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"Lavori in sotterraneo: i rischi di franamento dello scavo"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
21/05/2012 - In relazione al Decreto
del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 177, recante il
regolamento relativo alle norme per la qualificazione delle imprese e dei
lavoratori autonomi operanti in ambienti
sospetti di inquinamento o confinati,
riprendiamo a parlare di ambienti confinati e di
lavori in sotterraneo presentando alcuni documenti informativi
relativi all’analisi dei rischi e alle modalità di prevenzione.
Un
documento pubblicato sul sito del DPL di Modena - recentemente riaperto dopo alcune
vicissitudini che ne hanno visto la temporanea chiusura - può fornire
informazioni sui lavori in sotterraneo, con riferimento ai
lavori eseguiti in sotterraneo per costruzione, manutenzione e
riparazione di gallerie, caverne, pozzi e opere simili, a qualsiasi scopo
destinati, ai quali siano addetti
lavoratori
ai
sensi dell’art. 1 del
D.P.R. 20 marzo 1956, n. 320, recante
"Norme per la prevenzione degli infortuni e l'igiene del lavoro in
sotterraneo".
“ Sicurezza
nei lavori in sotterraneo – Lezione 2: Analisi e riduzione dei rischi”, di
Maurizio Magri (Ingegnere, Resp. U.O. Vigilanza Tecnica Direzione Regionale del
Lavoro di Torino), documento pubblicato sul mensile “I Corsi”
In
“
Sicurezza nei lavori in
sotterraneo – Lezione 2: Analisi e riduzione dei rischi”, di Maurizio
Magri (Ingegnere, Resp. U.O. Vigilanza Tecnica Direzione Regionale del Lavoro
di Torino), dopo una prima lezione dedicata all’analisi delle operazioni e ai
riferimenti normativi, l’autore si sofferma sulla riduzione dei rischi
lavorativi con riferimento ai rischi legati all’ambiente di lavoro, all’impiego
di esplosivi, alle atmosfere esplosive, ai rischio elettrico e al rischio
incendio.
Il
documento – pubblicato su “
I Corsi”,
mensile di formazione e aggiornamento professionale collegato alla rivista “ ISL- Igiene & sicurezza sul lavoro” – si sofferma in
particolare sui rischi principali e prevalenti presenti in
galleria, indicando le misure di prevenzione e protezione che si
sono dimostrate efficaci nella pratica.
L’autore
ricorda che in un cantiere con lavori in sotterraneo deve essere “redatto, da
parte dell’impresa esecutrice, il Piano Operativo di Sicurezza
(POS), di cui all’art. 96 del D.Lgs. n. 81/2008, nonché, qualora vi sia la
presenza anche non contemporanea di due o più imprese, e, da parte del
Coordinatore per la Sicurezza, il Piano
di Sicurezza e Coordinamento (PSC) di cui all’art. 100 del D.Lgs. n.
81/2008”.
In
particolare per
l’individuazione dei
pericoli e la
valutazione dei rischi
si dovrà tener conto:
-
“dei pericoli legati a eventi naturali, come valanghe, caduta di seracchi,
caduta di pietre, colate di fango, piene,
fulmini e vento;
-
dei pericoli legati a eventi specifici del cantiere, come distacco di
materiale, fornello, tendenza al colpo di montagna (fenomeni di
decompressione), inondazione, sprigionamento di calore geotermico, quarzo,
amianto, radon, depositi di vecchi residui chimici, esplosioni, incendi, fumo,
pericoli legati alla depolverazione e ai trasporti;
-
di eventuali pericoli dovuti a gas naturale, nella misura in cui non si può
escluderne la presenza;
-
dei pericoli legati agli impianti e alle condotte di servizio”.
Invitandovi
a leggere l’intero documento, ci soffermiamo oggi brevemente, in relazione ai
rischi legati all’ambiente di lavoro, sui
rischi
di franamento dello scavo.
