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"Una checklist per la valutazione dello stress nelle piccole imprese"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
11/01/2013 - Migliorare la qualità del lavoro e il benessere psicofisico dei
lavoratori è sicuramente favorito da una corretta
valutazione dello stress lavoro-correlato nei luoghi di lavoro.
Tuttavia non sempre sono utilizzati idonei strumenti di valutazione, ad esempio
in relazione alle esigenze di piccole
realtà organizzative con un numero di dipendenti inferiore o uguale alle 10
unità.
A
questo proposito sul “
Supplemento di psicologia
applicata alla medicina del lavoro e della riabilitazione”, del numero di
luglio/settembre 2011 del Giornale
Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, un intervento ha mostrato la
validità di un nuovo strumento: un
questionario
CSL (Checklist sullo Stress Lavoro-correlato) per micro e piccole imprese.
Un questionario elaborato per conoscere la percezione dello stress dei
lavoratori negli ambienti di lavoro.
Il
questionario è presentato nell’intervento “
La valutazione dello Stress
Lavoro-correlato nelle micro e piccole imprese: uno studio di validazione dello
strumento ‘CSL’ (Checklist sullo Stress Lavoro-correlato)”, a cura di
Christian Nardella (Scuola Internazionale di Dottorato in Relazioni di Lavoro,
Fondazione Universitaria Marco Biagi, Università degli Studi di Modena e Reggio
Emilia), Patrizia Deitinger (INAIL - Dipartimento di Medicina del Lavoro) e
Antonio Aiello (Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di
Cagliari).
Gli
autori mettono in rilievo che spesso per la valutazione
dello stress lavoro correlato sono stati messi a punto questionari
standard, questionari dipendenti da un
approccio
generalista in cui si individuano almeno
tre ambiti di criticità:
-
“la questione della specificità del contesto nella valutazione dei fattori
organizzativi e lavorativi;
-
la necessità di stabilire quali fattori siano possibili rischi in un
particolare contesto attraverso l’esplorazione della loro relazione con gli
esiti legati alla salute;
-
l’uso del dato quantitativo sulle assenze per
malattia come unico o principale fattore per la valutazione dei costi
dei rischi psicosociali sul lavoro”.
Spesso
gli
strumenti standard “utilizzati
in aziende di medie o grandi dimensioni, rivolti a tutti i settori, sono stati
creati secondo un approccio classicamente generalista”, un approccio che
rischia dunque di
non permettere
un’adeguata diagnosi dei rischi psicosociali nelle piccole realtà organizzative.
Tra
l’altro è bene ricordare che nel nostro
Paese il tessuto produttivo “è caratterizzato dalla
netta prevalenza di Piccole e Medie Imprese (PMI) (circa l’81,3%
delle imprese italiane ha meno di 250 dipendenti, contro una media del 66%
nell’UE). La dimensione media, in termini di addetti, rispetto ad altri Paesi
europei, è significativamente inferiore: in media le PMI italiane impiegano 3,9
dipendenti, rispetto ai 6 della media dei Paesi Membri dell’Unione Europea
prima dell’estensione a ventisette e, nello specifico, ai 10 dell’Olanda, ai 9
della Danimarca, agli 8 della Svezia e della Germania, ai 7 della Francia, ai 6
della Gran Bretagna e del Belgio ed ai 5 della Spagna”.
La
necessità di poter disporre di “strumenti diagnostici del tutto peculiari per
ottenere strategie efficaci di gestione dei rischi psicosociali nelle micro
e piccole imprese italiane”, ha portato alla realizzazione della
Checklist sullo Stress Lavoro-correlato
(CSL) e alla sua validazione.
Le
voci contenute nella CSL risultano basate su
otto principali aree tematiche:
-
clima organizzativo
nel posto di lavoro e come lo stress viene
percepito;
-
richieste: prestazioni che pesano
sui dipendenti, quali ad esempio una troppo eterogenea distribuzione dei
carichi di lavoro (troppo o troppo poco lavoro);
-
controllo: se, ed in quale maniera,
è possibile influire sul modo in cui si svolge il proprio lavoro;
-
qualità dei rapporti sociali
sul luogo di lavoro;
-
cambiamento: in quale misura si
viene informati dei cambiamenti e si ritiene che essi siano ben pianificati
(aderenti alle necessità);
-
funzioni: chiarezza nelle funzioni
affidate;
-
sostegno
da parte dei colleghi e dei responsabili;
-
formazione: a garanzia che vengano
fornite le competenze necessarie a svolgere le mansioni affidate”.
