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"Ergonomia: lo spostamento di pazienti e il lavoro al videoterminale"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
07/11/2012 - La pubblicazione Inail “ I
disturbi muscoloscheletrici lavorativi. La causa, l’insorgenza, la prevenzione,
la tutela assicurativa”, presentata da PuntoSicuro in questi mesi, ha proposto
misure di prevenzione dei
disturbi
muscoloscheletrici da sovraccarico biomeccanico (DMS) in diverse attività
lavorative. Ad esempio in merito al trasporto in piano e sulle scale di pesi,
allo stoccaggio
delle merci, all’utilizzo di ausili meccanici per il sollevamento e
trasporto di carichi e alle posture
adeguate.
Tuttavia
la pubblicazione si sofferma anche su alcune
attività particolari: la movimentazione di malati e persone non
autosufficienti (ospedali, case di cura, assistenza domiciliare) e l’uso di
videoterminali.
Assistenza a malati
e persone non autosufficienti
Il
documento ricorda innanzitutto che “per il sollevamento
o lo spostamento dei pazienti è opportuno far uso di adeguati ausili”.
Sono
riportati gli
ausili per pazienti
totalmente non collaboranti:
-
“ausili elettromeccanici a imbragatura servono per il sollevamento e il
trasporto o il trasferimento letto/carrozzina e letto/barella;
-
telini di scorrimento/tavole ergonomiche/fasce ergonomiche: per trasferimenti
orizzontali con due operatori sanitari;
-
barelle e letti con ruote per il trasporto dei pazienti;
-
barelle-doccia per le operazioni di igiene del paziente nei bagni senza
ulteriori trasferimenti”.
E
gli
ausili per pazienti parzialmente
collaboranti:
-
“cinture ergonomiche con maniglie: l’uso di una cintura fornita di maniglie per
la presa, fissata ai fianchi del paziente, può essere di notevole aiuto in
molte operazioni di sollevamento/trasferimento in pazienti che sono in grado di
collaborare con l’uso degli arti superiori;
- piattaforme girevoli;
- triangoli;
- deambulatori;
-
maniglioni;
-
carrozzine”.
Dopo
aver riportato le caratteristiche di funzionalità delle carrozzine e di
ergonomicità di letti e barelle, il documento sottolinea che “per consentire il
corretto uso degli ausili ed agevolare il trasferimento
del paziente, gli spazi e gli arredi nelle camere di degenza, nei servizi
igienici e in altri ambienti devono essere adeguati. Ad esempio per il transito
di un ausilio tra un arredo e un altro lo spazio minimo necessario è di 90 cm”.
Veniamo
brevemente ad alcune indicazioni per le
manovre
di spostamento o sollevamento e trasferimento manuale di pazienti non
collaboranti:
-
“non afferrare il paziente sotto le ascelle;
-
non flettere il tronco tenendo i propri arti inferiori ritti;
-
non spostare il paziente da soli”.
Ad
esempio l’eventuale
spostamento sul
letto di un paziente va scomposto in
due
fasi.
Inizialmente
si fa sedere il paziente.
In
questa fase gli operatori:
-
“tengono gli arti inferiori semipiegati e divaricati quanto la larghezza delle
proprie spalle;
-
appoggiano il dorso di una mano dietro la spalla del paziente;
-
sollevano il paziente facendo forza sugli arti inferiori e sul braccio libero”.
Successivamente
si sposta il paziente verso il cuscino.
In
questa fase gli operatori:
-
“appoggiano un ginocchio sul letto dietro il bacino del paziente;
-
mettono il paziente a braccia ‘conserte’;
-
effettuano la presa crociata afferrando saldamente con una mano entrambi gli
arti superiori; - con l’altra mano afferrano l’arto inferiore dietro il
ginocchio;
-
sollevano e spostano il paziente verso il cuscino”.
Il
documento, che vi invitiamo a leggere, si sofferma anche sulle manovre adeguate
per il sollevamento-trasferimento
letto/carrozzina.
Uso di
videoterminali
Per
l’ uso del
videoterminale (VDT), disciplinato dal Titolo VII e Allegato XXXIV del Decreto
legislativo 81/2008, il documento Inail riporta alcune indicazioni per la
prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici.
Ricordando
i molti articoli di approfondimento prodotti da PuntoSicuro in questi anni su
questo tema, ci soffermiamo su alcuni aspetti.
Ad
esempio sulle
caratteristiche del tavolo
di lavoro:
-
altezza del piano: “fissa o
regolabile, indicativamente compresa tra 70 e 80 cm;
-
spazio sotto il piano di lavoro: la
profondità deve consentire l’alloggiamento delle gambe semidistese; la
larghezza e l’altezza di tale spazio devono consentire al sedile di infilarsi
affinché siano garantite all’operatore la posizione frontale rispetto allo
schermo e il comodo alloggiamento delle gambe;
-
profondità del piano: deve
assicurare una corretta distanza visiva e il supporto per gli avambracci;
-
larghezza del piano: deve essere
adeguata al tipo di lavoro svolto, indipendentemente dal fatto che il tavolo
sia singolo, doppio o angolare. In ogni caso la profondità e la larghezza
devono consentire di disporre i materiali e le attrezzature (schermo, tastiera,
mouse, leggio porta-documenti) in funzione dell’attività da svolgere nonché
consentire un appoggio per gli avambracci dell’operatore davanti alla tastiera
nel corso della digitazione”.
