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"Come affrontare il rischio d’incendio nelle strutture sanitarie"
fonte www.puntoicuro.it / Rischio incendio
25/06/2013 - Negli ultimi 5 anni nella sola Regione Campania sono avvenuti ben 126
incendi negli ospedali e case di cura. Alla luce di questi dati è evidente che il raggiungimento della sicurezza antincendio in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private rappresenta un obiettivo fondamentale da conseguire.
Per parlare di questi temi si è svolto a Caserta, il 14 maggio 2013, il convegno dal tema “
Le strutture sanitarie: innovazioni normative e misure gestionali in materia di prevenzione incendi”.
Un convegno che, nato dalla sinergia del Comando provinciale dei VV.F.
con l'ASL territoriale e con il patrocinio della Regione Campania e
della Provincia di Caserta, ha visto la partecipazione di circa 700
persone tra professionisti tecnici e professionisti della sanità.
Alcuni dati sulla situazione nella Regione Campania sono stati
proposti da Guido Parisi (Direttore regionale VV.F. Campania)
nell’intervento “
Rischio incendio e situazione in Campania”.
Il relatore ha sottolineato che la sicurezza antincendio presenta problematiche particolari relative a :
Il relatore ha sottolineato che la sicurezza antincendio presenta problematiche particolari relative a :
-
configurazione architettonica degli edifici;
-
presenza di fattori di pericolo tecnologico:
ad esempio con riferimento a impianti di distribuzione gas comburenti e
medicali, camera iperbarica, ossigeno, protossido d’azoto, sorgenti di
radiazioni ionizzanti, cobaltoterapia, medicina nucleare;
-
comportamenti delle risorse umane.
E le persone
esposte sono: degenti, personale, visitatori, dipendenti imprese esterne.
In questa
situazione la
gestione del Rischio
dipende sia dal numero, densità e condizioni psico-fisiche dei degenti che
dalle fonti di pericolo tecnologico: “per cui nasce l’esigenza di poter
disporre personale istruito, organizzato e periodicamente addestrato a
fronteggiare l’emergenza incendio in ciascun reparto”.
In particolare si
ricorda che i criteri in base ai quali deve essere organizzata e gestita la
sicurezza antincendio, “sono enunciati
negli specifici punti del decreto del Ministro dell’interno 10 marzo 1998, con
particolare riferimento a:
- riduzione della
probabilità di insorgenza di un incendio;
- controllo e
manutenzione degli impianti e delle attrezzature
antincendio
al fine di garantirne l’efficienza;
- formazione e
informazione del personale;
- pianificazione e
gestione dell’emergenza in caso di incendio”.
Il relatore
conclude ricordando che alla luce delle innovazioni procedimentali introdotte
dal DPR del 1 agosto
2011, n. 151
(Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi
alla prevenzione degli incendi), “per il titolare dell’attività il mantenimento
delle condizioni di sicurezza antincendio nelle attività produttive assume una
rilevanza maggiore che in passato. Quindi oltre che sulla ‘responsabilità del
professionista’ dovremo interrogarci sulla accresciuta ‘responsabilità del
titolare dell’attività’”.
Altri dati sugli
incendi in Campania, con particolare riferimento a Caserta, sono riportati
nell’intervento “
Misure gestionali e
procedure di sicurezza: un esempio di applicazione e di innovazione” a cura
del Dott. Ing. Giovanna Rotriquenz (dirigente responsabile del SPP ASL Caserta).
Nella relazione,
che si sofferma anche sul contesto normativo, si sottolinea che la prevenzione
incendi è un “insieme complesso di attività che deve considerare diverse
circostanze presenti nelle strutture sanitarie pubbliche, come:
- un patrimonio
edilizio vetusto: edifici ultracinquantenni, spesso con vincoli architettonici
e di tutela che limitano gli interventi di adeguamento;
- la ristrettezza
di risorse economiche disponibili;
- la complessità
delle attività sanitarie presenti;
- l’evoluzione
tecnologica delle innovazioni che caratterizzano il settore sanitario;
- la pluralità di persone
potenzialmente presenti;
- la
polverizzazione dei ruoli e delle competenze dell’organizzazione;
- l’impiantistica
presente all’interno degli edifici realizzata per sovrapposizione di esigenze
in divenire e non con una strategia sistemica;
- la mancanza di
univocità dell’interpretazione e della condivisione delle norme
nell’organizzazione”.
Dopo aver riportato
i dati dei VVF della provincia di
Caserta, vengono ricordate alcune
misure
di prevenzione tecniche:
- “realizzare
depositi adeguati;
- effettuare manutenzione
regolare di impianti,
attrezzature e luoghi di lavoro con particolare riferimento ai luoghi comuni
interni/esterni alla struttura”.
E
misure organizzative, procedurali,
comunicative:
- assicurare ordine
e pulizia negli spazi interni/esterni e nei depositi;
- allontanare dalla
struttura tutti i materiali di scarto, le attrezzature obsolete, i rifiuti di
ogni genere;
- ridurre al minimo
le scorte/sostanze pericolose;
- procedure di
sicurezza per l’impiego di fiamme libere;
- elaborare
procedure per il controllo dei comportamenti di operai e ditte esterne;
- prevedere un
piano di formazione interna e addestramento”.