Lo
strumento è stato somministrato a 1033 lavoratori provenienti da 136 aziende,
differenziate per settori produttivi e dimensioni, per l’analisi delle quali
sono stati utilizzati anche i dati aziendali.
Dopo
avervi invitato alla lettura integrale dello studio - ricco di tabelle e di
dati in relazione ai risultati dell’utilizzo della checklist nelle 136 aziende
- veniamo direttamente alla
conclusioni
dei tre autori.
I
risultati sembrano accreditare la CSL come “strumento in grado di evidenziare
tre aree distintive pertinenti la valutazione dello stress lavoro-correlato,
con dimensioni dotate di elevata coerenza interna ed attendibilità”: “
Cultura organizzativa”, “
Carico di lavoro” e “
Qualità delle relazioni e sostegno”.
Lo
strumento permette di “raggiungere l’obiettivo di un’attendibile valutazione
del fenomeno dello stress lavoro-correlato nello specifico ambito delle micro
e piccole imprese, e di disporre di strumenti validi e attendibili”.
Lo
studio, seppur con le “prevedibili limitazioni dovute, per esempio, alla
stabilità nel tempo delle misure”, dimostra dunque la “
sostenibilità di un approccio per la valutazione del rischio,
focalizzato sulla realtà specifica delle micro e piccole aziende”.
Si
ribadisce ancora come lo studio abbia “voluto affrontare lo studio dello stress
lavoro-correlato da una prospettiva non generalista/universalista, prendendo in
considerazione e cercando di individuare uno standard di riferimento valido per
queste micro e piccole realtà aziendali”. Il passaggio successivo è stato anche
“dimostrare come i fattori della CSL, siano in grado di spiegare fenomeni
organizzativi particolarmente critici, offrendo un’ulteriore opportunità per
dibattere come la direzione causale che va dalle caratteristiche dell’organizzazione
alla salute e alla sicurezza dei dipendenti, sia la più rilevante”.
Ad
esempio la dimensione “
Carico di lavoro”
riesce a “predire il numero degli infortuni, l’utilizzo di attrezzature
tecnologiche complesse, che suggeriscono la presenza di un elevato carico di
lavoro mentale. Nella stessa direzione, la ‘
Cultura organizzativa’ risulta un buon predittore nell’utilizzo dei
DPI”.
La
CSL è dunque uno strumento in grado di “individuare quelle caratteristiche
maggiormente esplicative dell’insorgenza dello stress
lavoro-correlato e di dimostrare come anche in micro e piccole aziende tali
caratteristiche incidano non solo sul soggetto, ma sull’azienda stessa,
analizzata attraverso i suoi indicatori oggettivi come infortuni, assenze per
malattia, uso dei DPI”.
E, infine, si sottolinea come la valutazione del rischio da stress lavoro
correlato “sia solo il primo passaggio di un più ampio percorso finalizzato
alla prevenzione ed elemento di snodo primario del processo di gestione dei
rischi lavorativi”.
“ La
valutazione dello Stress Lavoro-correlato nelle micro e piccole imprese: uno
studio di validazione dello strumento ‘CSL’ (Checklist sullo Stress
Lavoro-correlato)”, a cura di Christian Nardella (Scuola Internazionale di
Dottorato in Relazioni di Lavoro, Fondazione Universitaria Marco Biagi,
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia), Patrizia Deitinger (INAIL -
Dipartimento di Medicina del Lavoro) e Antonio Aiello (Dipartimento di
Psicologia, Università degli Studi di Cagliari), intervento pubblicato in
Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Vol. XXXIII, N. 3,
Supplemento B (supplemento di Psicologia), Luglio-Settembre 2011 (formato PDF,
134 kB).
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