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"Principi generali della valutazione dello stress lavoro-correlato"
fonte puntosicuro.it / Salute
14/02/2012 - PuntoSicuro ha recentemente presentato un documento del Coordinamento
tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro che può
supportare le aziende in relazione alla gestione del
rischio da stress correlato al lavoro.
Il
documento, dal titolo “ Stress
lavoro-correlato. Indicazioni per la corretta gestione del rischio e per
l’attività di vigilanza alla luce della lettera circolare del 18 novembre 2010
del Ministero del lavoro e delle politiche sociali”, affronta infatti,
sotto forma di FAQ (Frequently Asked Questions), molti aspetti della gestione e
vigilanza del rischio stress.
Ci
soffermiamo oggi sui
principi generali
della valutazione dello stress lavoro-correlato.
Il
documento sottolinea che la valutazione “non è finalizzata solo a stabilire il
livello di rischio ma ad individuare le misure correttive e le azioni di
miglioramento che possono essere intraprese”. Infatti la valutazione del
rischio è un processo che prevede diverse
fasi:
“la valutazione vera e propria, l’individuazione
di misure correttive; la pianificazione di un piano attuativo (chi deve fare
cosa); la rivalutazione per verificare l’efficacia delle misure attuate”.
La valutazione
del rischio quindi attenersi ai “seguenti
principi:
-
“la valutazione e promossa e gestita dal datore del lavoro e/o dal top
management;
-
l’oggetto della valutazione è l’organizzazione del
lavoro: gli elementi che possono costituire fattori di stress lavoro-correlato e la loro
percezione da parte dei lavoratori;
-
il processo è orientato alle soluzioni, soprattutto soluzioni di tipo
collettivo, a forte valenza preventiva;
-
la valutazione si impernia sulla partecipazione effettiva dei lavoratori attraverso
un processo di coinvolgimento dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti;
-
va garantita sempre e comunque la centralità degli attori interni della
prevenzione (RSPP, Medico competente, RLS);
-
la valutazione deve integrarsi nel processo complessivo di valutazione dei
rischi e nel relativo documento ed inserirsi nel programma generale di
prevenzione e protezione aziendale con il relativo piano attuativo”.
In
particolare il rispetto delle indicazioni
metodologiche della Commissione Consultiva, all’interno degli obblighi di valutazione delineati dal Decreto
legislativo 81/2008, comporta “almeno l’attuazione
delle tappe di seguito indicate, che devono essere esplicitamente pianificate
secondo tempi stabiliti dalla stessa azienda”.
Innanzitutto
alcune
azioni propedeutiche:
-
“individuazione dei soggetti aziendali, eventualmente affiancati da consulenti
esterni, che partecipano al processo di valutazione (costituzione del team di
valutazione);
-
scelta dello strumento di valutazione (metodo da seguire);
-
formazione dei soggetti valutatori, sul metodo scelto, se necessaria;
-
individuazione dei gruppi omogenei/partizioni organizzative in cui suddividere
l’azienda, in ragione dell’effettiva
organizzazione aziendale;
- definizione delle modalità con cui sentire i
lavoratori o gli RLS\RLST, in relazione alla valutazione dei fattori di contesto
e di contenuto”.
Su tutti questi aspetti “devono essere
consultati gli RLS”.
Queste le successive
tappe:
-
valutazione preliminare;
-
individuazione e attuazione degli interventi correttivi, se necessari, in base
ai risultati della valutazione preliminare;
-
verifica dell’efficacia degli interventi attuati;
-
valutazione approfondita, ove gli interventi correttivi siano risultati
inefficaci;
-
individuazione e attuazione di ulteriori interventi correttivi, se necessari,
in base ai risultati della valutazione approfondita;
-
monitoraggio e aggiornamento della valutazione”.
Si
ricorda che al di là degli obblighi di informazione e formazione del Testo
Unico, le iniziative di
informazione e
sensibilizzazione rivolte a lavoratori, dirigenti e preposti, “come azione
propedeutica della valutazione possono risultare utili per favorire una partecipazione
consapevole”. Si segnala inoltre che un Decreto
della Regione Lombardia del 15 novembre 2011 fornisce indicazioni per la realizzazione di un buon percorso di valutazione del rischio
(good practice) e su ulteriori possibili arricchimenti (best practice).
