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"Imparare dagli errori: le imbracature e le cadute dall’alto"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
10/01/2013 - Le schede di INFOR.MO.,
strumento per l'analisi dei casi di infortunio e fondamentale archivio, per la
nostra rubrica, di esempi di infortunio, traboccano di casi correlati alle
cadute dall’alto, al mancato uso di
dispositivi
anticaduta e, in particolare, delle
imbracature
(o imbragature).
Abbiamo
già fatto riferimento a qualche caso di infortunio in una precedente
puntata della rubrica. Non ci rimane che continuare riportando, come
sempre, anche qualche spunto relativo alla prevenzione. In questo caso relativa all’uso di
dispositivi di protezione individuale contro le cadute.
I casi
Un
primo caso è relativo al
lavori
di impermeabilizzazione all’interno di attività di rimozione di una copertura
in cemento amianto di un capannone industriale che era stato interessato da
un incendio.
Un
lavoratore autonomo si reca sulla copertura per prendere visione dei lavori che
deve eseguire. Nel transitare sulla copertura per portarsi nel punto dove
doveva essere realizzata l’impermeabilizzazione mette i piedi sopra una lastra
ondulata in fibra trasparente (lucernaio, annerito dall’incendio, elemento
questo che probabilmente può avere tratto in inganno l’infortunato). Lucernario
che si rompe facendolo precipitare al piano sottostante da un’altezza di 6
metri.
Nel
momento in cui si è verificato l’infortunio “erano presenti sul tetto altri tre
lavoratori dell’impresa che stava effettuando la rimozione delle lastre di
eternit, indossavano l’imbragatura ed erano regolarmente ancorati alla fune di
trattenuta (linea vita)”.
È
evidente l’errore procedurale di camminare su una superficie non portante.
Un
secondo
caso è relativo ad un infortunio avvenuto presso un cantiere dove
erano in corso
lavori di costruzione di
un centro commerciale.
Un
lavoratore, artigiano subappaltatore di ditta incaricata del montaggio di
torrette (lucernai/vani tecnici) in lamiera zincata, sta lavorando da solo
sulla copertura del fabbricato e in particolare sta risistemando una torretta
su un vano tecnico (cm 60 x 60).
Allo
scopo ha rimosso la torretta (alta cm 70), da lui stesso montata il giorno
precedente e fissata alla copertura con viti e tappi a espansione, scoprendo in
tal modo il vano, entro cui precipita cadendo sulla sottostante pavimentazione
in terra battuta da un’altezza di circa 7,5 metri.
I
colleghi di lavoro (un altro artigiano e due dipendenti della ditta
appaltatrice) stanno lavorando in altra parte del fabbricato. Il montaggio
delle torrette era stato in precedenza eseguito dagli addetti muniti di
imbragatura collegabile a funi di sicurezza appositamente tesate lungo i tegoli
di copertura o ad anelli annegati nel calcestruzzo e presenti in vari punti
sulla copertura. Le funi erano state rimosse (infatti in quella posizione il
montaggio delle torrette era stato ultimato: doveva ora essere realizzato il
getto del massetto), ma sarebbe stato possibile agganciarsi a qualcuno degli
anelli esistenti vicino alla torretta rimossa. L’infortunato, al momento del
fatto, “non indossava l’imbragatura di sicurezza”.
La prevenzione
Per
trovare alcuni suggerimenti relativi alla prevenzione delle cadute dall’alto
nel comparto edile si può fare riferimento al documento “ Io non ci casco -
Manuale operativo per chi lavora in altezza”, pubblicato sul portale prevenzionecantieri.it.
Il documento propone diverse soluzioni
per le
coperture non praticabili, portanti o non portanti, con uso di
misure di protezione collettiva (ponteggi, parapetti, reti o sottopalchi).
Quando queste misure non sono
applicabili l’unica soluzione residua è l’
impiego di dispositivi di
protezione individuale (DPI) contro le cadute, dispositivi costituiti da:
- “imbracatura destinata ad essere
indossata dal lavoratore;
- sistema di trattenuta e di arresto
della caduta;
- dispositivo di
ancoraggio a parti stabili”.
Alcune
indicazioni riportate dal
documento riguardo all’uso di DPI:
- “tutti i dispositivi devono essere
marcati CE”;
- “va verificata la loro compatibilità
reciproca facendo riferimento alle istruzioni del fabbricante che devono sempre
essere a disposizione dell’utilizzatore;
- chi utilizza i dispositivi deve
essere specificatamente addestrato e informato sulle modalità di impiego e sui
limiti entro i quali l’uso risulta sicuro: l’uso scorretto può determinare, in
caso di caduta, gravi lesioni dell’operatore;
- con l’impiego dell’ imbracatura di
sicurezza è importante limitare la forza d’urto
al termine di un’eventuale caduta a 6 kN (circa 600 kg). Vi è il rischio
infatti che l’operatore subisca gravi lesioni al momento dell’arresto, anche
senza urtare contro strutture. Per questo motivo è necessario limitare o
annullare lo spazio di caduta, facendo in modo che la fune di collegamento dell’imbracatura
al punto di ancoraggio sia più corta possibile;
- per limitare, in caso di caduta, la
forza d’urto sull’operatore entro i valori di sicurezza sopra indicati, devono
essere utilizzati dispositivi di collegamento tra imbracatura del corpo e ancoraggio
provvisti di dissipatori di energia. L’uso dei dissipatori di energia comporta
l’allungamento degli spazi di arresto. Bisogna pertanto accertarsi che sotto il
punto di lavoro esista uno spazio sufficiente e libero da ostacoli ( tirante d’aria);
- il sistema di protezione deve permettere
una caduta libera non superiore a 1,5 metri o a 4 metri in presenza di
dissipatore di energia;
- altro rischio per l’operatore in caso
di caduta è rappresentato da possibili oscillazioni del corpo e urto contro
strutture attigue (effetto pendolo)”.
Senza dimenticare che per un corretto
utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è necessario verificare le
istruzioni del fabbricante.
Il documento ricorda che i DPI
anticaduta, impiegabili nei luoghi di lavoro, possono essere suddivisi in
tre
tipologie in considerazione del loro diverso utilizzo:
- “
DPI per il posizionamento sul
lavoro: sono destinati a sostenere e trattenere gli addetti nella posizione
di lavoro, consentendo di operare con le mani libere. Non sono destinati
all’arresto delle cadute;
-
DPI contro le cadute dall’alto:
sono destinati ad arrestare le cadute. Sono costituiti da una imbracatura del
corpo, un assorbitore di energia e un collegamento ad un ancoraggio;
-
DPI per le discese di emergenza:
sono utilizzabili per il salvataggio e l’evacuazione di emergenza con
possibilità di discesa a velocità controllata”.
Comunque “ogni caduta, anche se si
utilizzano adeguati DPI, risulta pericolosa”!
E nella scelta del sistema anticaduta
deve essere data priorità alla soluzione che garantisce il massimo grado di
sicurezza.
Pagina
introduttiva del sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le
schede numero
2186 e
1514 (archivio incidenti 2005/2008)
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