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"Storie di infortunio: strani movimenti dalla fossa"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
26/11/2013 -
Sei persone sono rimaste
intossicate da una fuoriuscita di biogas durante alcuni lavori di manutenzione
all’interno di un impianto
di depurazione acque di scarico. Tutti gli intossicati sono guariti nel
giro di pochi giorni senza riportare conseguenze.
Chi è stato coinvolto
L’incidente ha coinvolto sei
lavoratori fra cui Franco, responsabile dell’azienda che gestisce l’impianto,
Carlo, elettricista autonomo, e quattro addetti della ditta incaricata dei
lavori: il caposquadra Adriano, l’apprendista Dante, minorenne, e i due operai
rumeni Adi e Vasile; questi ultimi tre lavoravano per l’azienda rispettivamente
da due mesi (Dante) e da sei mesi (Adi e Vasile).
Dove e quando
L’incidente è avvenuto
all’interno di un impianto
di depurazione acque di scarico nella zona del Roero in provincia di Cuneo
durante un soleggiato pomeriggio dell’autunno 2008.
Una parte dell’impianto è
destinata al recupero, filtraggio e stoccaggio del biogas, sottoprodotto di
lavorazione usato come combustibile.
L’infortunio collettivo è
avvenuto all’interno e nelle immediate vicinanze di una vasca interrata in
cemento armato posta alla base del serbatoio di stoccaggio del gas.
Come
Per eseguire un intervento di
manutenzione ordinaria, intorno alle 14,00 gli operai Vasile e Adi, seguendo le
indicazioni di Adriano, sono scesi dalla scala metallica fissa all’interno
della vasca interrata, profonda circa 140 centimetri in cui è presente un
sistema di filtrazione del biogas.
La vasca è dotata di un sistema
di chiusura che è costituito da una serie di griglie metalliche che, Il lavoro
prevedeva la sostituzione del filtro del biogas e delle valvole di
intercettazione sulla tubazione.
Non potendo chiudere a monte la
tubazione del gas, una volta rimossi i dispositivi da sostituire, Adriano ha
chiesto a Dante di scendere
nella vasca e di chiudere manualmente la tubazione con uno straccio per
evitare che il biogas continuasse a uscire.
Le operazioni di sostituzione del
filtro sono proseguite per alcuni minuti e nonostante l'ostruzione operata da
Dante, un limitato ma costante quantitativo di gas è fluito all'interno della
vasca.
Con il passare del tempo Dante ha
iniziato ad avvertire i primi malesseri dovuti all'accumulo di gas e, segnalata
la difficoltà al collega Adriano, è uscito dalla vasca.
Adriano è entrato a sua volta
nella vasca per sostituire il giovane collega, ma si è sentito male
immediatamente perdendo i sensi; lo stesso è accaduto ad Adi che, svenendo, ha
battuto violentemente il capo contro il filtro.
Vasile, invece, è riuscito a
uscire dalla vasca ma appena all’esterno ha perso i sensi.
Carlo e Franco, presenti in un
edificio vicino, hanno assistito alla scena dalla finestra e sono intervenuti
per prestare soccorso ma giunti sui bordi della fossa sono stati intossicati
dalle esalazioni presenti.
“La nostra attenzione veniva attirata da strani movimenti presso la
fossa del gasometro… io e il Franco cercavamo di tirare fuori dalla fossa una
delle persone prive di sensi. Mentre mi chinavo mi rendevo conto di non
riuscire a svolgere questa operazione e allora alzavo le braccia per richiamare
l’attenzione di un ragazzo in lontananza ma immediatamente dopo perdevo i
sensi”.
Perché
Il biogas proveniente dalle fasi
di trattamento
dei reflui è una miscela costituita fondamentalmente da metano (CH4) e
anidride carbonica (CO2); quest’ultima avendo una densità elevata tende a
stratificare verso il basso.
La semplice ostruzione operata
manualmente con uno straccio non ha garantito una tenuta perfetta della
tubazione e pertanto il gas è fluito all’interno della fossa formando
un’atmosfera ricca di anidride carbonica e povera di ossigeno raggiungendo una
concentrazione tale da causare l’intossicazione dei soggetti presenti.
Cosa si è appreso dall’inchiesta
Il rischio dovuto alla presenza
del biogas e delle sue caratteristiche chimico-fisiche è stato sottovalutato in
quanto la presenza in tutta l’area del depuratore di odori provenienti dalle
lavorazioni mascherano e nascondono un’eventuale e incontrollata fuoriuscita di
biogas.
La scelta di una vasca interrata
per ospitare il filtro facilita la formazione di sacche di ristagno di biogas
che provengono da eventuali perdite.
La bassa pressione di esercizio
all’interno della tubazione induce a considerare sufficiente la semplice
ostruzione operata con uno straccio. Inoltre, l’eventuale perdita o fuoriuscita
di gas non genera fischi o sibili che possono mettere in allarme gli operatori.
Nonostante fosse nota la presenza
del biogas non è stato adeguatamente valutato il rischio legato alla sua
pericolosità in quella specifica area di lavoro.
Indicazioni per la prevenzione
Sono ancora molti i limiti a una
corretta gestione del rischio in materia di atmosfere pericolose. Ciò è dovuto
essenzialmente alla limitata percezione e alla scarsa consapevolezza dei
fenomeni che possono originarle, oltre alla difficoltà di mettere in atto
idonee e sicure procedure di intervento in emergenza.
Nel caso analizzato era
necessaria un’adeguata progettazione dei sistemi di impianto ovvero:
- il posizionamento fuori terra
delle attrezzature oggetto di interventi di manutenzione quali il filtro;
- l’installazione di adeguati
sistemi di intercettazione a monte e a valle della tubazione di adduzione del
biogas e, nel caso in cui non fosse possibile, occorreva installare dei
rilevatori di concentrazioni pericolose di CO2 che avrebbero consentito una
riduzione alla fonte dei problemi successivamente occorsi.
Dopo aver agito sugli aspetti
progettuali ed impiantistici l’eventuale rischio residuo, derivante dalla
presenza di biogas, deve essere affrontato con una opportuna attività di
informazione di tutti i lavoratori potenzialmente esposti, sulle
caratteristiche del biogas e sulla sua pericolosità in determinati ambiti lavorativi.
Inoltre, visti i tempi rapidi di
intossicazione, non è possibile fare solo affidamento sull’intervento dei
servizi di emergenza “istituzionali” quali Vigili del fuoco, 118, etc. ma
occorre predisporre una procedura di gestione delle emergenze che comprenda
l’individuazione di una squadra interna di pronto intervento formata, informata,
addestrata ed idoneamente equipaggiata, pronta ad intervenire in modo rapido.
Davide Bogetti e Pietro Corino
Servizio Pre.S.A.L. della Asl CN2
Fonte: Dors.
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