero"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
16/12/2011 - Le comunicazioni presentate al 73° Congresso Nazionale SIMLII “
La Medicina del Lavoro quale elemento migliorativo per la tutela e
sicurezza del Lavoratore e delle attività dell’Impresa”, congresso che si è
tenuto a Roma dal primo al quattro dicembre 2010, hanno trattato svariati temi,
dalla movimentazione
manuale dei carichi all’alimentazione, dal rischio
chimico allo stress lavorativo.
In
particolare una comunicazione – pubblicata sul secondo supplemento
del numero di ottobre/dicembre 2010 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed
Ergonomia – si sofferma sul
rischio vibrazioni nella mansione di carrellista.
In
“
Esposizione dei carrellisti a
vibrazioni trasmesse al corpo intero” – a cura di A. Peretti (Scuola di
Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università di Padova), F. Bonomini
(Peretti e Associati srl) , F. Pedrielli (IMAMOTER – CNR) e A. Pasqua di
Bisceglie (Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica, Università di
Padova) - si ricorda che i carrelli a motore elettrico o a combustione interna
sono “ampiamente utilizzati negli stabilimenti e nei magazzini per la
movimentazione dei materiali”. E generalmente “i lavoratori addetti a tali
mezzi svolgono esclusivamente la
mansione
di carrellista, risultando così esposti a vibrazioni
trasmesse al corpo intero in misura spesso quasi continua per l’intero
turno di lavoro”.
Poiché
dalla letteratura, dall’insieme di dati, studi e ricerche sull’argomento,
emerge che tali lavoratori accusano spesso
disturbi a carico del rachide
quali la lombalgia o la lombosciatalgia, è stata svolta una “
ricerca mirata alla valutazione
delle vibrazioni presenti su una quantità elevata di tali mezzi e
finalizzata all’individuazione dei fattori che determinano il rischio e degli
interventi in grado di ridurlo”.
In
particolare presso 14 aziende
sono stati
esaminati 131 carrelli: “97 del tipo più diffuso (carrelli elevatori
frontali controbilanciati) e 34 di altre tipologie (carrelli commissionatori, a
montante retrattile, stoccatori, transpallet, trattori da traino). Dei 131
carrelli considerati, 114 sono dotati di sedile, 17 di pedana per la guida in
piedi”.
Per
ciascun carrello - esaminato durante le normali attività per circa 10 minuti –
le vibrazioni sono state rilevate mediante due accelerometri triassiali.
Veniamo
ad alcuni dei
risultati della ricerca,
che si possono visualizzare attraverso una tabella riportata nella
comunicazione e relativa alla distribuzione dei valori
delle vibrazioni rilevate sui tre assi:
-
“
le vibrazioni maggiori si presentano
sull’asse verticale a causa dei sobbalzi e delle oscillazioni del carrello
in traslazione su una superficie non uniforme; minori le vibrazioni sull’asse
longitudinale dovute anche agli urti con i materiali e i pallets; ancora minori
le vibrazioni sull’asse trasversale”;
-
c’è una “rilevante
variabilità dei
valori delle vibrazioni in particolare verticali, determinata non tanto
dalla marca e dal modello del singolo carrello, quanto dalle sue condizioni e
dalle modalità di utilizzo”.
La
comunicazione sottolinea che ai sensi del Decreto
legislativo 81/2008 per la
valutazione
del rischio “si considera il valore massimo della terna dei valori
riscontrati sui tre assi, previa moltiplicazione dei valori delle vibrazioni
orizzontali per il fattore 1.4. Facendo riferimento ai valori di azione (0.5
m/s2) e limite (1.0 m/s2) stabiliti dal decreto, emerge
che i valori delle vibrazioni determinanti il rischio risultano compresi tra
0.2 e 0.5 m/s2 (56% dei carrelli), tra 0.5 e 1.0 m/s2
(42%), tra 1.0 e 1.3 m/s2 (2%). Le esposizioni
dei carrellisti si distribuiscono quindi nelle tre fasce sopra indicate
qualora l’attività dei medesimi sia di 8 ore/giorno”.
Invece
nell’ipotesi di un impiego dei carrelli di 6 ore/giorno, “le esposizioni
risultano inferiori a 0.5 m/s2 (70% dei carrelli), comprese tra 0.5
e 1.0 m/s2 (29%), superiori a 1.0 m/s2 (1%)”.
In
questo senso si può concludere che
le
vibrazioni dei carrelli possono costituire un rischio per gli addetti.
In
particolare dalla ricerca emerge “che gli spettri delle accelerazioni verticali
sono in genere caratterizzate da un picco a 5 o a 6.3 Hz (frequenza di
risonanza dei carrelli)”. E
le
vibrazioni dipendono da diversi fattori “quali la velocità di marcia, le condizioni
superficiali della pavimentazione, gli urti con i materiali o i pallets, le
caratteristiche del sedile e delle ruote”.
Per
concludere vengono elencati alcuni
possibili
interventi di contenimento del rischio.
Questi
interventi richiedono:
-
“la
riduzione della velocità
mediante imposizione sulla centralina della velocità massima (ad esempio: 8
km/h all’interno del capannone e 12 km/h all’esterno nel caso di addetto
seduto, 5 km/h nel caso di addetto in piedi);
-
l’
ottimizzazione della superficie
mediante rifacimento o riparazione della pavimentazione del capannone
(generalmente in lastre di calcestruzzo con fessure tra una lastra e l’altra
che tendono a sbrecciarsi) e/o del piazzale (in genere asfaltata); a proposito
dei capannoni si sottolinea la validità dei pavimenti costituiti dai seguenti
strati: ghiaione di sottofondo, inerti stabilizzati e compressi, foglio
protettivo di materiale plastico, rete elettrosaldata, platea in calcestruzzo,
vernice epossidica;
-
congrue modalità di lavorazione;
vanno evitati urti
violenti tra forche e pallets nonché frenate brusche che elevano le vibrazioni
longitudinali;
-
sedili maggiormente adeguati”; i
sedili esaminati attenuano le vibrazioni nel 71% dei casi, mentre le
amplificano nel 29%;
-
“
ruote con copertura in gomma di congrua
altezza (spesso la copertura è molto usurata); da osservare che i carrelli
commissionatori e i trattori da traino, caratterizzati da ruote di piccolo
diametro con copertura rigida, sono contraddistinti da elevate vibrazioni
verticali”.
“ Esposizione
dei carrellisti a vibrazioni trasmesse al corpo intero”, a cura di A.
Peretti (Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università di
Padova), F. Bonomini (Peretti e Associati srl) , F. Pedrielli (IMAMOTER – CNR)
e A. Pasqua di Bisceglie (Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità
Pubblica, Università di Padova), comunicazione al 73° Congresso Nazionale
SIMLII “La Medicina del Lavoro quale elemento migliorativo per la tutela e
sicurezza del Lavoratore e delle attività dell’Impresa”, pubblicata in Giornale
Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Volume XXXII n°4/suppl.2,
ottobre/dicembre 2010 (formato PDF, 75 kB).
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