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"Un manuale per i lavori in quota: come evitare la caduta dai tetti"

fonte puntosicuro.it / Sicurezza

18/04/2012 - La caduta dall’alto non è solo la causa più comune di infortunio grave o mortale nel comparto edile, è anche uno dei rischi professionali che può essere prevenuto con efficacia solo attraverso un’idonea progettazione della sicurezza e l’adozione di adeguate misure preventive e protettive.
Per arrivare a una reale riduzione degli infortuni sul lavoro anche nei lavori edili è importante fare un’adeguata valutazione del rischio e pianificare le misure di sicurezza. Pianificazione  che deve privilegiare gli interventi che eliminano o riducono il rischio alla fonte, con priorità alle misure di protezione collettiva.

Proprio per fornire,  ai coordinatori per la progettazione e per l’esecuzione, alle imprese e ai capo-cantiere, i criteri per una efficace progettazione e pianificazione delle misure di sicurezza, è stata elaborata dalla Regione Veneto - Azienda U.L.S.S. 15 “Alta Padovana” la terza edizione del documento “ Io non ci casco - Manuale operativo per chi lavora in altezza”.
 
La presente edizione - pubblicata sul sito prevenzionecantieri.it (portale informativo collegato al Piano Nazionale di Prevenzione in Edilizia) - è stata completamente rinnovata nella presentazione grafica e aggiornata in merito ai contenuti del Decreto legislativo 81/2008 e del D.Lgs. 106/2009, nonché alle più recenti indicazioni riportate nelle linee guida tecniche nazionali.
 
Ci soffermiamo oggi sul capitolo dedicato al rischio di caduta dai tetti.
 
Ricordando che la maggior parte delle coperture, esistenti o in costruzione, “non è praticabile in quanto l’accesso e il transito su di esse presenta sempre in qualche modo il rischio di caduta”, il manuale sottolinea che per lavorare sulle coperture è necessario “predisporre misure di sicurezza specifiche quali:
- adeguati sistemi di accesso (ad esempio ponteggi, ponti su ruote, ecc.);
- opere provvisionali (ad esempio ponteggi, camminamenti, reti sicurezza, ecc.);
- Dispositivi di Protezione Individuali (DPI).
 
Inoltre è importante:
- verificare se sono già stati predisposti sul fabbricato sistemi di accesso e ancoraggio come previsto dalle norme vigenti;
- prima dell’accesso ad una copertura non praticabile accertarsi che il solaio sia portante e che non presenti rischio di sfondamento a causa del peso delle persone e di eventuali materiali depositati”.
 
Riguardo alle coperture, il manuale distingue tra;
- coperture portanti: “ sono ad esempio quelle che poggiano su solaio in calcestruzzo, con valore della portata riferita ai carichi verticali concentrati non inferiore a 2.00 kN/m2 (rif. DM 14/9/2005 Norme tecniche per le costruzioni)”;
- coperture non portanti: “in qualsiasi stato di mantenimento, sono, ad esempio, quelle costituite solamente da lastre in fibro cemento (es. Eternit) o da solette in cotto (tavelloni). Il transito su di esse espone ad elevato rischio di caduta per sfondamento in quanto non possono sostenere né il peso delle persone né quello di eventuali materiali depositati”.
In questo senso, e con riferimento ai tanti incidenti correlati, come rilevato anche dalla rubrica “ Imparare dagli errori”, il documento ricorda che “prestare attenzione” nel camminare sulle travature o sulle strutture reticolari di sostegno di una copertura in eternit, “non rappresenta una misura di sicurezza”! 
 
Veniamo alle priorità delle misure di sicurezza sulle coperture.
 
Intanto quando si devono eseguire lavori sulle coperture “è necessario privilegiare l’adozione di misure di protezione collettiva, come l’installazione di ponteggi lungo tutto il perimetro dell’edificio oggetto dei lavori”.
Inoltre:
- “il personale addetto all’installazione di ponteggi deve ricevere un’adeguata formazione mediante la partecipazione ad un corso teorico-pratico di cui deve essere acquisita attestazione;
- se, per motivi tecnici-organizzativi, “non sia possibile allestire ponteggi dovranno essere installati lungo tutto il perimetro parapetti ancorati alla struttura del fabbricato”.
 
