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"La violenza allo sportello e la tutela dei lavoratori"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
30/07/2013 - In relazione ad alcune vicende di cronaca e alle criticità dei
sistemi di difesa e di tutela dei lavoratori che hanno costante contatto
con il pubblico, si è tenuto a Milano il 12 giugno la giornata di
studio “ Violenza allo sportello e tutela dei lavoratori: nuovi rischi per banche e terziario”.
Organizzata dal Dipartimento Nazionale Salute e Sicurezza della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani), la giornata di studio ha permesso di denunciare – come indicato nel
Comunicato
FABI del 21 giugno 2013 - Convegno “Violenza allo Sportello e tutela
dei lavoratori: Nuovi Rischi per banche e Terziario” – “la
gravità di una situazione in costante peggioramento: l’aumento di
episodi di violenza, fisica e psicologica, perpetrati ai danni di chi
opera allo sportello. È un problema dei bancari, ma anche un problema
che è comune al Terziario”.
Su questi e altri temi si sono confrontati esperti di sicurezza,
psicologi, medici del lavoro, esponenti della Vigilanza, rappresentanti
delle parti sociali e Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza
(RLS).
Luca Bertinotti,
Segretario Nazionale della FABI, ha ricordato le parole del Segretario Generale
Lando Sileoni. Sileoni aveva raccontato il clima sociale sempre più caldo in
relazione alle banche e di riflesso ai lavoratori bancari, ma più in generale
al sistema del credito. E da questo punto di vista “
sarebbe
opportuno, nell’interesse di tutti, recuperare una situazione di normale
dialettica senza inutile e pericolosi eccessi”.
È dunque necessario
“
che i mezzi di informazione e tutti gli
addetti ai lavori contribuiscano a riportare un clima di civile e democratico
confronto”.
Successivamente
molti interventi hanno affrontato le “diverse sfaccettature del
rischio allo sportello, con un filo
conduttore comune ai diversi interventi: quello di superare l’aspetto di mera
denuncia di una situazione e di promuovere, secondo il proprio livello
operativo, il concetto di una sicurezza integrata, legata ad una cultura della
prevenzione condivisa dalle parti sociali, che per realizzarsi può utilizzare
quanto di meglio esperienze di buone prassi, ricerca e
strumento tecnologici, possono fornire”.
Durante la giornata
si è parlato dunque di rapine, di situazione sociale, di tensioni con la
clientela, di stress lavoro
correlato.
In particolare nel
suo intervento Loris Brizio - Coordinatore del Dipartimento Salute e Sicurezza
- ha ricordato, tra altre cose, “la necessità di operare in modo uniforme nel
mondo del Credito, ricercando norme condivise dalle parti sociali che siano
comuni all’intero Settore. L’occasione potrebbe essere quella del rinnovo degli
Accordi del 1997, tutt’ora in corso. Si devono ricercare le migliori soluzioni
operative per la tutela dei lavoratori, sia organizzative, sia formative,
utilizzando, quando necessario, l’utile apporto della Vigilanza, operando però
sempre nel rispetto del duplice binario delle rappresentanze dei lavoratori:
gli RLS, parte integrante, secondo la FABI, del Sistema di Sicurezza Aziendale
espresso dal Servizio di Prevenzione e Protezione e il Sindacato, con le sue
strutture saldamente operative nell’ottica dell’Art. 9 della Legge 300/70”. In
questo senso “il coinvolgimento pieno degli RLS nei momenti di particolare
rilevanza della Valutazione del Rischio, come ad esempio per lo stress lavoro
correlato,
è da considerarsi un elemento qualificante del processo di valutazione, per
l’apporto diretto che solo gli RLS possono dare alle valutazioni”.
Diamo qualche
dato della situazione attuale relativa alle
rapine con riferimento all’intervento “
La prevenzione della rapina in banca”, a cura di Michele Messina
(Vice Presidente Vicario A.I.PRO.S. e consulente della sicurezza).
L’intervento
sottolinea che le rapine complessivamente denunciate in Italia nel corso del
2011 “sono state 40.549, con un incremento del 20,1% rispetto al 2010. Il dato
evidenzia, purtroppo, un'inversione di tendenza che si verifica dopo un triennio
positivo in cui le rapine avevano fatto registrare complessivamente un calo del
34% (Fonte: ISTAT - Ministero dell’Interno)”.
Inoltre dal
confronto dei dati delle categorie partecipanti all’Osservatorio
Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria, relativi all’anno 2011, “emerge,
in particolare, come la recrudescenza delle
rapine
abbia riguardato gli esercizi commerciali (+6,6%), le farmacie (+5,1%) e le
tabaccherie (+3,8%), mentre per gli uffici postali (-10,3%) e le banche
(-19,4%) prosegue il positivo trend decrescente”. Le tre regioni a più alto
rischio nel 2011 sono state il Lazio, la Puglia e la Lombardia.
Andando ai
dati disponibili del 2012, nei primi
otto mesi “sono state compiute 624 rapine agli sportelli bancari con un calo
del 18,5% rispetto alle 766 registrate nello stesso periodo del 2011. La
diminuzione conferma il trend positivo già registrato negli ultimi anni”.
