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"Spazi confinati: standard OSHA per la richiesta di permesso di lavoro"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
03/07/2013 - Più volte gli articoli di PuntoSicuro si sono soffermati sui
rischi degli ambienti confinati,
con riferimento anche alla normativa vigente, all’implementazione di
sistemi di gestione e al rispetto delle procedure conseguenti. Ad
esempio riguardo all’adozione di
permessi di lavoro:
strumenti volti ad assicurare che tutti gli elementi del sistema
sicurezza siano stati messi in atto prima che ai lavoratori venga
permesso di entrare e/o lavorare in ambienti o spazi confinati.
Riguardo a questi temi sul sito dell’ American Society of Safety Engineer (ASSE)
è disponibile la traduzione in italiano – a cura di Adriano Paolo
Bacchetta – dell’articolo di Billy Taylor (ex presidente della North
Carolina ASSE Chapter) “
Confined Spaces Common Misconceptions & Errors in Complying With OSHA’s Standard”
(Errori comuni e non corrette interpretazioni dello standard OSHA).
Articolo apparso in lingua inglese sul numero di luglio 2011 della
rivista ProfessionalSafety edita dall’American Society of Safety
Engineer.
In questo articolo vengono condivisi alcuni risultati degli audit
dei sistemi di gestione di accesso negli spazi confinati, effettuati
negli Stati Uniti dall’autore, per aiutare i datori di lavoro a
migliorare i propri sistemi di gestione.
Inoltre vengono esaminati alcuni equivoci relativi all’applicazione dello
standard OSHA che si riferisce alla richiesta di permesso di lavoro per operare negli spazi confinati (Permit-Required Confined Spaces -
PRCS). Uno standard (
OSHA 1910.146)
difficile da comprendere, tanto che dopo diciotto anni dalla sua
elaborazione molti datori di lavoro, compresi quelli che hanno
implementato un sistema di gestione della sicurezza, non lo applicano
ancora correttamente.
Perché è
difficile? Cosa non fanno i datori di
lavoro?
L’articolo presenta
alcuni rilievi e alcuni
equivoci comuni
riscontrati durante gli audit.
Equivoco
n.1 - Largo abbastanza da poterci entrare
L’autore indica che
“chiunque ha familiarità con la definizione di spazio confinato indicato dalle
OSHA, può rapidamente identificare l’errore”. In realtà secondo la definizione
delle OSHA “uno spazio confinato è, tra le altre cose, largo abbastanza e
configurato in modo che un operatore possa
fisicamente
entrarci completamente all’interno e compiere il lavoro assegnatogli”. Se non si considera le parole “fisicamente
entrarci all’interno”, la procedura non “considera necessario che lo spazio sia
largo abbastanza da consentire all’operatore/ice di entrarvi all’interno, ma è
sufficiente che ci possa entrare anche solo una parte del suo corpo”. E anche
“un pozzetto contenente un contatore di acqua per uso domestico, che
solitamente è troppo piccolo perché sia classificato come spazio confinato”,
verrebbe a soddisfare la definizione. In questo senso “i letturisti dei
contatori di acqua dovrebbero avere un permesso per ogni box contenente un
contatore cui devono avere accesso per fare la lettura “.
Equivoco
n. 2 - Uno spazio confinato è uno spazio chiuso
Questo è un altro
errore comune che avviene quando il datore di lavoro estende le definizioni
OSHA fino a definire uno spazio confinato come un ambiente chiuso. In realtà
“l'attuale definizione non precisa nulla a tale riguardo. Questo probabilmente
deriva dalla definizione di spazio confinato precedente alla 1910.146 o forse i
datori di lavoro stanno prendendo in considerazione solo la definizione dello
standard ANSI Z117.1”.
E aggiungendo la
parola “chiuso”, molti ambienti che soddisferebbero la classificazione secondo
la definizione delle OSHA, rischiano di non essere inclusi nell'inventario
degli spazi confinati: ad esempio vasche di aereazione di un impianto di
trattamento delle acque reflue o un pozzetto a cielo aperto contenente una
valvola di intercettazione. Nella maggior parte dei casi “questi saranno luoghi
per i quali è necessario un PRCS secondo la definizione delle OSHA, anche se
nessuno dei due è ‘chiuso’. Cambiando la definizione e non identificandoli come
spazi confinati, si possono esporre a rischio i lavoratori che devono entrare
in tali luoghi”.
Equivoco
n. 3 - Tutti i PRCS devono essere contrassegnati da un cartello
È un “malinteso
comune che può costare la vita a un lavoratore”. Infatti sebbene “i cartelli
siano un buon modo per informare i lavoratori della presenza e dell’ubicazione
dei PRCS”, OSHA non stabilisce quale metodo debbano utilizzare i datori di
lavoro per informare i dipendenti della presenza di un PRCS.
L’articolo, che vi
invitiamo a leggere integralmente, ricorda il testo della norma OSHA e le
criticità di spazi confinati contrassegnati da
cartelli: ad esempio i cartelli, nel tempo “tendono a deteriorarsi o possono
essere danneggiati”. Tuttavia questo “non vuol dire che i cartelli non devono
essere utilizzati. I datori di lavoro devono installare i cartelli. In
aggiunta, però, dovrebbero formare i lavoratori a riconoscere i PRCS e
informarli che l'assenza di un segnale non significa che non ci sono pericoli e
che non è necessario richiedere il permesso di accesso. I lavoratori devono
inoltre sapere che ogni volta che hanno dei dubbi, devono cercare aiuto per
prendere delle decisioni a riguardo”.
