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"Ambienti confinati: misure preliminari e obblighi dei lavoratori"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
18/05/2012 - PuntoSicuro ha presentato ieri un documento recante soluzioni
tecniche, organizzative e procedurali per i lavori da realizzare in
ambienti sospetti di inquinamento o
confinati.
Si
tratta delle buone prassi richiamate nell’articolo 3 del Decreto
del Presidente della Repubblica n. 177 del 14 settembre 2011 – recante norme
per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in
ambienti sospetti di inquinamento o confinati - che la Commissione consultiva permanente per
la salute e sicurezza sul lavoro ha raccolto in un primo “ Manuale illustrato
per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi dell’art.
3 comma 3 del dpr 177/2011” .
Un
manuale che, con un linguaggio reso efficace dal supporto narrativo di una
storia illustrata, prende come riferimento l’attività di bonifica
di una cisterna interrata, ma riporta informazioni di carattere generale
applicabili anche ad altri ambienti confinati sospetti di inquinamento.
Rimandando
ad un futuro articolo l’approfondimento relativo agli elementi più
significativi della bonifica raccontata nel manuale (scelta di imprese
qualificate, valutazione dei rischi, organizzazione della squadra di lavoro,
...), ci soffermiamo oggi su alcuni
punti fondamentali per l’elaborazione delle
procedure di sicurezza.
Intanto
è necessario verificare che i lavori all’interno di ambienti confinati non possano
essere svolti in altro modo (ad esempio dall’esterno con l’apporto di dispositivi
teleguidati, telecamere, e “tenendo comunque conto dello stato dell’arte e
dello sviluppo tecnologico”).
Inoltre
l’eventuale attività in ambienti confinati deve essere
autorizzata e condivisa: in allegato al manuale sono presenti
appositi moduli autorizzativi.
Il
manuale riporta una serie di
misure e precauzioni
preliminari da mettere in atto prima dei lavori:
-
“effettuare una specifica analisi per l’identificazione dei pericoli dalla
quale deve discendere una adeguata valutazione dei rischi, tenendo conto delle
possibili modifiche nel tempo delle condizioni ambientali e di lavoro iniziali
(ad es. infiltrazione di gas metano in una condotta fognaria/scavo per la
presenta di un gasdotto …);
- definire specifiche procedure operative che
individuino: caratteristiche
dell’ambiente confinato, dei lavori che devono essere svolti e loro durata,
tenendo conto anche dei turni degli operatori; modalità per delimitare l’area
di lavoro (per evitare eventuali rischi da interferenza); modalità per
accertare l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei
lavoratori; modalità con la quale effettuare una bonifica se sono presenti
sostanze pericolose;
- stabilire adeguate modalità di gestione di
un’eventuale emergenza in funzione del rischio presente, dell’accesso
(orizzontale o verticale, a livello del suolo o in quota), delle dimensioni e
delle caratteristiche strutturali dell’ambiente confinato, anche eventualmente
in coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale e
dei Vigili del Fuoco;
-
informare, formare e addestrare i lavoratori coinvolti nell’attività con
particolare riferimento all’applicazione delle procedure e all’uso dei DPI,
della strumentazione e delle attrezzature di lavoro sulla base delle attività
da svolgere e dei rischi presenti”.
Quindi
- continua il manuale -
va valutata:
-
“la necessità, in alcuni casi, di ricorrere a una ventilazione forzata o altri
mezzi idonei;
-
la necessità, tipo e frequenza dei monitoraggi ambientali (prove di
abitabilità) attraverso adeguata strumentazione di rilevamento, opportunamente
tarata ed eventualmente dotata di sistemi di allarme acustico e/o luminoso (ad
es. strumenti che rilevano la presenza di più gas, il contenuto di ossigeno, il
livello di contaminanti, il livello di esplosività, le condizioni
microclimatiche);
-
l’opportunità di eseguire il
monitoraggio in continuo, quando possa esservi dubbio sulla pericolosità
dell’atmosfera. In caso di atmosfere potenzialmente esplosive, la
strumentazione dovrà essere rispondente al DPR 126/98 - recepimento della
direttiva di prodotto ATEX - e di categoria scelta dal responsabile dei lavori
in relazione alla probabilità e durata dell’atmosfera esplosiva;
-
l’eventuale presenza di rischi indotti dalle lavorazioni previste (ad es.