Se
viene utilizzato il mouse è poi necessario “che sulla scrivania vi sia uno
spazio adeguato per consentire il suo corretto utilizzo: in generale uno spazio
piano alla destra (o sinistra se l’operatore è mancino) immediatamente vicino
alla tastiera di cm. 25 x 20 circa”.
Riportiamo
per concludere alcune
indicazioni su
altri aspetti del lavoro
al VDT:
-
sedile: deve “essere di tipo
girevole, saldo contro lo slittamento e il rovesciamento, dotato di basamento
stabile (solitamente a cinque punti di appoggio), avere i bordi del piano
smussati, in materiale non troppo cedevole, permeabile al vapore acqueo e
pulibile, essere facilmente spostabile anche in rapporto al tipo di pavimento”.
Inoltre l’altezza “deve essere regolata dall’operatore affinché possa assumere
la posizione corretta: gambe piegate a 90°, con i piedi ben appoggiati sul
pavimento, braccia piegate a 90° e avambracci poggiati sulla scrivania per
alleviare il carico sulla schiena. Se il sedile o il tavolo sono troppo alti
procurarsi un poggiapiedi di altezza adeguata”;
-
schermo: “deve essere inclinabile e
facilmente orientabile per evitare problemi di riflessione sullo schermo”. La
sua posizione “deve poter essere regolata dall’utilizzatore affinché gli occhi
siano allineati con lo spigolo superiore dello schermo, ad una distanza
compresa tra i 50-70 cm, per mantenere la curvatura fisiologica del collo”;
-
tastiera: “deve essere inclinabile,
dissociata dallo schermo e posizionata davanti allo stesso con uno spazio
sufficiente per consentire l’appoggio delle mani e degli avambracci
dell’utilizzatore;
-
mouse, od eventuali altri
dispositivi di uso frequente: devono essere posti sullo stesso piano della
tastiera e facilmente raggiungibili. Il supporto per i documenti o leggìo
porta-documenti, se presente, deve essere stabile ad inclinazione regolabile,
secondo le esigenze dell’operatore, e collocato in modo da ridurre il più
possibile i movimenti della testa e degli occhi”;
-
computer portatili: “l’impiego
prolungato dei computer portatili
necessita della fornitura di una tastiera esterna e di un mouse o altro
dispositivo di puntamento separati nonché di un idoneo supporto che consenta di
posizionare lo schermo ad una corretta altezza”;
-
schienale: “il supporto lombare
dello schienale, che deve essere regolabile sia in altezza sia in inclinazione,
va posizionato dall’addetto a livello del giro-vita in modo da sostenere
l’intera zona lombare”. Inoltre bisogna “evitare di tenere lo schienale
inclinato in avanti e comunque di lavorare a lungo col tronco flesso. Inclinare
a piacimento lo schienale da 90° a 110° tenendo la schiena poggiata allo
schienale nel tratto lombare. Può essere utile cambiare l’inclinazione durante
la giornata e, al riguardo, sono preferibili le sedie che permettono una
posizione seduta dinamica (con lo schienale che asseconda i movimenti naturali
del corpo quando ci si piega in avanti o all’indietro). Per evitare di creare
problemi di circolazione del sangue, il sedile deve avere un profilo smussato
in corrispondenza delle cosce ed è opportuno che l’operatore allunghi spesso le
gambe e/o cambi la loro posizione durante il lavoro, evitando di accavallarle”.
Il documento dell’Inail riporta diversi disegni esplicativi delle misure preventive
suggerite;
-
pause e cambiamenti di attività: è
possibile prevenire disturbi
muscoloscheletrici e visivi mediante pause o cambiamenti di attività che
interrompano: “l’impegno visivo ravvicinato, protratto e statico; la fissità
della posizione seduta; l’impegno delle strutture della mano e dell’avambraccio
nella digitazione”. Inoltre, quando possibile, “è opportuno organizzare il
proprio lavoro alternando periodi al VDT con periodi, anche di pochi minuti, in
cui si svolgano compiti che permettano di sgranchirsi le braccia e la schiena e
non comportino la visione ravvicinata”. In tutte le pause di lavoro (non solo
quelle previste per legge) si suggerisce di “evitare di rimanere seduti e di
impegnare la vista (es. leggendo il giornale o navigando su Internet)”.
Inail,
“ I
disturbi muscoloscheletrici lavorativi. La causa, l’insorgenza, la prevenzione,
la tutela assicurativa”, pubblicazione realizzata con la collaborazione
della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, dell’ISFOL, del
Ministero del Lavoro, del Ministero della Salute e delle organizzazioni
sindacali e datoriali, edizione 2012 (formato PDF, 3.10 MB).
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