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"Il ministro Elsa Fornero rimandata in sicurezza sul lavoro"

fonte www.puntosicuro.it / Formazione ed informazione

07/02/2013 - Nel dimissionario governo Monti, ancora in carica per la gestione amministrrativa fino alle prossime elezioni politiche, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, è stata fortemente criticata per le sue numerose “gaffe” sui temi del lavoro, tra cui l’uso del termine “choosy” riferito ai giovani che cercano un impiego. Cosa ha fatto per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori in un anno di permanenza al dicastero di via Vittorio Veneto? PuntoSicuro ha raccolto il parere di alcuni politici e sindacalisti, impegnati nella difficile battaglia per favorire la prevenzione di incidenti e infortuni mortali. Emerge, in sostanza, un giudizio negativo: la Fornero, a loro parere, non ha assunto nessun impegno rilevante per sostenere il tema sul piano politico e istituzionale. Anzi, in un caso si è rischiato l’indebolimento normativo. 
Nella sua lunga carriera Elsa Fornero non si mai interessata di sicurezza sul lavoro. Non conosce l’argomento in modo approfondito e ciò emerge anche dal suo curriculum su Wikipedia. In realtà ha sempre insegnato economia politica presso l’Università di Torino, ha realizzato ricerche scientifiche sui sistemi previdenziali, le scelte di pensionamento, risparmi delle famiglie. Ha assunto incarichi all’interno della Banca San Paolo e in Confindustria, studiando le politiche di welfare con l’approccio accademico. Non si hanno quindi notizie che sia mai entrata in un cantiere edile, confrontandosi sui temi della sicurezza dei lavoratori. Durante la sua permanenza al Ministero del Lavoro, a luglio scorso, aveva promesso [1] che entro la fine del 2012 avrebbe emanato alcuni decreti attuativi del Testo Unico 81 del 2008. Ma non si è visto nulla. “L’impressione iniziale è che il ministro Fornero dovesse fare molto, anche per la sicurezza dei lavoratori – spiega il deputato Antonio Boccuzzi (Pd), ex operaio della ThysseKrupp sfuggito al rogo del 2007 – ma poi ha deluso. In sostanza, non ha fatto nulla per la tutela della sicurezza dei lavoratori in Italia. Anche l’impegno relativo ai decreti attuativi per l’applicazione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, alla fine è rimasta solo una promessa. In alcuni casi, anzi, ha remato contro. Mi riferisco ad alcune esemplicazioni normative che avrebbero ridotto i livelli di sicurezza, ma per fortuna non sono state approvate”. 
 
Boccuzzi ha presentato molte interrogazioni parlamentari sui temi della sicurezza sul lavoro. Ma Elsa Fornero non ha mai risposto personalmente nell’aula del Parlamento. Spesso ha chiesto al suo viceministro, Michel Martone, di illustrare le risposte del ministero e in molti casi sono “risultate insoddisfacenti”, spiega ancora il deputato democratico. In un’occasione Fornero ha incontrato presso la sede di Confindustria i familiari degli operai deceduti nel rogo che scoppiò nel 2007 all’ acciaieria torinese ThysseKrupp, ma senza assumere impegni pubblici per la prevenzioni di infortuni nelle grandi fabbriche italiane. E sempre a Torino, ad aprile 2012, il ministro si è recato in ospedale per far visita agli operai sopravissuti a un grave incidente in un cantiere – che però costò la vita a due lavoratori – e disse pubblicamente: "Vigilerò sui problemi della sicurezza" [2].  
 
Antonio Di Pietro, ex magistrato e presidente dell’Italia dei Valori, ha assunto un forte impegno per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, presentando numerose interrogazioni parlamentari e scendendo al fianco dei lavoratori dell’Ilva di Taranto, esposti al rischio di cancro e malattie respiratorie per i fumi velenosi emessi nell’aria. La sua valutazione sull’attività svolta dalla Fornero è molto critica. A PuntoSicuro dichiara: “Il mio giudizio è assolutamente negativo. In Italia si continua a morire di lavoro e questo è grave e inaccettabile. Solo nel 2010 gli incidenti mortali nei cantieri e nelle fabbriche hanno provocato 718 vittime contro le 557 della Germania, le 550 della Francia e le 338 della Spagna. Insomma, siamo davanti ad una mattanza indegna per uno Stato di diritto, di una Repubblica fondata sul lavoro. Il governo Monti non ha fatto nulla per arginare il drammatico bollettino di guerra che ogni giorno si registra nei luoghi di lavoro”. A suo avviso, inoltre, la situazione è peggiorata. E prosegue: “I professori avrebbero dovuto reintegrare le norme del Testo Unico sulla sicurezza che il governo Berlusconi aveva smantellato, eliminando, in un colpo solo, le sanzioni e i controlli indispensabili per colpire gli illeciti. Al contrario, il ministro Fornero ha varato provvedimenti che non solo non hanno scongiurato la strage continua nelle fabbriche e nei cantieri, ma addirittura hanno danneggiato i lavoratori. Lo dimostrano le disastrose controriforme sulle pensioni e sul mercato del lavoro che, di fatto, hanno aumentato la disoccupazione e tagliato drasticamente i diritti.”
 