formazione di fumi) o dal contesto in cui si opera (es. attività con lunga
permanenza in pozzetti stradali sotterranei ubicati in strade ad alta intensità
di traffico o in vicinanza di corsi d’acqua);
-
la necessità e la modalità con la quale isolare l’ ambiente confinato dal resto
dell’impianto (ad es. chiusura e blocco di serrande, valvole, saracinesche che
possano immettere sostanze pericolose nell’ambiente confinato, sezionamento
degli impianti elettrici, lockout-tagout), installando opportuna segnaletica e
cartellonistica;
- la modalità di verifica dell’idoneità e
funzionalità delle attrezzature di lavoro e di soccorso;
-
la modalità di verifica dei requisiti e dell’idoneità dei DPC (dispositivi di
protezione collettiva) e dei DPI;
-
laddove necessario, l’opportunità di eseguire la prova di tenuta o fit–test (verifica
che la maschera sia della giusta misura e sia indossata correttamente dall’operatore,
ndr) dei DPI
per le vie respiratorie”.
Il
manuale affronta poi il tema della segnaletica e dell’
esecuzione dei lavori con riferimento specifico a apparecchi di
protezione, bonifiche, sorgenti di energia autonoma, sistemi di comunicazione,
assistenza dall’esterno, presenza di gas negli scavi.
Ricordando
che nell’esecuzione dei lavori in ambienti confinati è sempre necessario
avvalersi di personale in possesso di competenze e formazione specifiche,
concludiamo questa presentazione delle misure preliminari riportando le
necessarie specificità del personale interno e esterno all’ambiente confinato.
I lavoratori che
entrano nell’ambiente confinato devono:
-
“avere l’idoneità sanitaria per la mansione specifica;
-
conoscere i pericoli presenti e la procedura di lavoro;
-
conoscere le caratteristiche tecniche dei DPI ed utilizzarli in modo appropriato
secondo l’addestramento ricevuto;
-
laddove necessario, indossare i DPI idonei per consentire una rapida estrazione
in caso di condizioni anomale e/o impreviste (ad esempio una imbragatura
completa, collegata mediante una fune ad apposito argano o treppiede);
-
mantenersi in costante comunicazione (vocale e/o visiva) con l’addetto esterno
e nel caso in cui la comunicazione avvenga con apparecchi trasmittenti deve
essere assicurata la non schermatura di tali trasmissioni dagli stessi ambienti
di natura metallica;
-
conoscere le procedure
di emergenza;
-
laddove necessario, munirsi di apparecchio portatile, dotato di dispositivo di
allarme, per la misurazione in continuo della percentuale di ossigeno o di
altre sostanze;
-
laddove necessario, munirsi di apparecchio portatile, dotato di dispositivo di
allarme, per la misurazione in continuo della concentrazione in aria di
sostanze infiammabili (in % del limite inferiore di esplodibilità LEL);
-
laddove necessario, dotarsi di sistemi a funzionamento elettrico o a batteria
rispondenti ai requisiti di sicurezza del DPR 126/98 (recepimento della
Direttiva ATEX);
-
evacuare immediatamente l’ambiente confinato e comunicare al proprio
responsabile ogni condizione anomala e/o imprevista riscontrata all’interno
dell’ambiente;
-
evacuare immediatamente l’ambiente confinato quando ordinato dall’operatore
esterno e/o all’attivazione di qualche segnale codificato di allarme e/o al
riconoscimento di qualche sintomo di malessere fisico”.
Gli operatori
esterni devono:
-
“avere l’idoneità sanitaria per la mansione specifica;
-
conoscere i pericoli presenti e la procedura di lavoro;
-
assicurare la presenza per tutta la durata dei lavori. Se per qualunque motivo
ci si deve allontanare, deve essere richiesto il cambio ad un altro operatore,
anche esso in possesso di competenze e formazione specifiche e dotato di idonei
DPI;
-
mantenere una comunicazione costante con il lavoratore/i all’interno;
-
proibire l’ingresso a chiunque non sia stato autorizzato;
-
controllare che le condizioni di sicurezza non mutino e/o non sopraggiungano
pericoli dall’esterno;
-
conoscere le procedure di emergenza;
-
far evacuare immediatamente l’ ambiente
confinato se si verifica una condizione anomala e/o imprevista (ad esempio
riconducibile alle modalità di lavoro e/o alle condizioni del lavoratore);
-
essere specificatamente equipaggiato ed addestrato al primo soccorso per
l’assistenza e il recupero del lavoratore”.
Si
ricorda, infine, prima di entrare per prestare assistenza i soccorritori devono
indossare i previsti DPI.
Commissione
Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, “ Manuale
illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi
dell’art. 3 comma 3 del dpr 177/2011”, documento approvato nella seduta del
18 aprile 2012 (formato PDF, 3.33 MB).
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