Equivoco
n. 4: Riconoscimento di uno spazio confinato
In realtà pochi
datori di lavoro hanno identificato tutti i PRCS su un sito. Molti spazi
rischiano di essere trascurati, “in particolare quando il numero di spazi è
molto grande”.
L'unico modo “per
identificare in maniera efficace tutti i PRCS, è camminare attraverso l'intero
sito alla ricerca degli spazi che soddisfano la definizione” e porsi queste
domande:
- “lo spazio è
abbastanza grande e configurato in maniera tale che il più piccolo dipendente
può entrarci completamente e avere ancora spazio di manovra per eseguire l'operazione?
- lo spazio ha
delle aperture di accesso così piccole che non è possibile attraversarle in
posizione eretta e senza ostacoli? Oppure, ci si deve piegare, salire, girare
lateralmente o contorcersi per entrare o uscire?
- lo spazio non è
destinato o progettato perché una persona lo occupi in modo continuo? Qualsiasi
spazio che soddisfa questi requisiti è considerato uno spazio confinato”.
Equivoco
n. 5: Durata permesso
Secondo lo standard
OSHA “un permesso per entrare in un PRCS può essere valido per tutto il tempo
necessario per eseguire il lavoro all'interno dello spazio confinato. Mentre la
maggior parte dei datori di lavoro hanno compreso questo concetto, altri hanno
frainteso che l'autorizzazione può essere valida per un periodo massimo fino a
otto ore. Molti hanno anche predisposto i moduli di permesso che riportano
stampato (spesso nella parte superiore) la loro durata massima di otto ore.
Questo errore sembra abbia avuto origine dalla norma stessa”.
Equivoco
n. 6: Ogni spazio può essere riclassificato
Molti datori di
lavoro, erroneamente, “credono che se si ventila un PRCS al cui interno
potrebbe essere presente un’atmosfera pericolosa, allora è possibile
riclassificare lo spazio confinato”. “Se si può formare nuovamente un’atmosfera
pericolosa al termine della ventilazione o quando questa è rimossa, lo spazio
confinato non può essere riclassificato”. Ad esempio le fognature stradali “non
possono essere riclassificate, poiché il potenziale di un’atmosfera pericolosa
non può essere eliminato”.
Equivoco
n. 7: Salvataggio
L’autore ricorda
che “quando si verifica una situazione di
emergenza
all’interno di uno spazio confinato, la rapidità d’intervento è essenziale”.
Dagli audit emerge tuttavia che nella maggior parte dei casi, “i piani di
salvataggio mostrano avere diversi problemi”.
Inoltre molti datori di lavoro “non valutano a fondo la capacità di
risposta delle squadre di emergenza interna o esterna”.
Equivoco
n. 8: Monitoraggio atmosferico
Se la
strumentazione di monitoraggio atmosferico è molto migliorata negli ultimi
anni, “il monitoraggio atmosferico all'interno di un PRCS può non essere
condotto in modo corretto”. Il risultato può essere un “falso senso di
sicurezza per il lavoratore che accede nello spazio confinato, ritenendo che
l'atmosfera all'interno sia stata adeguatamente controllata prima
dell’accesso”.
Equivoco
n. 9: Efficacia del sistema
“Ogni datore di
lavoro che consente ai lavoratori di entrare all’interno di un PRCS dovrebbe
controllare, almeno annualmente, l’efficacia dei propri
sistemi di gestione degli accessi, comprese le procedure di
soccorso. Inoltre è opportuno che al termine di ogni accesso sia effettuata
un’analisi critica dello svolgimento delle operazioni, analogamente a quanto
previsto al termine di un’esercitazione antincendio”. Se l’OSHA prevede un
debriefing tra il datore di lavoro
committente e gli appaltatori a conclusione delle operazioni condotte
all’interno degli spazi confinati, “l'autore suggerisce che ogni attività
eseguita all’interno di uno spazio confinato dovrebbe essere seguita da un
debriefing. Ciò consentirebbe ai datori
di lavoro di individuare eventuali problemi potenziali che possono essere
corretti prima di un successivo intervento e, possibilmente, evitare che
l’accesso agli spazi confinati diventi un’attività di routine”.
In conclusione
l’autore segnala che se forse la piena conformità alle OSHA non è possibile, vi
sono casi in cui le
non conformità
possono rappresentare una grande minaccia per i lavoratori; ad esempio in
relazione agli spazi confinati.
Infatti in questi
ambienti lavorativi “non c'è spazio per l'errore e le scorciatoie non possono
essere tollerate. Durante un accesso all’interno degli spazi confinati, quando
le cose vanno male, le persone non si limitano a farsi male, muoiono”.
“ Spazi
Confinati. Errori comuni e non corrette interpretazioni dello standard OSHA”, versione
italiana dell’articolo “Confined Spaces Common Misconceptions & Errors in
Complying With OSHA’s Standard” a cura di Billy Taylor, articolo apparso in
lingua inglese sul numero di luglio 2011 della rivista ProfessionalSafety (pag.
42-46) edita dall’American Society of Safety Engineer, traduzione a cura di
Adriano Paolo Bacchetta (formato PDF, 318 kB).
NB:
Questo articolo di Bill Taylor, scritto comunque con riferimento ad audit
avvenuti negli Stati Uniti - è precedente alla promulgazione del Decreto del
Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 177 relativo al “Regolamento
recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi
operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti, a norma
dell'articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.
81”.
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