Pesante è anche il giudizio di Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro e “padre” del Testo Unico 81: “Non mi pare che la Fornero si sia distinta nell’impegno per la tutela della sicurezza dei lavoratori. I decreti attuativi del D.lgs. 81 sono poi rimasti sulla carta, cioè mai approvati”. Critiche arrivano anche da Sebastiano Celleri, responsabile dell’Ufficio nazionale Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro della Cgil, il principale sindacato italiano. “Il ministro Fornero si è disinteressata dei rischi che ogni giorno corrono i lavoratori italiani nei cantieri, nelle fabbriche, nelle piccole e medie imprese. Il bilancio del suo impegno è negativo. Inoltre, si è caratterizzata per alcune gaffe clamorose. Ad esempio, quando sosteneva che gli ispettori del lavoro dovevano valutare la buona fede dei datori di lavoro durante la loro attività di verifica di irregolarità. Quindi, se un imprenditore sostiene di non aver acquistato le scarpe antinfortunistica o il casco in uso nei cantieri a causa della crisi economica, va agevolato per la sua buona fede? È davvero paradossale che un ministro del Lavoro faccia dichiarazioni del genere. I decreti attuativi del Testo Unico, poi, non si sono mai visti, tranne quello che ha prorogato i termini per la valutazione dei rischi da parte del datore del lavoro. Infine, in alcuni casi abbiamo chiesto di essere convocati, ma sia stati ignorati”.

Elio Lannutti, presidente dell’ Adusbef e senatore dell’Italia dei Valori, ha svolto una intensa battaglia parlamentare per garantire la sicurezza dei lavoratori, presentando moltissime interrogazioni al ministro del Lavoro del governo Monti: “La Fornero promette, piange, ma per la sicurezza dei lavoratori non ha fatto nulla. Alle mie numerose interrogazioni non è mai venuta a rispondere nell’aula parlamentare. In realtà, i professori del governo tecnico non sono mai entrati in un cantiere, o saliti su una gru, quindi non conoscono i gravi problemi del mondo del lavoro e intanto si continua a morire per l’inosservanza delle leggi”.
 
A difendere invece l’operato della Fornero è il senatore Oreste Tofani (Pdl), presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni sul lavoro e morti bianche: “Abbiamo sentito diverse volte il ministro Fornero e ci ha fornito risposte esaurienti”, spiega a Punto Sicuro il parlamentare. L’ultima audizione si è tenuta il 19 dicembre scorso, alle 14.45. Il ministro del Lavoro è arrivato in compagnia di Paolo Pennesi, direttore generale dell’Attività Ispettiva. Dopo appena trenta minuti è andata via (l’audizione termina alle 15,05).
Cosa ha detto di tanto esauriente la Fornero in così poco tempo?
Nel verbale depositato in Senato il presidente Tofani chiede al ministro se sono stati approvati i decreti attuativi del Testo Unico 81 e lei risponde: “Purtroppo non tutto è stato completato, anche se gran parte degli istituti risultano ormai attuati e il percorso complessivo è in avanzato stato di definizione. Gli uffici competenti stanno lavorando attivamente a tal fine”. In sostanza, spiega che non sono stati approvati. Neppure il decreto per l’ istituzione del SINP presso l’Inail (sistema informativo per la prevenzione) è stato approvato e lo ammette. Ricorda poi che una commissione consultiva del ministero ha approvato, a maggio 2012,  “i criteri di qualificazione dei formatori in materia di salute e sicurezza sul lavoro, necessari per definire i requisiti di professionalità che i formatori debbono possedere un'efficace trasmissione delle competenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro a lavoratori, dirigenti e preposti”. Tali criteri sono poi stati recepiti in un “decreto interministeriale”, che però non è stato ancora approvato. Tofani le ha poi chiesto notizie relative alla sicurezza dei lavoratori nei porti e sulle navi, ma il ministro ha risposto che la competenza è del Ministero della Infrastrutture. Per concludere, la Fornero ha spiegato che esistono problemi di coordinamento tra gli enti che si occupano di sicurezza sul lavoro e che, nei prossimi mesi, l’Inail metterà a disposizione delle imprese 156 milioni di euro per “progetti di adeguamento delle imprese ai fini del miglioramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro”.
 
