News
"Imparare dagli errori: incidenti durante il getto di calcestruzzo"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
13/06/2013 - Nelle scorse tappe della rubrica “
Imparare degli errori” destinate agli infortuni nel mondo edile che avvengono durante l’utilizzo di betoniere, autobetonpompe e pompe per calcestruzzo, abbiamo potuto constatare quali siano i rischi e i pericoli connessi alle
attività di getto del calcestruzzo.
Presentiamo altri casi di incidenti tratti dalle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Nel
primo caso troviamo un problema correlato al
rischio di elettrocuzione.
Alla fine della gettata di calcestruzzo, nel momento in cui l'autista raccoglie il
braccio della betonpompa,
questa viene a contatto con dei fili di media tensione, scaricando
l'energia elettrica sulla mano sinistra dell'autista che impugna la
parte terminale del braccio della betonpompa. Non era presente
“segnaletica di sicurezza adeguata”.
Nel secondo caso un lavoratore è impegnato nella operazione di getto del calcestruzzo di una strada sterrata.
Nel secondo caso un lavoratore è impegnato nella operazione di getto del calcestruzzo di una strada sterrata.
Il
lavoro viene eseguito impiegando un braccio meccanico lungo 27 m facente parte
di pompa autocarrellata. L’infortunato tiene con le mani la parte terminale
della proboscide in gomma restando al di sotto del braccio anche se questa
operazione è proibita dal libretto d’uso e manutenzione.
Improvvisamente,
a causa di un cedimento meccanico causato dalla mancanza di manutenzione, il
braccio si spezza, precipita da un’altezza di circa 4 m e colpisce mortalmente
il lavoratore che non indossa DPI (perché non forniti).
Sono
evidenti i fattori che hanno causato e reso più grave l’incidente:
-
il cedimento meccanico del braccio a causa della mancata manutenzione;
-
il lavoratore si trovava al di sotto del braccio meccanico;
-
la mancanza di DPI.
Il
terzo caso è relativo a manovre di
riempimento con calcestruzzo delle
casseformi di alcuni pilastri di una casa in costruzione.
Un
lavoratore viene colpito alla testa dal tubo di gettata dell'autobetoniera che
si è intasato.
Il
manovratore per sbloccarlo aumenta la pressione di gettata: questo aumento di
pressione determina un movimento brusco del tubo che colpisce l'operaio che non
indossa elmetto di protezione. Anche in questo caso i fattori causali sono
evidenti.
Infine
un
quarto caso relativo al
braccio di un autopompa.
Il
cantiere si trova nella fase lavorativa di getto del calcestruzzo di una trave
rovescia di fondazione, un tipo di fondazione nell’edilizia. Il calcestruzzo è
richiesto dal titolare della ditta esecutrice dei lavori ad una azienda terza
la quale provvede a fornire il materiale inviando un'autobetoniera e una
autopompa. Quest'ultima è dotata di tre bracci con i quali il getto può essere
indirizzato anche a notevole distanza dalla autopompa stessa. Al comando
dell'autopompa
c’è il proprietario della stessa. Ad indirizzare il getto provvede un
lavoratore della ditta esecutrice. L’operaio vittima dell’infortunio mortale si
trova all’interno dell’armatura della trave rovescia, imbracciando la parte
terminale in gomma della proboscide dell’autopompa e avanza distribuendo la
necessaria quantità di
calcestruzzo.
Improvvisamente il braccio snodabile dell’autopompa cede e la parte terminale
si abbatte sul lavoratore provocandogli un politraumatismo con contusioni
interne a livello addominale. Alcune ore dopo il ricovero in ospedale il
lavoratore muore. Dall'indagine eseguita sull'autopompa è risultato che il cedimento
del braccio è stato causato dalla rottura della guarnizione interna del pistone
di azionamento del braccio snodabile. L'autopompa risultava essere costruita 22
anni prima, era stata utilizzata intensamente ed era stata sottoposta a
manutenzione più volte. Non si è riusciti ad accertare compiutamente se la
guarnizione che ha ceduto in precedenza fosse mai stata sostituita.
La prevenzione
Per
favorire la prevenzione nelle attività di fornitura e getto di calcestruzzo
riprendiamo alcune indicazioni tratte dal documento approvato nella seduta del
19 gennaio 2011 dalla Commissione consultiva permanente sulla salute e
sicurezza sul lavoro e dal titolo " Procedura per la
fornitura di calcestruzzo in cantiere".