Riguardo
alla valutazione
del rischio da stress lavoro-correlato e ai
contenuti minimi del documento di valutazione (DVR), si indica che
tale documento “deve corrispondere alla specifica realtà aziendale e riportare
l’intero percorso di valutazione e gestione del
rischio stress lavoro-correlato che l’azienda ha seguito:
a) descrizione dell’azienda e dell’attività lavorativa, che contenga gli elementi utili a giustificare
il criterio di individuazione dei gruppi omogenei/partizioni organizzative di
cui al successivo punto f);
b) criteri e metodi di valutazione e figure
aziendali coinvolte;
c) modalità con la quale sono stati sentiti i
lavoratori in rapporto ai fattori di contenuto e contesto;
d)
formazione delle figure aziendali coinvolte, ove effettuata;
e)
azioni comunicative ed informative, per tutti i lavoratori, ove intraprese;
f)
individuazione dei gruppi omogenei di lavoratori o delle partizioni
organizzative per ognuna delle quali è stata effettuata la valutazione e
esplicitazione del criterio adottato per l’individuazione;
g) analisi del rischio e risultati (valutazione
preliminare, verifica
dell’efficacia di interventi adottati ed eventuale
valutazione approfondita);
h) misure di prevenzione, sia quelle in atto, sia
quelle da adottare con interventi correttivi in base all’esito della
valutazione;
i) il piano attuativo delle misure e degli interventi,
con l’indicazione dei soggetti aziendali che vi devono
provvedere;
j) pianificazione del monitoraggio nel tempo ed
aggiornamento periodico”.
L’ultima
domanda/risposta presente nel capitolo dedicato ai principi generali della valutazione
dello stress lavoro-correlato, è relativa alla
partecipazione al processo di valutazione.
Nella
fase preliminare la valutazione “può
essere condotta senza il ricorso a professionalità esterne”.
In
particolare a tale fase partecipano:
- “datore di lavoro o persona delegata;
- RSPP e/o ASPP;
- medico competente (se nominato);
- RLS/RLST in relazione all’obbligo di sentire i
lavoratori o i loro rappresentanti sui fattori di contesto e contenuto;
- dirigenti e/o preposti e lavoratori, come fonti
in relazione agli specifici gruppi omogenei o partizioni organizzative;
- soggetti aziendali che rappresentano fonti
informative sugli eventi sentinella”.
Il documento raccomanda di costituire all’interno
delle aziende “un gruppo di gestione della valutazione (
team) composto almeno dal datore di lavoro o suo delegato, RSPP e/o ASPP,
medico competente, se nominato ed RLS. Il team cosi costituito, nelle aziende
medio-grandi, consulterà poi altre figure aziendali riguardo alle informazioni
da raccogliere (responsabili Risorse Umane, dirigenti/preposti, lavoratori
esperti)”.
Anche
nelle piccole aziende “il team sarà costituito solo da soggetti aziendali,
quali datore di lavoro, RSPP (quando le funzioni non sono svolte direttamente
dal datore di lavoro), medico competente (se nominato), RLS o RLST”.
Si
ricorda infine che “la
presenza di un
esperto in possesso di specifica professionalità, possibile ma non
obbligatoria nella prima fase, è necessaria nella fase approfondita a meno che
non si adottino metodi valutativi che prevedono il ricorso a sistemi automatici
che garantiscano la corretta elaborazione e interpretazione dei dati raccolti”.
Senza
dimenticare che “qualora si decida di ricorrere, per la valutazione
approfondita, all’uso di questionari, questi devono essere
utilizzati secondo livelli di accesso aderenti ad un codice etico
internazionale che stabilisca per ogni questionario le professionalità
abilitate all’uso”. E i
focus group “devono essere condotti da operatori esperti nella tecnica specifica”.
Coordinamento
tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, “ Stress
lavoro-correlato. Indicazioni per la corretta gestione del rischio e per
l’attività di vigilanza alla luce della lettera circolare del 18 novembre 2010
del Ministero del lavoro e delle politiche sociali”, gruppo di lavoro
interregionale coordinato da Fulvio d’Orsi (formato PDF, 335 kB).
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