Riposte evasive, dunque, che sembrano confermare il giudizio critico di alcuni operatori del settore, in merito al fatto che il ministro si è occupata poco di sicurezza negli ambienti di lavoro. In realtà gli uffici del ministero che si occupano della tutela della Salute e Sicurezza sul lavoro – diretti dall’avvocato Lorenzo Fantini – hanno lavorato con impegno dietro le quinte della politica, cercando di fornire risposte, circolari e provvedimenti per potenziare la prevenzione di infortuni e incidenti sul lavoro.
PuntoSicuro ha potuto consultare un documento del ministero intitolato “ Stato di attuazione sulla Salute e sicurezza sul lavoro e prossimi sviluppi”, datato 4 dicembre 2012, cioè pochi giorni prima dell’audizione della Fornero presso la commissione parlamentare presieduta da Tofani. Nel documento di sette pagine sono evidenziati diversi impegni. In particolare, sono indicate 38 riunioni della Commissione consultiva per la salute e sicurezza sul lavoro (l’ultima si è tenuta il 28 novembre scorso), con l’elaborazione di “importanti documenti” prodotti da 9 “gruppi tecnici”, all’interno dei quali sono presenti anche i rappresentanti della pubblica amministrazione e le parti sociali. Tra i documenti più importanti vi sono:
 
-          “Indicazioni per la valutazione dello stress lavoro correlato”; il “Modello per la presentazione delle ‘buone prassi’ alla Commissione Consultiva per la loro validazione (ai sensi degli articoli 2 e 6 del “testo unico” di salute e sicurezza sul lavoro);
 
-          Documento per l’identificazione degli orientamenti pratici per le determinazione delle c.d. ESEDI (acronimo di “Esposizioni Sporadiche di Debole Intensità”) in materia di amianto, ai sensi dei commi 2 e 4 dell’articolo 249 del D.Lgs. n. 81/2008, approvato dalla Commissione consultiva in data 19 gennaio 2011;
 
-          Documento riguardante le prime indicazioni esplicative sulle implicazioni del c.d. REACH e CLP (agenti chimici) ed altri nell’ambito della normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
 
-          il Documento recante indicazioni procedurali ai fini della corretta fornitura di calcestruzzo preconfezionato in cantiere; il documento che individua, ai sensi dell’articolo 30, comma 5, del D.Lgs. n. 81/2008, e s.m.i., le mancate corrispondenze tra i modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza elaborati secondo le linee guida UNI-INAIL o BS 18001 e gli elementi indicati dall’articolo 30 del “testo unico”;
 
-          l’elaborazione di un Manuale operativo per la riduzione dei rischi da rumore, approvato alla riunione della Commissione del 28 novembre 2012;
 
-          approvazione delle Procedure standardizzate per la valutazione dei rischi (approvate alla seduta straordinaria del 16 maggio 2012), utilizzabili da parte delle aziende con meno di 10 lavoratori e che verranno recepite, come prevede l’art. 29, comma 5, del “testo unico”;
 
-          elaborazione del “Sistema qualificato della imprese”, che porterà a una ‘patente a punti” per le imprese che si caratterizzano in modo virtuoso sui temi della salute e sicurezza dei lavoratori. Si inizierà nel settore edile. In questo caso il ministro Fornero, a luglio 2012, ha chiesto ai dirigenti di dare “massima priorità” al progetto;
 
-          l’approvazione dei criteri di qualificazione del formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro, necessaria a individuare le caratteristiche che i soggetti formatori devono poter vantare per svolgere con efficacia l’importante ruolo di trasmettere competenze a lavoratori, dirigenti e preposti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il contenuto del relativo documento approvato dalla Commissione consultiva, è stato recepito in un decreto interministeriale, alla firma dei  Ministri del lavoro e delle politiche sociali e della salute;
 
-          la predisposizione di “ linee guida” in Conferenza Stato-Regioni che intervengano in ordine alla corretta interpretazione – anche per rendere omogenee le attività di vigilanza di Stato e Regioni in materia – dei citati accordi del 21 dicembre 2011. Le predette “linee guida” sono state approvate dalla Conferenza Stato-Regioni lo scorso 25 luglio e, infine, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana (n. 192) il 18 agosto 2012.
 
-          la pubblicazione del Regolamento, ex art. 3, comma 2, del D.Lgs. n. 81/2008, recante le disposizioni per l’attuazione della salute e sicurezza negli uffici all’estero del Ministero Affari esteri (D.M. 16 febbraio 2012, n. 51, Gazzetta Ufficiale 7 maggio 2012, n. 105);
 
Il documento elenca anche altri provvedimenti, ma sono relativi al periodo 2010, cioè prima della nomina di Elsa Fornero a ministro del Lavoro. In conclusione, emerge che gli uffici tecnici hanno continuato il loro impegno per favorire la prevenzione di infortuni e incidenti nei luoghi di lavoro, mentre il ministro era principalmente impegnato nella riforma delle pensioni.

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