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"Celle a combustibile e batterie: si passa ai nanotubi"
fonte www.insic.it / Sicurezza
29/05/2012 -
Nanotubi di carbonio
multistrato pieni di difetti e impurità all'esterno potrebbero
sostituire i catalizzatori al platino, diventati troppo costosi,
utilizzati in celle a combustibile e batterie metallo-aria.
È quanto sostengono i ricercatori della Stanford University che, insieme a Vanderbilt University, Oak Ridge National Laboratory e Tsinghua University, hanno sviluppato questa alternativa a base di grafene, pubblicando i risultati del proprio studio su Nature Nanotechnology.
Il costo del platino è aumentato negli ultimi 5 anni da 800 a 2200 dollari l'oncia. "Il platino è molto costoso e dunque inutilizzabile per una commercializzazione su vasta scala - ha detto Hongjie Dai, professore di chimica alla Stanford e coautore dello studio - Sviluppare una alternativa a bassa è l'obiettivo della ricerca da decenni".
Tra le alternative più promettenti ci sono proprio i nanotubi al carbonio - un foglio arrotolato di carbonio puro chiamato grafene, con uno spessore pari a quello di un atomo e 10mila volte più leggero di un capello: nanotubi al carbonio e grafene sono eccellenti conduttori di elettricità e relativamente economici da produrre.
La ricerca della Stanford ha mostrato che distruggendo la parete esterna e lasciando intatte quelle interne, si migliora l'attività catalitica nei nanotubi, senza interferire con la loro capacità di condurre l'elettricità. "Abbiamo scoperto che poche impurità di ferro e azoto hanno reso la parete esterna molto attiva, mentre quella interna forniva un percorso per far muovere gli elettroni", ha detto Dai.
È quanto sostengono i ricercatori della Stanford University che, insieme a Vanderbilt University, Oak Ridge National Laboratory e Tsinghua University, hanno sviluppato questa alternativa a base di grafene, pubblicando i risultati del proprio studio su Nature Nanotechnology.
Il costo del platino è aumentato negli ultimi 5 anni da 800 a 2200 dollari l'oncia. "Il platino è molto costoso e dunque inutilizzabile per una commercializzazione su vasta scala - ha detto Hongjie Dai, professore di chimica alla Stanford e coautore dello studio - Sviluppare una alternativa a bassa è l'obiettivo della ricerca da decenni".
Tra le alternative più promettenti ci sono proprio i nanotubi al carbonio - un foglio arrotolato di carbonio puro chiamato grafene, con uno spessore pari a quello di un atomo e 10mila volte più leggero di un capello: nanotubi al carbonio e grafene sono eccellenti conduttori di elettricità e relativamente economici da produrre.
La ricerca della Stanford ha mostrato che distruggendo la parete esterna e lasciando intatte quelle interne, si migliora l'attività catalitica nei nanotubi, senza interferire con la loro capacità di condurre l'elettricità. "Abbiamo scoperto che poche impurità di ferro e azoto hanno reso la parete esterna molto attiva, mentre quella interna forniva un percorso per far muovere gli elettroni", ha detto Dai.
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