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"Imparare dagli errori: tutelare salute e sicurezza degli imbianchini"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
17/05/2012 - Chiudiamo con questa puntata il nostro viaggio attraverso gli
incidenti e i rischi delle attività di
imbianchino,
intonacatore,
stuccatore e
gessatore
in ambito edile; un viaggio che purtroppo potrebbe continuare ancora per molto:
sono infatti molte le schede tratte dall’archivio di
INFOR.MO.
- strumento
per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi – che riguardano gli incidenti
di queste figure professionali.
Come
sempre riportiamo le dinamiche di alcuni incidenti, proponendo per concludere
alcuni spunti, alcuni suggerimenti per migliorare la prevenzione degli
infortuni e la tutela della salute dei lavoratori.
I casi
Il
primo caso riguarda
opere di stuccatura.
Un
lavoratore esegue opere
di stuccatura del frontalino di un balcone del primo piano utilizzando “due
elementi di ponteggio metallico costituiti da due cavalletti metallici
preformati collegati tra loro da una tavola di legno”.
Dopo
la pausa pranzo un operaio nota la presenza del corpo del collega riverso a
terra tra la sede stradale ed il marciapiede senza aver avvertito alcuna
richiesta di aiuto o altro.
Le
indagini successive hanno rilevato che il lavoratore deceduto era ad una
altezza di 3,60 metri, “sulla tavola di legno priva di qualunque protezione di
caduta nel vuoto con un intavolato insufficiente”. Probabilmente si è
sbilanciato sporgendosi troppo.
Sono
tante le
mancanze in questo
incidente: mancanza nel ponteggio di protezioni contro le cadute dall'alto,
mancanza di cinture di sicurezza e mancanza di prudenza, forse anche correlata
al consumo di vino durante la pausa pranzo.
Il
secondo caso è relativo a
opere di imbiancatura.
Un
lavoratore sta imbiancando il soffitto di un capannone vuoto per conto di una
ditta che ne avrebbe fatto il proprio deposito. Utilizzava un trabattello
fornito in comodato d'uso gratuito dalla committenza e “che - secondo il
contratto firmato dalle parti - risultava completo di tutti gli elementi di
sicurezza. Di fatto, però, mancavano la scaletta, le tavole fermapiede, alcuni
correnti e parapetti”.
Il
lavoratore cade al suolo dall'alto e muore sul posto per frattura della base
cranica. Non si sa se sia caduto dalla sommità del trabattello (4 metri) o
magari nel salire/scendere dai montanti laterali dello stesso.
Anche
il
terzo caso è relativo all’ attività
di imbiancatura.
L’operaio
opera in una cantiere su incarico del committente. Deve imbiancare l'edificio
con tre piani fuori terra aiutato da un altro lavoratore da lui chiamato.
Il
lavoratore si trova sul ponteggio a circa 6 metri da terra quando perde l'equilibrio.
In assenza di protezioni sul lato verso il vuoto cade a terra procurandosi
fratture multiple che ne provocavano la morte. Anche in questo caso è stata
rilevata l’inadeguatezza delle protezioni.
Infine
il
quarto caso riguarda il
rifacimento intonaco e l’
imbiancatura di una parete esterna.
Un
lavoratore in pensione e proprietario dell’immobile in rinnovamento si appresta
a salire su un ponteggio per imbiancare la facciata esterna del proprio
immobile. Sale al secondo piano del ponteggio a circa 4,2 metri di altezza, attraverso
l’uso di una scala metallica portatile, alta circa 4,4 metri. Tutta
l’attrezzatura per allestire il ponteggio è fornita dal figlio, titolare di
un’impresa edile.
Improvvisamente
il lavoratore cade dall’alto e riporta trauma cranico con stato di coma,
otorragia, trauma toracico con emorragia via aeree che ne determinano il
decesso il giorno successivo.
In
base alla ricostruzione fatta attraverso gli elementi presenti sul luogo
“probabilmente l’infortunato è caduto dalla scala non a causa di un ribaltamento
della stessa, ma forse per una perdita di equilibrio”. “La scala trovata
appoggiata, e usata dall’infortunato per salire, non era l'attrezzo da usare
essendo presenti le regolamentari scale di accesso nell'impalcatura predisposte
dal figlio”.
La prevenzione
Nelle
precedenti puntate abbiamo proposto diversi elementi di prevenzione con
particolare riferimento alle protezioni e dispositivi in grado di evitare o
ridurre le conseguenze del rischio
di caduta dall’alto.
Riprendiamo
il tema riproponendo alcune informazioni tratte da un documento prodotto da Suva,
istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, e intitolato
“ Come evitare danni a
edifici e persone” con riferimento, in questo caso, ad attività di
manutenzione e pulizia di facciate, finestre e tetti.
