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"Lista di controllo per le attività nelle celle frigorifere"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
26/01/2012 - Per affrontare adeguatamente la valutazione e la gestione dei rischi
nei luoghi di lavoro è necessario verificare tutti i rischi possibili correlati
sia alle mansioni dei lavoratori che ai vari
ambienti di lavoro.
Per
conoscere queste problematiche ci viene in ausilio Suva, istituto svizzero
per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, che in questi anni ha
prodotto una miriade di documenti e liste di controllo per favorire la
valutazione dei rischi nei vari ambienti di lavoro.
Una
delle ultime liste di controllo prodotte riguarda
in particolare i pericoli legati alle
celle
frigorifere con volume superiore a 10 m3 e temperatura d’esercizio
inferiore a zero gradi.
Nel
documento dal titolo “
Lista di controllo: celle frigorifere” si sottolinea che
per evitare che delle persone rimangano chiuse
nelle celle frigorifere è necessario adottare particolari misure. Ed è possibile
ridurre sensibilmente questo rischio controllando regolarmente la sicurezza d’esercizio.
Questi
i
pericoli principali collegati a
questi ambienti di lavoro:
- “morte per assideramento a causa delle uscite
bloccate;
- morte per assideramento a causa del mancato funzionamento del
sistema d’allarme;
- danni alla salute dovuti alle basse temperature”.
Per
individuare meglio queste fonti di pericolo vengono dati innanzitutto
informazioni e suggerimenti in merito all’
uscita
dalla cella frigorifera.
Deve
essere possibile uscire dalla cella frigorifera in sicurezza:
-
“celle frigorifere con una sola uscita: nessun punto della cella deve distare
più di 20 m in linea d’aria dall’uscita;
-
celle con due o più uscite: max 35 m in linea d’aria”.
Le
porte si devono aprire rapidamente
quando si deve uscire:
-
“le porte devono aprirsi in meno di un secondo con un solo movimento della mano
(senza chiave o dispositivi analoghi, anche con i guanti);
-
le porte a battente e le porte scorrevoli manuali devono sempre essere apribili
dall’interno (anche se il riscaldamento del telaio non è in funzione);
-
larghezza minima delle porte: 90 cm”.
Inoltre
le
porte scorrevoli manuali (senza
porta a battente integrata) devono essere impiegate soltanto se sono
soddisfatte le seguenti condizioni:
-
“nelle celle frigorifere entra solo una persona alla volta e per breve tempo;
-
la superficie di base della cella è inferiore a 30 m2;
-
il telaio della porta è riscaldato, la cella frigorifera è dotata di allarme e
illuminazione d’emergenza”.
Altre
condizioni che favoriscono la sicurezza dei lavoratori:
-
uno spazio di apertura delle porte sempre libero da ostacoli;
-
una cella frigorifera equipaggiata con un dispositivo di compensazione della
pressione (ad esempio una valvola di compensazione);
-
porte scorrevoli motorizzate affiancate da una porta a battente (integrata o
separata) apribile verso l’esterno.
Ricordando
che “se l’unico ingresso è una porta a battente motorizzata, deve essere
possibile aprirla anche se l’energia motrice è interrotta e la forza necessaria
per aprire manualmente una porta a battente non deve essere superiore a 150
N”.
Vediamo
altre
indicazioni riguardo
all’illuminazione di sicurezza e all’impianto d’allarme.
Intanto
le porte e i pulsanti d’allarme da usare in caso d’emergenza devono trovarsi
facilmente anche in caso di interruzione della corrente elettrica (possono
aiutare dei nastri segnaletici fotoluminescenti presso le maniglie delle porte
e lungo la via di fuga), inoltre si sottolinea che deve essere presente un’
illuminazione d’emergenza (di
sicurezza) permanente.
