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"I Criteri di Qualificazione dei formatori per la sicurezza"
fonte www.puntosicuro.it / Formazione ed informazione
30/05/2012 -
Dopo
una lunga attesa, lo scorso 18 aprile sono stati finalmente approvati dalla
Commissione Consultiva Permanente ai sensi dell’art. 6, comma 8, lett. m-bis)
del D. Lgs. n. 81/2008 e s.m.i.. e sono in attesa di pubblicazione i
Criteri di qualificazione della figura del formatore
per la salute e sicurezza sul lavoro.
La
speranza è che sia l’inizio di una nuova fase nell’area della formazione della
salute e sicurezza dei lavoratori e si riesca a mettere ordine in un settore
che negli ultimi anni è stato preda di numerosi “personaggi” (non so
descriverli altrimenti) che senza alcuna competenza specifica e vantando
professionalità mai documentate hanno occupato abusivamente aule di formazione
e sale convegnistiche con la scusa di fare formazione, ma con il vero obiettivo
di fare solo ed unicamente business.
L’assenza
di una reale e cogente regolazione dei criteri di qualificazione dei formatori alla
salute e sicurezza sul lavoro ha determinato negli ultimi anni una mercificazione dei
corsi e del rilascio degli attestati il cui risultato è stato un notevole
abbassamento del livello qualitativo degli interventi formativi e la
conseguente banalizzazione e perdita di credibilità della politica della salute
e sicurezza del lavoro condotta negli ultimi anni con tanto dispendio di
risorse economiche e lavorative da parte di enti pubblici e privati.
La
scarsa, a volte assente, qualificazione dei formatori alla salute e sicurezza
del lavoro ha determinato inoltre un mercato della formazione distorto, che ha
visto fiorire un’anomala offerta di corsi a basso costo, ma con eguale bassa
qualità. Naturalmente, in un periodo di crisi economica, tale offerta è stata
favorevolmente recepita da tutti coloro che, in una ottica di mero rispetto
formale delle norme, hanno ritenuto proficuo procurarsi prodotti formativi
“economici”, ma che comunque li mettessero al riparo da possibili verifiche
degli organi di vigilanza.
Tale
realtà, deprecabile dal punto di vista etico e del rispetto della sicurezza sul
posto di lavoro, non ha previsto la possibilità che gli organi di vigilanza e
la magistratura potessero, come in effetti sta succedendo, verificare non solo
la mera frequenza dei corsi, ma anche l’effettività dei percorsi formativi a
cui sono sottoposti i lavoratori e la qualificazione e professionalità dei
docenti incaricati di condurre i corsi. Già qualche imprenditore ha potuto
constatare di persona le conseguenze di un comportamento tanto miope!
Naturalmente,
tutto ciò ha determinato in parte ed in certi ambienti un disvalore nei
confronti della cultura della
sicurezza le cui necessità sono state percepite spesso come inutili alla
stregua di costosi balzelli da accollarsi per poter fare imprenditoria.
L’approvazione
dei
Criteri di Qualificazione del
formatore per la salute e sicurezza sul lavoro da parte della Commissione
consultiva permanente dovrebbe, e deve, favorire una rivalutazione del settore
della formazione alla salute e sicurezza sul lavoro e permettere l’affermazione
di operatori e professionisti che possano realmente assicurare ai corsi di
formazione una qualità ed una efficacia in linea con le aspettative di tutti
coloro, operatori economici, professionisti e consulenti, che hanno a cuore la
realizzazione di reali interventi organizzativi e formativi a tutela della
salute e sicurezza psico-fisica dei lavoratori.
Tuttavia,
l’articolato dei criteri pone ulteriori interrogativi le cui risposte
influenzeranno e determineranno il successo e l’efficacia delle misure
adottate.
La
complessità e varietà dei criteri, infatti - e la necessità di un loro reale e
sostanziale riscontro - pone il problema di come poterli verificare e di chi
possa valutarne e attestare la veridicità ed effettività. In considerazione del
numero dei criteri e della loro possibile articolazione interna ritengo che sia
laborioso, per il formatore, raccogliere e conservare la documentazione per poi
presentarla a fronte di probabili richieste da parte degli organismi di
vigilanza.
Sarebbe
auspicabile, a tale proposito, che si prevedano modalità e strumenti per
permettere ad organismi terzi ed indipendenti di poter certificare, tramite
apposite metodologie e su base volontaria ma riconosciuta, il possesso dei
requisiti di qualificazione previsti dalle indicazioni della Commissione, fermo
restando comunque la possibilità di una autocertificazione da parte del
formatore stesso.
Da
molti anni AiFOS ha implementato una procedura che, sulla base di un algoritmo
all’interno di un processo di qualifica, permette ai propri associati di qualificarsi
come formatori. I parametri presi in considerazione sono in gran parte simili a
quelli previsti dai criteri della Commissione. L’esperienza è stata da sempre
apprezzata e molti dei nostri soci, che si sono sottoposti volontariamente al
processo di qualificazione, possono testimoniare gli eccellenti ritorni di tale
iniziativa, che ha permesso loro di affermarsi all’interno del settore della
formazione alla sicurezza del lavoro con posizioni di vantaggio competitivo
quali “
Formatori Qualificati AiFOS”.
Altro
percorso di certificazione proposto da AiFOS ai propri soci è quello realizzato
tramite il
Cepas, Organismo di Certificazione
delle Professionalità e della Formazione che certifica le professionalità,
secondo quanto prescritto dalla norma ISO/IEC 17024 “Requisiti generali per gli
Organismi che operano nella certificazione delle persone”. Tale percorso tuttavia,
anche se riconosciuto a livello internazionale e certamente prestigioso, è più
gravoso di quello proposto dalla Commissione, in quanto prevede prerequisiti di
accesso più impegnativi ed il superamento di un esame di certificazione, oltre
a richiedere un impegno annuale per il mantenimento della certificazione.
Nell’ambito
di tale ipotesi di lavoro ed alla luce dei criteri elaborati dalla Commissione
di cui si attende la pubblicazione, AiFOS è disponibile ad accreditarsi quale
organismo che possa qualificare e certificare le competenze dei soci formatori
alla salute e sicurezza sul
lavoro mediante un processo di qualificazione definito e condiviso con enti
ed organizzazioni pubbliche e private.
Potrebbe
essere questa una strada per snellire ed ottimizzare l’accertamento delle professionalità
e delle competenze dei formatori alla salute e sicurezza sul lavoro creando
all’interno dell’intero settore un clima di ulteriore fiducia che non potrà che
favorire quella diffusione della cultura della sicurezza e quel circolo
virtuoso tra gli imprenditori a cui da tempo in Italia si sta lavorando e che,
faticosamente, sta cominciando a dare risultati tangibili.
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