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"Caduta dai tetti: l’impiego dei dispositivi di protezione individuale"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
20/07/2012 - La prevenzione
delle cadute dall’alto nel comparto edile, la causa più comune di
infortunio grave o mortale, è un importante obiettivo da perseguire aumentando
la consapevolezza dei rischi e l’informazione/formazione sulle modalità per
eliminarli o ridurli.
Con questo fine PuntoSicuro ha
presentato nei giorni scorsi la terza edizione di un documento elaborato dalla
Regione Veneto - Azienda U.L.S.S. 15 “Alta Padovana” - in grado di fornire criteri adeguati per
un’efficace progettazione pianificazione delle misure di sicurezza per i lavori
in quota, con riferimento specifico al rischio di caduta dai tetti.
Regione Veneto - Azienda U.L.S.S.
15 “Alta Padovana”, “ Io
non ci casco - Manuale operativo per chi lavora in altezza”, terza edizione
a cura di Manuela Barizza e Francesco Zecchin SPISAL Azienda U.L.S.S. 15 “Alta
Padovana”
Il documento “ Io
non ci casco - Manuale operativo per chi lavora in altezza”, pubblicato sul
portale prevenzionecantieri.it,
propone diverse soluzioni per le
coperture
non praticabili, portanti o non portanti, con uso di misure di protezione
collettiva (ponteggi, parapetti, reti o sottopalchi).
Quando queste misure non sono
applicabili l’unica soluzione residua è l’
impiego
di dispositivi di protezione individuale (DPI) contro le cadute, dispositivi
costituiti da:
- “imbracatura destinata ad
essere indossata dal lavoratore;
- sistema di trattenuta e di
arresto della caduta;
- dispositivo
di ancoraggio a parti stabili”.
Alcune
indicazioni riportate dal documento riguardo all’uso di DPI:
- “tutti i dispositivi devono
essere marcati CE”;
- “va verificata la loro
compatibilità reciproca facendo riferimento alle istruzioni del fabbricante che
devono sempre essere a disposizione dell’utilizzatore;
- chi utilizza i dispositivi deve
essere specificatamente addestrato e informato sulle modalità di impiego e sui
limiti entro i quali l’uso risulta sicuro: l’uso scorretto può determinare, in
caso di caduta, gravi lesioni dell’operatore;
- con l’impiego dell’ imbracatura
di sicurezza è importante limitare la forza d’urto al termine di
un’eventuale caduta a 6 kN (circa 600 kg). Vi è il rischio infatti che
l’operatore subisca gravi lesioni al momento dell’arresto, anche senza urtare
contro strutture. Per questo motivo è necessario limitare o annullare lo spazio
di caduta, facendo in modo che la fune di collegamento dell’imbracatura al
punto di ancoraggio sia più corta possibile;
- per limitare, in caso di
caduta, la forza d’urto sull’operatore entro i valori di sicurezza sopra
indicati, devono essere utilizzati dispositivi di collegamento tra imbracatura
del corpo e ancoraggio provvisti di dissipatori di energia. L’uso dei dissipatori
di energia comporta l’allungamento degli spazi di arresto. Bisogna pertanto
accertarsi che sotto il punto di lavoro esista uno spazio sufficiente e libero
da ostacoli ( tirante
d’aria);
- il sistema di protezione deve
permettere una caduta libera non superiore a 1,5 metri o a 4 metri in presenza di
dissipatore di energia;
- altro rischio per l’operatore
in caso di caduta è rappresentato da possibili oscillazioni del corpo e urto
contro strutture attigue (effetto pendolo)”.
Senza dimenticare che per un
corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è necessario
verificare le istruzioni del fabbricante.
Il documento ricorda che i DPI
anticaduta, impiegabili nei luoghi di lavoro, possono essere suddivisi in
tre tipologie in considerazione del
loro diverso utilizzo:
- “
DPI per il posizionamento sul lavoro: sono destinati a sostenere e
trattenere gli addetti nella posizione di lavoro, consentendo di operare con le
mani libere. Non sono destinati all’arresto delle cadute;
-
DPI contro le cadute dall’alto: sono destinati ad arrestare le
cadute. Sono costituiti da una imbracatura del corpo, un assorbitore di energia
e un collegamento ad un ancoraggio;
-
DPI per le discese di emergenza: sono utilizzabili per il
salvataggio e l’evacuazione di emergenza con possibilità di discesa a velocità
controllata”.
Comunque “ogni caduta, anche se
si utilizzano adeguati DPI, risulta pericolosa”!