Infatti
le disposizioni al Capo II «Scavi e armature» del D.P.R. 320/1956 (artt.13-20)
parlano proprio dei sistemi di sicurezza atti a prevenire i rischi di
franamento, in ogni operazione di scavo della galleria.
L’autore
ricorda che “i cantieri di
scavo sono luoghi a maggiore rischio di gravi incidenti poiché sono
presenti pareti con roccia o terreno appena messe a vista, spazi e tempi
operativi ridotti che comportano inevitabilmente elevata concentrazione di
mezzi e di personale”.
In
questi cantieri la sicurezza dei lavoratori durante la fase di scavo richiede
“un approccio unitario e la
razionalità
dell’organizzazione del cantiere al fine di minimizzare i rischi connessi
alle lavorazioni e quelli legati alle interferenze, agli spazi operativi e ai
tempi di esecuzione ristretti”.
Dopo
aver elencato le successione di azioni elementari correlate all’
avanzamento del fronte, l’autore indica
che “in funzione della tecnica di abbattimento adottata, l’abbattimento, lo
sgombero e il caricamento possono essere svolti in sequenza o in parallelo, con
un grado di contemporaneità più o meno elevato, ma non possono mai essere
considerati indipendenti l’uno dall’altro, anche quando avvengono senza
sovrapposizione temporale. Infatti, occorre sempre considerare le
interferenze generate dalla
sovrapposizione degli spazi funzionali e dei rischi connessi alle varie
lavorazioni”.
Rimandandovi
alla lettura degli altri elementi di prevenzione, nel documento si indica che
le
scelte organizzative “devono
armonizzare, al massimo grado, i rapporti tra le diverse azioni elementari che
concorrono a realizzare l’avanzamento del fronte e devono escludere
duplicazioni e sovrapposizioni nella catena di comando. Le migliori condizioni
di sicurezza al fronte si ottengono quindi solo garantendo unità tra direzione
del cantiere-galleria ed esecuzione della fase di scavo (avanzamento del
fronte)”.
Dopo
aver elencato le azioni
elementari della
fase di scavo (abbattimento della roccia o del terreno al fronte, sgombero
dell’abbattuto fino al caricamento su mezzi di trasporto,
disgaggio delle pareti e del fronte «freschi di scavo», rivestimento di prima
fase, scavo dell’arco rovescio quando la sua esecuzione è imprescindibile dallo
scavo del fronte), l’autore sottolinea che il
subappalto, “anche di una sola di dette azioni elementari, non
garantisce l’unicità del governo e la correlazione tra le diverse azioni e
introduce un rischio infortunistico inaccettabile.
La fase di scavo deve essere, quindi, eseguita prioritariamente
dall’impresa che detiene la direzione del cantiere galleria”.
Nel
documento si fa inoltre cenno alla
sicurezza
nelle operazioni di disgaggio e posa dei rivestimenti provvisori e definitivi,
con lavoro in quota.
In
particolare “per eliminare le parti di roccia pericolanti e successivamente
effettuare la posa delle parti di rivestimento, si devono impiegare
attrezzature di lavoro adatte, come escavatori muniti di scarificatore, martelli
pneumatici di portata sufficiente, piccole gru, piattaforme di lavoro elevabili
(PLE) e apparecchi portatili”.
E
per evitare “il
pericolo di
schiacciamento di persone tra la piattaforma di
lavoro elevabile (PLE), usata per il lavoro in quota, e la volta, il
comando del ‘cestello’ deve essere installato direttamente nella piattaforma e
per proteggere dalla caduta di sassi le persone a bordo del ‘cestello’, nel
tratto di galleria non ancora consolidato vanno impiegate piattaforme elevabili
con un ‘cestello’ di lavoro munito di un tetto di protezione solido che copra
almeno una parte della sua superficie della piattaforma di lavoro”.
Concludiamo
questa breve disamina ricordando che il documento, in relazione al rischio di
franamento, si occupa anche della sicurezza negli scavi bilaterali
(abbattimento del diaframma per gallerie scavate da entrambi i lati) e negli
scavi in pendenza.
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