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"Movimentazione manuale dei carichi: Decreto 81 e UNI ISO 11228"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
30/05/2012 - Si è tenuto il 7 marzo 2012 a Collegno (TO) un convegno dal titolo
"
Approfondimenti tecnici e
normativi in materia di sicurezza e salute dei lavoratori",
organizzato dal Servizio Prevenzione Sicurezza degli Ambienti di Lavoro della ASL TO3.
Sul
sito dell’associazione SicurLav sono presenti gli
atti del convegno e uno dei documenti presentati ci permette un
approfondimento sulla prevenzione delle patologie correlate alla
movimentazione manuale dei carichi.
In
“
La movimentazione
manuale dei carichi - D.Lgs. 81/2008 e norma tecnica UNI ISO 11228 parte 1 e 2”,
a cura dell’ing. Dario Castagneri (TdP – SPreSAL ASL TO3), vengono presentate
diverse informazioni relative all’inquadramento normativo, alle misure
comportamentali e di prevenzione, all’applicazione delle norme ISO per la valutazione
dei rischi.
Nel
documento, nato come supporto per la formazione per RSPP/ASPP/CSP/CSE, si
ricorda che il Titolo VI del Decreto legislativo 81/2008, è dedicato
alla movimentazione manuale dei carichi (MMC) e riporta diverse novità rispetto
alla normativa previgente e, in particolare, al D.Lgs. 626/1994.
Ad
esempio in relazione alla definizione di movimentazione
manuale dei carichi.
Ai
sensi dell’art. 167, D.Lgs. 81/2008, si intendono per MMC
le operazioni di trasporto e di sostegno di un carico ad opera di uno o
più lavoratori, comprese le azioni di sollevare, deporre, spingere, tirare,
portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza
delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da
sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso lombari. Pertanto
“rientrano nel campo di applicazione tutte le azioni che possono comportare rischi
di patologie da sovraccarico biomeccanico, quali le patologie alle strutture
osteoarticolari, muscolo tendinee e nervovascolari (per esempio, le patologie a
carico degli arti superiori), e non solo le patologie dorso-lombari, alle quali
faceva riferimento il D.Lgs. n. 626/1994”.
Rimandando
i lettori alla lettura integrale del documento, con riferimento agli aspetti
normativi e ai riferimenti alle norme della serie ISO 11228, ci soffermiamo
sulle
misure comportamentali di
prevenzione, sulle procedure utili “per evitare le conseguenze negative che
una errata metodica di lavoro può provocare ad ognuno di noi”.
Infatti
spostare oggetti è un’azione che “effettuiamo tutti i giorni e spesso anche
inconsciamente”, con pesi che a volte sono trascurabili e altre volte assai
gravosi.
Tra
l’altro – continua l’autore del documento – “il
dolore lombare acuto, (lombalgia o low back pain) - il comune mal di
schiena - è assai diffuso nella popolazione generale di tutti i paesi e non
è certo una malattia ‘professionale’. Si tratta anzi, di una malattia
multifattoriale che può essere correlata alla adozione di posture scorrette
anche, ma non solo, durante il lavoro”.
Dunque
una malattia che può dipendere “da molte cause, inclusi difetti congeniti,
fattori genetici o legati alle dimensioni corporee, disfunzioni neurologiche,
stress emozionali e socio-economici, disturbi psicosomatici ed altro ancora”.
In
particolare per assumere “l’atteggiamento corretto ogni volta che si deve
effettuare la movimentazione manuale di un carico occorre tenere bene in mente
alcune
raccomandazioni:
-
non superare mai i limiti di peso del carico secondo quanto indicato dalla
normativa e dalle norme di riferimento;
-
“evitare la flessione
del rachide, puntando sempre al massimo equilibrio;
-
evitare di sottoporre la colonna vertebrale ed il resto del corpo a tensioni
meccaniche nocive”;
-
“chiedere informazioni ai dirigenti e ai preposti sul peso e sul centro di
gravità del carico, ove non riportato chiaramente sui contenitori dei pesi da
movimentare”.
Riguardo
al
centro di gravità il documento
indica che “un carico può essere più pesante di quanto sembri oppure disposto
male all’interno di un contenitore ed indurre un soggetto non pronto a fare uno
sforzo muscolare troppo grande, che può provocare sbilanciamento del corpo”.
Per
mostrare i comportamenti e le procedure idonee di movimentazione
manuale dei carichi, vengono presentate
tre diverse situazioni.
Nel
primo caso il
carico è pesante (benché comunque inferiore ai
limiti di peso indicati dalle norme).
