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"Permesso di costruire, i dinieghi vanno sempre motivati"
fonte www.edilportale.com / Edilizia
26/11/2013 - I pareri delle Soprintendenze devono sempre essere motivati e
circostanziati. Lo hanno spiegato, con due pronunce emesse a distanza di
pochi giorni, il Tar Campania e il Tar Lazio.
Con la sentenza 4792/2013, il Tar Campania ha affermato che quando la Soprintendenza nega un permesso deve fornire una idonea motivazione sulle ragioni che impediscono la realizzazione di una costruzione in una zona posta sotto la sua tutela.
In caso contrario, il parere è considerato illegittimo e deve essere annullato. Secondo il Tar, infatti, il parere della Soprintendenza anche se ha carattere consultivo è vincolante per il Comune chiamato al rilascio del permesso di costruire, che deve poter riportare le valutazioni espresse a livello statale.
È giunto a conclusioni analoghe anche il Tar Lazio, che con la sentenza 9478/2013 ha affermato che il parere della Soprintendenza non può consistere in espressioni sintetiche, vaghe e generiche, che possono lasciar presupporre carenze nell’istruttoria.
Il Tar ha giudicato illegittimo il provvedimento con cui la Soprintendenza aveva espresso parere sfavorevole contro un intervento di ampliamento perché non conforme alle norme e non compatibile con il contesto paesaggistico vincolato.
A detta del Tar, però, la Soprintendenza non aveva dimostrato il carattere di inedificabilità assoluta e l’incompatibilità del progetto edilizio con l’area.
Con la sentenza 4792/2013, il Tar Campania ha affermato che quando la Soprintendenza nega un permesso deve fornire una idonea motivazione sulle ragioni che impediscono la realizzazione di una costruzione in una zona posta sotto la sua tutela.
In caso contrario, il parere è considerato illegittimo e deve essere annullato. Secondo il Tar, infatti, il parere della Soprintendenza anche se ha carattere consultivo è vincolante per il Comune chiamato al rilascio del permesso di costruire, che deve poter riportare le valutazioni espresse a livello statale.
È giunto a conclusioni analoghe anche il Tar Lazio, che con la sentenza 9478/2013 ha affermato che il parere della Soprintendenza non può consistere in espressioni sintetiche, vaghe e generiche, che possono lasciar presupporre carenze nell’istruttoria.
Il Tar ha giudicato illegittimo il provvedimento con cui la Soprintendenza aveva espresso parere sfavorevole contro un intervento di ampliamento perché non conforme alle norme e non compatibile con il contesto paesaggistico vincolato.
A detta del Tar, però, la Soprintendenza non aveva dimostrato il carattere di inedificabilità assoluta e l’incompatibilità del progetto edilizio con l’area.
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