Questi i
fattori determinanti per le conseguenze di
un incendio:
- mancanza di un
piano di emergenza;
- carenza di
informazioni e di comunicazione;
- assenza di
coordinamento;
- segnalazione non
tempestiva;
- scarsa conoscenza
dei luoghi;
- assenza di
personale formato;
- inadeguatezza
delle vie di fuga;
- malfunzionamenti
di attrezzature ed impianti;
- carenza nella
protezione attiva e passiva.
La relazione fa poi
riferimento ad un percorso iniziato dall’ ASL di Caserta, “grazie alla
fermezza ed all’impegno del Comando dei VVF di Caserta”, volto a migliorare il
livello di sicurezza delle strutture ospedaliere pubbliche, garantendo nel
contempo il funzionamento delle stesse, attraverso un piano sostenibile di
attività e di adeguamenti consistente in:
-
rivalutazione del rischio incendio: “è
iniziato un percorso di approfondimento del Rischio Incendio con un maggiore
approfondimento alla peculiarità della struttura, dell’attività svolta, della
tipologia di degenti/utenti: collaboranti, parzialmente collaboranti, etc.,
alle caratteristiche ed allo stato di conservazione di struttura-impianti,
apparecchiature, arredi, alle caratteristiche, alle quantità ed alle modalità
di conservazione di sostanze, materiali, rifiuti, etc. presenti;
-
rielaborazione del piano della gestione
delle emergenze: “è stato scomposto il piano delle
emergenze
in procedure approfondendo in ogni struttura le specificità attraverso la
partecipazione dei lavoratori addetti;
-
nuove progettazione degli ospedali secondo
il nuovo piano ospedaliero: in ogni Presidio Ospedaliero sono state
raccolte informazioni pertinenti, in tema di Prevenzione Incendi ed è stato
presentato al Comando dei VV.F. una nuova progettazione per riallineare le
vecchie progettazioni agli atti del Comando allo stato di fatto, individuando
gli adeguamenti da effettuare”;
-
realizzazione di adeguamenti: “sono
stati previsti in ogni struttura ed in alcune sono stati già realizzati
adeguamenti necessari ad una migliore attuazione del piano delle emergenze”;
-
aggiornamento registri manutenzione e
antincendio: sono stati istituiti e vengono aggiornati in ogni struttura i
registri;
-
attività di manutenzione: è in corso
con il STC un approfondimento sulle modalità ed i risultati dell’attuale
attività di manutenzione per verificarne l’efficacia ed ulteriori margini di
miglioramento;
-
formazione addetti antincendio e
potenziamento squadre: sono stati effettuati corsi per nuovi addetti antincendio e corsi di
aggiornamento degli addetti già formati per le strutture dell’ASL con
superamento dell’esame di idoneità tecnica;
-
formazione personale SPP-STC-PPOO: è
stata pianificata e sottoscritta un’attività di collaborazione istituzionale
tra organismi di diritto pubblico A.S.L. Caserta e C.N.VV.F. – Comando
Provinciale VV.F. Caserta”;
-
integrazione delle misure tecniche,
organizzative e gestionali presso il PO (Presidio ospedaliero) di
Maddaloni: sono state effettuate attività formative di approfondimento e prove
di evacuazione con l’ausilio del Comando dei VVF, integrando procedure di
emergenza, adeguamenti e/o realizzazione impianti, formazione ed addestramento
del personale. E’ stata allestita la centrale di emergenza nel PO”.
La relazione si
conclude indicando che “l’esperienza conseguita nell’ASL Caserta, unita alla
considerazione che le strutture sanitarie pubbliche della regione hanno
analoghi problemi, fa pensare all’
esigenza
di implementazione di un
unico
sistema regionale per conseguire risultati omogenei su tutto il territorio
ed assicurare:
- il monitoraggio
sullo stato di attuazione degli adempimenti previsti dalla normativa vigente in
tema di salute e sicurezza nelle strutture sanitarie pubbliche in
Campania;
- la
predisposizione di un piano di attività con relativo cronoprogramma in cui si
evidenzi uno stretto legame tra gli adeguamenti previsti e le procedure
gestionali adottate;
- la condivisione
di uno specifico SGSA (sistema di gestione della sicurezza antincendio, ndr) di
supporto al processo di miglioramento continuo;
- un percorso
formativo continuo nel tempo che prevede il coinvolgimento di tutti i ruoli
dell’organizzazione”.
Gli
atti del convegno:
- “ Il
nuovo professionista Antincendio. Le origini e le innovazioni del dm 7 agosto
2012”,
Fabio Dattilo - Corpo Nazionale VVF, Direttore Centrale Prevenzione e Sicurezza
Tecnica (formato PDF, 1.6 MB);
- “ Rischio
incendio e situazione in Campania”, Guido Parisi - Direttore regionale VV.F.
Campania (formato PDF, 1.29 MB);
- “ Misure
gestionali e procedure di sicurezza: un esempio di applicazione e di
innovazione”,
Dott. Ing. Giovanna Rotriquenz - Dirigente responsabile del SPP ASL Caserta (formato
PDF, 3.52 MB).
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