In
particolare l’illuminazione d’emergenza “deve funzionare indipendentemente
dalla rete elettrica e soddisfare i seguenti requisiti:
-
visibilità sufficiente per aprire porte e portoni;
-
visibilità sufficiente per leggere eventuali istruzioni su come aprire le porte
(illuminamento min 1 Lux);
-
lampade ad almeno 2 m di altezza dal pavimento;
-
una lampada sopra oppure ai lati dell’ uscita d’emergenza”.
Inoltre
è bene che sia presente “un dispositivo che accende l’illuminazione e spegne la
ventilazione della cella frigorifera”. Queste alcune possibili soluzioni:
-
“sensore di movimento
-
elemento di commutazione all’interno della cella”.
Veniamo
all’
impianto di allarme.
Queste
alcune indicazioni tratte dalla lista:
-
“il comando di allarme deve essere un tasto a pressione (pulsante) illuminato e
deve trovarsi ad un’altezza massima di 30 cm dal pavimento”;
-
“le batterie devono avere una durata d’esercizio di almeno 10 ore ed essere
collegate ad un gruppo caricabatterie alimentato automaticamente dalla rete
elettrica;
-
se si utilizza un trasformatore, questo non deve essere alimentato dallo stesso
circuito elettrico che alimenta le apparecchiature della cella frigorifera;
-
il funzionamento dell’impianto d’allarme non deve essere compromesso dalla
corrosione, dal gelo o dalla formazione di ghiaccio sulle superfici di
contatto”.
Il
segnale d’allarme (ottico, acustico)
deve essere percepibile dall’esterno in qualsiasi momento ed essere chiaramente
interpretabile. Inoltre:
-
“deve essere possibile arrestare il segnale d’allarme soltanto attraverso una
manipolazione dall’interno della cella frigorifera;
-
il dispositivo di segnalazione deve trovarsi in un locale in cui sono sempre
presenti delle persone;
-
i collaboratori devono essere istruiti periodicamente”.
Infine
bisogna garantire che “la
fuoriuscita di
fluido refrigerante (ad esempio CO2) non possa provocare delle
concentrazioni pericolose all’interno della cella frigorifera”.
A
questo proposito è possibile “prevedere un sistema per il monitoraggio del gas
con segnale d’avvertimento ottico e acustico e organizzarne la
manutenzione”.
Infine,
come sempre nelle liste di controllo di Suva, è presente uno spazio dedicato a
organizzazione, formazione e comportamento.
In
questa parte si sottolinea ad esempio la necessità di verificare periodicamente
l’efficacia dell’organizzazione d’allarme e di provvedere ad istruire
regolarmente i collaboratori coinvolti su come comportarsi in caso d’emergenza
(le verifiche e le istruzioni devono essere
documentate).
Inoltre
è importante controllare sempre, alla fine della giornata, che nessuno sia
rimasto chiuso nelle celle frigorifere e fornire ai collaboratori un locale
riscaldato in cui sostare e riposarsi dopo essere stati in una cella
frigorifera.
Infine
qualche informazione sui dispositivi di protezione e indumenti antifreddo
adeguati per lavorare nelle celle frigorifere.
Un
buon
abbigliamento antifreddo
“consiste in:
-
abbigliamento intimo termico (ad esempio in microfibra o lana merino);
-
giacca, cappotto, gilet antifreddo con catarifrangente (in caso di scarsa
visibilità);
-
tessuti frangivento di buona qualità per il lavoro all’aperto;
- guanti antifreddo secondo la norma
EN 511;
-
scarpe con solette termiche con strato isolante in alluminio”.
Nella
lista di controllo – che vi invitiamo a leggere – è presente anche una tabella
relativa al tempo massimo di permanenza nelle celle frigorifere.
N.B.: Gli eventuali
riferimenti normativi contenuti nel documento riguardano la realtà svizzera,
tuttavia i suggerimenti riportati possono essere di utilità per tutti i
lavoratori e tutte le aziende.
Suva,
“ Lista di controllo:
celle frigorifere”
(formato PDF, 630 kB).
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