Cercando
di evitare installazioni di fortuna, che hanno un maggior rischio di
infortunio, il documento di sofferma sui requisiti necessari di alcune
installazioni destinate alla manutenzione
di edifici:
-
impianti
a navicella sospesa (costituiti da un carrello di traslazione dotato di un
braccio portanavicella e da un argano);
-
installazioni
mobili per facciate (installazioni che possono essere traslate su rotaie e
guide lungo le facciate);
-
passerelle
mobili (attrezzature che scorrono lungo rotaie o guide e sono “montate
sotto le solette o sul tetto e manovrate manualmente oppure motorizzate”);
-
installazioni
speciali (impianti speciali progettati e costruiti per edifici complessi).
Se
non sono presenti installazioni permanenti si possono utilizzare
installazioni provvisorie che “sono
indicate per svolgere lavori di pulizia e manutenzione su edifici di piccole
dimensioni o per eseguire lavori di breve durata su edifici grandi”, ad
esempio:
-
piattaforme di lavoro sospese
(piattaforme sospese a livelli variabili con argano incorporato che possono
essere agganciate a bracci fissi, mobili o scorrevoli);
-
piattaforme aeree (piattaforme che
“possono essere utilizzate illimitatamente per eseguire lavori di pulizia e
manutenzione, a patto di rispettare il raggio d’azione e la portata del
terreno”);
-
installazioni di sicurezza da applicare
a telai di porte e finestre (ad esempio gabbie per pulizia e ringhiere che
possono essere installate dall’interno dell’edificio in modo da creare
postazioni di lavoro sicure);
-
ponteggi mobili su ruote (postazioni
di lavoro per eseguire in quota la pulizia di superfici e piccoli lavori di
manutenzione).
Il
documento si sofferma anche su:
-
scale a pioli (mezzi di accesso
provvisori che possono essere utilizzate come postazioni di lavoro
mobili): è possibile “svolgere piccoli
lavori su superfici di dimensioni contenute e sulle quali non vengono
esercitate forze orizzontali rilevanti”;
-
ponteggi fissi: “devono essere
utilizzati ogni qualvolta risulta impossibile ricorrere a postazioni di lavoro
sicure di altro tipo” e spesso questa è “l’unica soluzione praticabile se non
si è pensato alla pulizia o alla manutenzione dell’edificio in fase di
progettazione”;
-
dispositivi di protezione individuale
contro le cadute dall’alto: in molti casi gli operatori che sono impegnati
in lavori in quota di pulizia e manutenzione e senza particolari installazioni
permanenti o provvisorie possono proteggersi, con un’imbracatura di sicurezza;
-
lavori in sospensione a corde portanti:
sono relativi ai casi in cui i “lavori di pulizia e manutenzione non possono
essere eseguiti con le normali installazioni tecniche”.
Concludiamo
con qualche informazione, in questo caso specifica per i lavori di imbiancatura,
per favorire la consapevolezza e la prevenzione di altri
rischi correlati alla salute dei lavoratori.
Ad
esempio in “ Valutazione
del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nella mansione di
imbianchino/tinteggiatore”, comunicazione presentata al 73° Congresso Nazionale
SIMLII a cura di N. Vitelli, E. Carissimi, N. Battevi, e M. Salvioni, si
affrontano i rischi da
sovraccarico
biomeccanico tra gli imbianchini/tinteggiatori.
Sono
stati analizzati “con metodo OCRA-Checklist 24 compiti, rappresentativi di
circa il 90% delle attività svolte da tinteggiatori coinvolti nella
realizzazione di finiture di abitazioni civili”: “più dell’80% dei compiti
presentava un livello di rischio da sovraccarico biomeccanico dell’arto
superiore medio o elevato”.
Infine
un documento tratto da un sito per la prevenzione delle dermatosi professionali
(“2mani”), con il sostegno del Dipartimento di Medicina del lavoro di Suva, istituto svizzero per
l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, offre informazioni per la
prevenzione delle dermatosi professionali
alle mani in imbianchini
e stuccatori/gessaioli.
Infatti
“la pulizia ripetuta delle mani con solventi destinati a diluire la pittura e a
pulire gli attrezzi può, da sola, danneggiare la pelle” (contatto con decapanti
e solventi, gesso, colle, resine, vernici e pitture, polvere dell’edilizia,
pulizia superfici, lavaggio delle mani, …).
Queste
alcune brevi
note di prevenzione:
-
“leggere e rispettare le istruzioni d'uso. Si devono conoscere i rischi per la
nostra salute dei prodotti che utilizziamo;
-
non toccare le sostanze tossiche e allergizzanti direttamente a mani nude;
-
portare dei guanti adatti”;
-
evitare di sporcare le mani;
-
pulire le mani senza prodotti aggressivi;
-
risciacquare le mani e asciugarle con cura;
-
utilizzare regolarmente una crema per le mani (“l'applicazione regolare di una
crema per le mani facilita la riparazione della pelle irritata. La crema
aumenta la resistenza naturale della pelle idratandola e lubrificandola”).
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