Ecco in ordine di priorità le misure di sicurezza “che si devono mettere in atto a protezione dei lavori svolti sulle coperture sono le seguenti:
- parapetti di protezione lungo tutti i lati verso il vuoto;
- assiti di chiusura dei lucernari e delle aperture presenti sulla copertura;
- sottopalchi di sicurezza e di servizio;
- reti di sicurezza;
- camminamenti su coperture non portanti;
- utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) contro le cadute”.
Si ricorda che, a seconda dei casi, “devono essere allestite contemporaneamente più soluzioni tra quelle sopra indicate”.
 
Nel manuale, che vi invitiamo a visionare anche in relazione alla ricchezza di disegni esplicativi, uno schema riassume le possibili soluzioni da adottare su coperture non praticabili, portanti o non portanti (soluzioni che richiedono una corretta pianificazione dei lavori e un’adeguata formazione e addestramento dei lavoratori).
 
Ad esempio in caso di copertura portante sono proposte, se realizzabili, due soluzioni:
- SOLUZIONE 1: ponteggi con parapetto lungo tutti i lati verso il vuoto;
- SOLUZIONE 2: parapetti lungo tutti i lati verso il vuoto.
Mentre in caso  di coperture non portanti sono proposte, se realizzabili, due altre soluzioni:
- SOLUZIONE 4: camminamenti; parapetti o ponteggi lungo tutto il perimetro dell’area di lavoro; sottopalco di sicurezza sotto la copertura;
- SOLUZIONE 5: camminamenti; parapetti o ponteggi lungo tutto il perimetro dell’area di lavoro; reti di sicurezza tesate sotto la copertura.
Infine una soluzione alternativa quando le soluzioni 1-2-4-5 non sono completamente realizzabili:
- SOLUZIONE 3: predisposizione di camminamenti su copertura non portante; parapetti o ponteggi sui lati dell’area di lavoro in cui i DPI non proteggono contro le cadute; uso di dispositivi di protezione individuali (DPI) contro le cadute.
 
ci soffermiamo brevemente, in relazione alle coperture non portanti, su quanto indicato dal manuale in relazione alla scelta tra le soluzioni 4 e 5.
Ricordando che sottopalchi e reti di sicurezza allestiti sotto la copertura, “proteggono unicamente contro il rischio di caduta attraverso aperture o per sfondamento della copertura stessa. Non proteggono contro il rischio di caduta verso l’esterno del perimetro del fabbricato, devono perciò essere previsti parapetti o ponteggi di protezione lungo il perimetro”:
 
- SOLUZIONE 4 (sottopalchi di sicurezza): “i sottopalchi di sicurezza sono preferibili laddove le caratteristiche del sito consentono la loro agevole installazione. L’allestimento dell’ultimo impalcato deve essere effettuato il più vicino possibile alla copertura”;
- SOLUZIONE 5 (reti di sicurezza): “l’uso delle reti di protezione è vantaggioso per lavori con evoluzione relativamente veloce che possono essere eseguiti a ‘lotti’ successivi. Per il loro montaggio è necessario seguire le indicazioni d’uso del fabbricante ed inoltre occorre assicurare che: la rete sia installata quanto più vicino possibile al piano di lavoro, al fine di ridurre l’altezza di caduta; lo spazio sotto la rete sia libero da ostacoli, considerando anche la sua deformazione in caso di caduta di una persona; siano presenti idonei punti di ancoraggio perimetrali in funzione di quanto previsto dal fabbricante”.
 
L’ indice del manuale:
 
Il rischio di caduta dai tetti
Priorità delle misure di sicurezza sulle coperture
Misure di sicurezza su coperture non praticabili
Coperture portanti
Coperture non portanti
Uso di D.P.I. su coperture non praticabili
Esempi applicativi
Il Fascicolo adattato alle caratteristiche dell’opera e il Piano Operativo di Sicurezza
Glossario
Appendice
Elenco delle norme tecniche di riferimento
Bibliografia e siti web tematici
 
 
Regione Veneto - Azienda U.L.S.S. 15 “Alta Padovana”, “ Io non ci casco - Manuale operativo per chi lavora in altezza”, terza edizione a cura di Manuela Barizza e Francesco Zecchin SPISAL Azienda U.L.S.S. 15 “Alta Padovana” (formato PDF, 15.02 MB).
 

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