Riguardo
alle “
Operazioni di pompaggio (uso del
braccio di ATBP e della pompa)” vengono riportate alcune indicazioni
relative a diversi rischi.
Riguardo
ai
rischi di urti e schiacciamenti
connessi con la
caduta di materiale
dall’alto a agli
urti del capo,
il documento ricorda che il
lavoratore
dell'impresa fornitrice “non deve partecipare in nessun modo alla posa in
opera del calcestruzzo, e non deve tenere e manovrare il terminale in gomma
della pompa”. Il lavoratore dell'impresa fornitrice durante il pompaggio “deve
collocarsi in luoghi di lavoro espressamente indicati dal dirigente/preposto o
lavoratore incaricato dell'impresa esecutrice, tali da poter garantire il
contatto visivo con i lavoratori dell'impresa esecutrice addetti alla posa del
calcestruzzo”. Non “deve sollevare pesi con il braccio dell'ATBP (autobetonpompa,
ndr) e della pompa”. Inoltre deve:
-
“durante l’operazione di estrazione del braccio e relativo avvicinamento al
punto di scarico mediante radiocomando, prestare attenzione a non urtare le
strutture presenti in cantiere;
-
assicurarsi che nessun lavoratore passi sotto il braccio di distribuzione”.
Mentre
il
dirigente/preposto o il
lavoratore incaricato dell’impresa
esecutrice “deve:
-
impartire le necessarie indicazioni al lavoratore dell'impresa fornitrice
relativamente al corretto posizionamento del mezzo, tale da garantire il
contatto visivo tra gli addetti;
- vietare la sosta ed il transito nel raggio
d’azione del braccio ai lavoratori che non partecipano alle operazioni di
getto”.
In
relazione al
rischio di schiacciamento,
seppellimento o intrappolamento per ribaltamento del
mezzo
o cedimento del terreno il lavoratore dell'impresa fornitrice durante il
pompaggio deve, oltre a collocarsi in luoghi di lavoro espressamente indicati
dal dirigente/preposto o lavoratore incaricato dall'impresa esecutrice,
“evitare l’impiego della pompa in caso di velocità del vento superiore ai
limiti imposti dal fabbricante nel manuale d’uso e manutenzione”.
Il
dirigente/preposto o il lavoratore incaricato dell’impresa esecutrice deve
“mantenere i passaggi sempre sgombri e puliti da residui o materiali che
possono costituire un pericolo per il passaggio”.
Torniamo
al
pericolo degli urti.
Rimandando
i nostri lettori alla lettura integrale del documento approvato dalla
Commissione Consultiva, riprendiamo alcune delle indicazioni contenute per il
dirigente/preposto o il
lavoratore incaricato dell’impresa
esecutrice, che “deve impartire le necessarie indicazioni al lavoratore
dell'impresa fornitrice”. In particolare deve:
- “impedire la sosta nei pressi del canale di
getto della pompa nella fase iniziale del getto stesso;
- non consentire la sosta o il passaggio nelle
immediate vicinanze delle tubazioni: la pressione di alimentazione può
provocare forti oscillazioni e spostamenti con conseguente rischio di urti e
colpi violenti;
- verificare che il lavoratore addetto alla
tubazione flessibile non lasci incustodito il terminale in gomma per prevenire
eventuali contraccolpi dovuti a variazioni interne nella pressione di
erogazione del calcestruzzo.
- verificare che nel caso di interruzione del
getto, non lasci la bocca della tubazione della pompa all'interno del getto
stesso”.
Nell’eventualità
di “
intasamento della tubazione di getto,
dovendo i lavoratori dell'impresa fornitrice effettuare la manovra di
‘disintasamento’, allontaneranno la parte terminale della tubazione dai
lavoratori dell'impresa esecutrice addetti alla posa, affinché questi ultimi
non siano soggetti alle pericolose conseguenze derivanti da un eventuale ‘colpo
di frusta’ a cui può essere soggetta la tubazione in gomma a causa della pressione
immessa”.
Ricordiamo,
per concludere, che il documento affronta anche i rischi di elettrocuzione, di
cadute dall’alto e in piano, di lesioni corneo-congiuntivali dovute a schizzi e
i rischi correlati alla movimentazione manuale dei carichi e all’esposizione a
polvere e a rumore.
Pagina
introduttiva del sito
web di INFOR.MO.:
nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
3347,
3515,
1905 e
379a (archivio incidenti 2002/2010).
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1737 volte.
Pubblicità