In
questo caso è necessario attenersi alla “seguente
sequenza di azioni:
-
“
prendere posizione vicino al carico, di
fronte alla direzione di spostamento, con i piedi su una base stabile e
leggermente divaricati a circondare parzialmente il carico: così facendo si
allontanano i rischi di squilibrio, si ottiene un maggior controllo dello
sforzo e si avvicina il centro di gravità corporeo a quello del carico da
sollevare;
-
flettere le anche e le ginocchia e non
la colonna: la pressione sui dischi e i corpi vertebrali, imposta
dall’inclinazione del tronco e dal carico supplementare, sarà contenuta e molto
più sopportabile;
-
tendere i muscoli della schiena prima di
spostare il carico ed afferrare il carico con una presa sicura: tendendo i
muscoli della schiena si favorisce il sostegno della colonna durante lo sforzo
e ogni situazione imprevista sarà meglio gestita. Una presa sicura, poi, è
estremamente importante. Infatti, cedimenti o scivolamenti delle mani possono
portare a movimenti a scatto o incontrollati che possono creare problemi o
causare infortuni;
-
portare l’oggetto verso se stessi e
sollevarsi tendendo le gambe: riducendosi le distanze tra i centri di
gravita ogni movimento diventa più semplice ed equilibrato e si ottiene un
controllo migliore dello sforzo;
-
eseguire il movimento con gradualità e
senza strappi: il movimento graduale evita eventuali tensioni muscolari che
potrebbero causare strappi o eccessiva pressione sui dischi vertebrali”.
In
relazione a questa tecnica di sollevamento a ginocchia flesse l’autore riporta
alcune
osservazioni:
-
“deve esserci una effettiva riduzione della distanza tronco-carico e il peso
deve trovarsi tra le ginocchia;
-
se per ipotesi, a causa del volume eccessivo, il carico venisse sollevato
davanti alle ginocchia, si avrebbe l’effetto contrario di un aumento della
forza applicata sulle vertebre lombari;
-
il carico non deve essere troppo pesante, poiché la forza dei muscoli delle
gambe e inferiore a quella che può essere sviluppata dai muscoli erettori della
schiena;
-
quando si solleva un carico
troppo pesante, chinati e con le ginocchia flesse, si tende d’istinto a
sporgersi in avanti con il tronco per utilizzare la forza dei muscoli della
schiena. In tal caso, si cadrebbe nell’errore di operare il sollevamento a
schiena flessa”.
Il
secondo caso è relativo ad un
carico
molto pesante (sempre comunque inferiore ai limiti di peso indicati) anche
laddove non sia possibile ricorrere ad un ausilio meccanico o di altre persone.
Alcuni
suggerimenti:
-
“tentare di far scivolare il carico, appoggiandolo su tappeti, rulli, ecc.,
senza inarcare mai la schiena in avanti o indietro, spingendolo anziché
tirarlo;
-
preferibilmente aiutarsi mettendo sotto il carico da spostare un carrello;
-
i carrelli a quattro ruote, se non hanno timone o apposite barre di tiro,
devono essere spinti (e non tirati) e devono essere caricati in modo che
l’operatore possa vedere dove si sta dirigendo;
-
tenere le mani in modo da evitare di essere stretti pericolosamente tra
carrello ed ingombri fissi (pareti, colonne, ecc.);
-
non trasportare carichi dove il pavimento non è uniforme (buche, sporgenze,
salti o gradini) senza che siano state prese le necessarie precauzioni”.
Concludiamo
presentando i suggerimenti del documento nel caso di un
carico leggero, purché superiore a 3 Kg (“solo al di sotto di
questo peso, infatti, il rischio di lesioni è generalmente ritenuto
trascurabile”):
-
“è meglio effettuare più volte il tragitto con un carico minore che fare meno
tragitto con carichi più pesanti;
-
se l’oggetto è munito di manico, si può portare lungo il corpo (ovviamente se
non è troppo pesante) con l’accortezza di cambiare frequentemente il lato;
-
se devono essere trasportati vari carichi con manico, è opportuno prenderne uno
per ogni lato facendo in modo di dividere equamente il peso;
-
se si devono spostare degli oggetti non si deve ruotare solo il tronco ma tutto
il corpo;
-
se si deve porre un oggetto in alto è necessario evitare di inarcare la schiena
utilizzando invece uno sgabello o una scaletta”.
“ La
movimentazione manuale dei carichi - D.Lgs. 81/2008 e norma tecnica UNI ISO
11228 parte 1 e 2”, a cura dell’ing. Dario Castagneri (TdP – SPreSAL ASL
TO3), intervento al convegno “Approfondimenti tecnici e normativi in materia di
sicurezza e salute dei lavoratori”
(formato PDF, 597 kB).
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