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"Sicurezza sul lavoro, le Regioni difendono la propria competenza"

fonte www.insic.it / Sicurezza

14/06/2012 - Le Regioni vogliono mantenere la competenza legislativa concorrente sulla materia. Respinte le critiche sulle difficoltà di raccordo con lo Stato. La competenza amministrativa dovrebbe, invece, riavvicinarsi agli enti locali.

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione del 6 giugno, ha approvato un documento di “Osservazioni alla proposta di modifica dell’art. 117 della Costituzione" avanzata dalla Commissione parlamentare di inchiesta.

Le modifiche riguarderebbero la possibile attribuzione della materia “tutela e sicurezza del lavoro”, alla competenza legislativa esclusiva allo Stato. Tutto è partito da una lettera inviata il 10 maggio dal Presidente della Commissione parlamentare al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, lettera che aveva segnalato “le complicazioni e le difficoltà di raccordo tra rappresentanti della Amministrazioni centrali dello Stato, delle Regioni e delle Parti sociali”.

Tali aspetti vengono criticati dalle Regioni che affermano come la riforma della Costituzionale introdotta dalla legge Cost. n. 3 del 18 ottobre 2001, abbia attribuito alle Regioni competenza legislativa concorrente in materia di tutela della salute e sicurezza del lavoro. Le Regioni sottolineano, quindi, il forte impulso all’attività degli organismi nazionali con la redazione di numerosi documenti poi approvati dalla Conferenza Stato - Regioni e il ruolo chiave presso la Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro (art. 6 D.Lgs. n. 81/2008),

Inoltre, quanto alle complicanze e difficoltà di raccordo rilevate, le Regioni imputano tali criticità all’azione degli uffici decentrati del ministero del Lavoro che, senza concordare in sede di Comitati regionali di Coordinamento l’attività di vigilanza congiunta, hanno ricevuto indicazione di attivare autonomamente campagne di vigilanza sul territorio, a prescindere dalla programmazione dei Comitati Regionali di Coordinamento (Circolare ministeriale “Mattone”).

Infine, interpretando l’art. 118 della Costituzione, le Regioni indicano che le funzioni amministrative, in qualsiasi materia (anche quindi in materia di competenza legislativa esclusiva statale, così come nelle materie di competenza concorrente), vanno attribuite agli enti territoriali più prossimi alla comunità: è quindi incoerente, secondo gli enti locali, la permanenza in capo all’amministrazione decentrata ministeriale di competenze amministrative in materia di tutela e sicurezza sul lavoro. Tanto più che la “tutela e la sicurezza del lavoro” attiene all’ambito più generale della “tutela della salute”, materia a competenza legislativa concorrente regionale; quindi, riportare alla competenza esclusiva statale tale materia, secondo le Regioni porterebbe a “… creare una irrazionale e pericolosa asimmetria con la più generale tutela della salute che lo stesso art. 117, comma 3, Cost. attribuisce alla competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni”, con conseguenze che verrebbero pagate ancora una volta dall’intero mondo produttivo, aziende e lavoratori.

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