E nella scelta del sistema
anticaduta deve essere data priorità alla soluzione che garantisce il massimo
grado di sicurezza.
Il manuale riporta una
tabella riepilogativa - tratta da linee
guida Ispesl per la scelta, l’uso e la manutenzione di DPI anticaduta – che
elenca i dispositivi e componenti anticaduta e di posizionamento sul lavoro
indicando l’uso principale e la tipologia di caduta per cui ne è permesso
l’impiego.
Viene inoltre riportata la
procedura di valutazione per l’uso dei DPI
anticaduta.
Se ogni fase di lavoro è soggetta
a valutazione
del rischio, “quando si impiegano DPI, associati o meno ad altri sistemi di
sicurezza contro le cadute, è opportuno seguire uno schema di valutazione che
preveda diverse fasi”.
Fase di pianificazione preventiva dei lavori:
- “definire il lavoro da svolgere
e individuare le aree di intervento;
- definire il numero di addetti
strettamente necessari all’esecuzione del lavoro in quota;
- definire l’elenco dei materiali
e attrezzature necessari per attuare l’intervento;
- definire il livello di mobilità
necessaria all’operatore: lavoro in posizione fissa; necessità di movimento in
un’area di raggio … ; necessità di movimento ampia, su tutta la copertura”.
Fase di progettazione esecutiva dei lavori:
- “individuare uno o più sistemi
di ancoraggio, esistenti o da realizzare, che risultino accessibili in
condizioni sicure per agganciare il sistema di trattenuta e l’imbracatura;
- scegliere il dispositivo di
collegamento tra punto di ancoraggio e imbracatura dell’operatore;
- definire le modalità di accesso
in quota e di aggancio dell’imbracatura al punto di ancoraggio evitando
situazioni in cui l’operatore non risulti agganciato;
- prevedere eventuali
camminamenti e le modalità di sollevamento – posizionamento in quota dei
materiali e attrezzature necessari”.
Fase di valutazione dei rischi residui
In questa fase è bene “valutare
le conseguenze che si potrebbero verificare in seguito a caduta per:
-
cedimento strutturale della copertura (in ogni punto dell’area di
lavoro predefinita);
-
caduta dell’operatore verso l’esterno della copertura (lungo il
perimetro);
-
caduta dell’operatore dentro aperture sulla copertura (lucernari)”.
E una valutazione di questi tipo
“deve almeno considerare:
- se lo spazio sottostante la
copertura, necessario per l’arresto dell’operatore in caso di caduta, sia
effettivamente disponibile, cioè libero da strutture, impianti, ecc. che
possono costituire un pericolo (tirante d’aria);
- se i dispositivi utilizzati
garantiscono uno spazio di caduta ‘sicuro’;
- se l’insieme delle misure
previste consente di evitare, in caso di caduta, ‘l’effetto pendolo’ con possibile
urto contro altre strutture”.
Se emergono incongruenze e quindi
rischi, “devono essere attuate misure integrative e correttive rispetto a
quelle previste”.
Fase di valutazione della gestione delle emergenze
In relazione alla valutazione dei
rischi, deve essere predisposta anche “una procedura che preveda l’intervento
di emergenza in aiuto del lavoratore rimasto sospeso al sistema di arresto
caduta, che necessiti di assistenza da parte di altri lavoratori. E’ necessario
quindi che nella squadra di lavoro vi sia la presenza di personale che possegga
la capacità operativa di garantire l’intervento di emergenza”.
Se, come risultato della
valutazione dei rischi, si ritiene che sia impossibile intervenire con risorse
interne, “deve essere prevista un’apposita procedura per l’attivazione del
soccorso pubblico”.
Rimandando ad un successivo
articolo l’approfondimento sui criteri di scelta del sistema di trattenuta,
ricordiamo che i DPI devono essere oggetto di adeguata “
manutenzione, riparazione e sostituzione ove necessario, secondo le
modalità e periodicità fornite dal fabbricante. In ogni caso prima di ogni
utilizzo tutti i dispositivi facenti parte del sistema anticaduta devono essere
ispezionati attentamente al fine di verificarne l’efficienza”.
Particolare attenzione – continua
il manuale – “deve essere posta nel caso in cui il sistema sia stato oggetto di
sollecitazioni a seguito di una caduta, in questo caso dovrà essere valutata la
necessità o meno di sostituzione”.
Concludiamo segnalando che il
documento dell’Ulss 15, che vi invitiamo a visionare interamente, è ricco di
immagini esplicative e riporta precise indicazioni sulle norme tecniche di
riferimento.
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