Inoltre alcuni
fattori aumentano l’insicurezza:
- “la grande
differenza che esiste tra reati denunciati e reati effettivamente commessi;
- il numero dei
reati per i quali la giustizia non riesce a individuare i responsabili. Le
percentuali sono elevatissime al punto da sfiorare, per i furti, il 95% dei
casi. Di poco inferiore la percentuale per le rapine, che varia tra il 75 e
l’80%;
- la lungaggine dei
processi penali che spesso fa scattare la prescrizione che obbliga a scarcerare
i criminali”.
Riprendiamo, per
concludere questa presentazione, alcune brevi indicazioni tratte
dall’intervento “
I rischi psicosociali
negli istituti di credito”, a cura di Fulvio Fornaro (Medico Competente
Aziendale, Direttore Sanitario SAIL 626).
Dopo aver
presentato gli obblighi e il ruolo dei medici competenti, la relazione si
sofferma su alcuni
fattori di rischio e strategie di prevenzione.
Ad esempio con
riferimento ai
dispositivi di sicurezza
e di protezione:
- “
dispositivi di sicurezza: le telecamere
a circuito chiuso, gli allarmi, le vetrate-specchio bidirezionali, i sistemi di
accesso a scheda, le porte anti-panico con apertura solo dall’interno e le luci
di emergenza e i dispositivi di localizzazione satellitari;
-
sistemi di protezione personali: i
corpetti antiproiettile”.
Senza dimenticare
uno
sguardo all’organizzazione:
- “pratiche di
lavoro e procedure;
- valutazione e
registrazione degli eventi di aggressione;
- procedure per le
cure ed il supporto psicologico che seguono gli episodi di violenza verbale, di
aggressioni, di rapine”.
Riguardo poi al
comportamento nelle situazioni critiche,
è necessario:
- “addestramento
dei lavoratori;
- formazione al
riconoscimento delle situazioni critiche”.
Ad esempio tipiche
situazioni critiche negli istituti bancari
possono essere:
- “la crisi
economica a livello internazionale: risparmiatori esasperati (in particolare i
piccoli risparmiatori); improvviso cambiamento nei rapporti con i clienti
storici; richiesta e mancata erogazione
di piccoli prestiti”.
Oltre ad un’analisi
delle situazioni critiche e degli eventi accaduti nel passato, la
politica di intervento può prevedere:
- “la conoscenza
delle possibili reazioni;
- progettazione di
interventi di prevenzione del disagio psicologico connesso ad un
evento critico;
- una adeguata
formazione per: le reazioni attese durante e dopo un evento critico; le
reazioni personali; le aree personali più soggette ad entrare in crisi; le
strategie personali e di gruppo più efficaci; il riconoscimento dei
comportamenti inaccettabili; gestire lo stress per controllare le reazioni
emotive”.
Infine
ulteriori strumenti possono essere:
- “promozione di benessere
psico-fisico;
- prevenzione in
ambito professionale dello stress;
- gestione
corporea, emotiva e mentale;
- sostegno e cura
nelle situazioni da stress post-evento traumatico”.
Alla fine dei
lavori Luca Bertinotti ha ribadito che la crisi sociale che ha investito il
paese, e che non è al momento rientrata, “continua a creare
disagio sociale e confusione: i bancari
sono confusi con chi gestisce la banca e gli errori di coloro che hanno gestito
in modo non corretto alcune aziende determinano colpe che nulla hanno a che
vedere con la professionalità dei bancari. Le aziende devono considerare
appieno, nella valutazione del rischio, questi elementi, e mettere in campo
tutto quanto possa essere utile per ridurre questo rischio, sia sotto l’aspetto
della violenza fisica, sia sotto quello, più sottile ma non meno grave, della
violenza verbale e psicologica”.
Gli
atti della giornata di studio:
- Comunicato
FABI del 21 giugno 2013 - Convegno “Violenza allo Sportello e tutela dei
lavoratori: Nuovi Rischi per banche e Terziario” (formato PDF, 275 kB);
-
“ La
prevenzione della rapina in banca”, a cura di Michele Messina - Vice
Presidente Vicario A.I.PRO.S. e consulente della sicurezza (formato PDF, 1.96
MB);
- “ I
rischi psicosociali negli istituti di credito”, a cura di Fulvio Fornaro - Medico
Competente Aziendale, Direttore Sanitario SAIL 626 (formato PDF, 1.53 MB);
- “ Tutela
dei lavoratori dai nuovi rischi: reti per la prevenzione dello stress
lavoro-correlato, la promozione del benessere organizzativo e lo sviluppo della
performance”,
a cura di Alessandro De Carlo, Università di Roma – Lumsa; Leonardo Ranieri,
Cises, IF – Informazione & Fiducia; Nicola A. De Carlo, Università di
Padova (formato PDF, 1.77 MB);
- “ Dalla prevenzione all’azione”, a cura di Eduardo Jorge Parisi, Business Developmen Manager
Sicuritalia (formato PDF, 567 kB).
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