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"ISPRA: diffusi i dati sull’inquinamento atmosferico"

fonte www.insic.it / Ambiente

13/07/2012 - Buone performance nel 2010 per quanto riguarda la produzione di PM10 nel nostro Paese: il 58% delle centraline presenti sul territorio nazionale, infatti, ha segnato un valore giornaliero al di sotto dei limiti. La fonte principale di inquinamento atmosferico per questo indicatore si conferma il settore civile (45%), seguito dai trasporti con il 24% (di cui poco più dei due terzi provenienti dal comparto stradale), dall'industria (15) e dall'agricoltura (9). I dati emergono dall'Annuario dei dati ambientali realizzato dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale), presentato il 5 luglio a Roma.

Ancora più elevati sono stati i risultati relativi alle PM2,5 per le quali l'82% delle stazioni di rilevamento, pari a 77 centraline, ha registrato una media annua inferiore al valore limite annuale. Anche in questo caso, è il settore civile (52%) a far registrare i valori massimi di emissioni, seguito da quello dei trasporti (26%, di cui due terzi provenienti dal trasporto stradale), dall'industria (13%) e dal trattamento e smaltimento dei rifiuti (6%).

Valori decisamente inferiori, da aprile a settembre 2011, si sono registrati per l'ozono, con solo l'8% delle centraline (21 stazioni su 316) che non hanno registrato superamenti.
Passando all'analisi delle emissioni di CO2, dal rapporto Ispra si evince che la concentrazione atmosferica media globale (a livello mondiale) è cresciuta da 280 ppm nel periodo 1000-1750, a 389 ppm nel 2010, mentre dal periodo preindustriale al 2009 è stata registrata una crescita delle emissioni annue di anidride carbonica da circa 0 a 30,8 miliardi di tonnellate, tenendo conto esclusivamente delle emissioni provenienti dall'utilizzo dei combustibili fossili nei processi di combustione e nella produzione del cemento. Anche per altri gas serra, come il metano, il protossido di azoto e i fluorocarburi, si registrano andamenti analoghi, se non ancora più accentuati.
A livello globale, nel 2009, l'Italia è responsabile di non più dell'1,34% delle emissioni complessive provenienti dall'uso dei combustibili fossili, occupando la 14esima posizione tra i Paesi con i maggiori livelli di emissioni di gas serra.
In base ai dati dell'Inventario nazionale dell'Ispra, tra il 1990-2010, le emissioni sono passate da 519,25 a 501,32 milioni di tonnellate di CO2eq, con un decremento del 3,5%.

Secondo il Protocollo di Kyoto, tuttavia, l'Italia dovrebbe riportare le proprie emissioni nel periodo 2008-2012 a livelli del 6,5% inferiori rispetto a quelle del 1990 (ossia a 483,26 Mt CO2eq). Le emissioni di gas serra sono risultate, infatti, 18,1 MtCO2eq in più rispetto quelle previste dall'obiettivo di Kyoto.
Sul fronte dei cambiamenti climatici, le stime relative al 2010 indicano un'anomalia della temperatura media globale (sistema terra-oceano) di 0,62 gradi centigradi rispetto alla media del XX secolo, valore che pone il 2010, insieme al 2005, al primo posto tra gli anni più caldi di tutta la serie.

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