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"Linee guida e comportamenti idonei per la sicurezza nei laboratori"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
04/04/2014 - Nelle possibili tipologie di
laboratorio - di ricerca,
di analisi o laboratorio didattico - la sicurezza è sempre un aspetto
molto importante di cui bisogna tener conto nel modo di svolgere le
attività. E per affrontare la
sicurezza nei laboratori sono
spesso raccolte nei siti delle varie Università italiane utili
indicazioni per favorire la tutela della salute e la prevenzione degli
incidenti.
Per favorire la prevenzione in
questi ambienti di lavoro e studio, l’ Università degli Studi di Genova ha pubblicato un documento
dal titolo “
Linee guida per la sicurezza
nei laboratori”, curato dal Dott. Mauro Michetti; un documento che ricorda
come la sicurezza e la salute siano un diritto di tutti, che pone doveri, per
quanto di pertinenza, a tutti i “componenti della linea organizzativa coinvolta
direttamente o indirettamente, nell'esercizio dell'attività” (datore di lavoro,
dirigente, preposto, lavoratore). E nell’ordinamento universitario “il Datore
di Lavoro è il Rettore; i Dirigenti sono il Direttore della Struttura ed i
Responsabili di Laboratorio (sia laboratori di ricerca che didattici); mentre i
Lavoratori sono tutte quelle persone (strutturate e non) che operano nella
struttura stessa: Docenti, Personale Tecnico ed Amministrativo, Dottorandi,
Assegnisti, Contrattisti, Tesisti e Studenti”.
E nei laboratori spetta non solo
al Direttore della Struttura, “ma soprattutto ai Responsabili di laboratorio ed
ai Lavoratori, ognuno per le proprie competenze, adoperarsi per assicurare la
realizzazione ed il mantenimento delle condizioni di sicurezza”.
Il documento ricorda che i vari
rischi presenti nei laboratori sono
correlati ad una serie di fattori, ad esempio:
- “
pericoli presentati dai materiali utilizzati: sostanze pericolose
(tossiche, nocive, corrosive, cancerogene, capaci di provocare effetti
irreversibili, capaci di esplodere, infiammabili, ecc.), agenti biologici pericolosi,
materiali radioattivi, ecc...;
-
pericoli presentati dalle apparecchiature: apparecchiature
elettriche, parti meccaniche in movimento, sistemi a pressione e sotto vuoto,
ad alte o basse temperature, ecc...;
-
pericoli presentati da strutture, locali, impianti, arredi
(scarsità o cattivo utilizzo degli spazi, affollamento, distribuzione di gas
non sicura, piani di lavoro di banchi e cappe non idonei, ecc.);
-
addestramento non sempre sufficientemente adeguato degli operatori
(sia personale strutturato che non strutturato)”.
In particolare si sottolinea che
il livello di rischio può essere ridotto attraverso l'informazione e la
formazione e il Responsabile del laboratorio ha “l'obbligo di istruire
adeguatamente il personale che afferisce al laboratorio di competenza, compresi studenti,
tirocinanti, borsisti, ospiti e altro personale non strutturato; detti
soggetti sono tenuti a seguire le azioni di informazione e formazione”.
Prima di presentare una serie di
norme generali di sicurezza, l’autore ricorda che nella
manipolazione di sostanze pericolose “conoscere le caratteristiche
di pericolosità dei prodotti da utilizzare è condizione fondamentale per
attuare le misure necessarie per evitare situazioni di rischio. Nel caso dei
prodotti commerciali, una immediata informazione di manipolazione in sicurezza
dei prodotti può essere ottenuta dall’etichettatura mentre, informazioni più
dettagliate, devono essere cercate sulle schede di
sicurezza”.
Tuttavia spesso “la sola
conoscenza della pericolosità può non essere sufficiente per garantire la
sicurezza, occorre pertanto una programmazione corretta delle fasi operative al
fine di valutare i metodi più opportuni per operare in sicurezza, i sistemi più
idonei per proteggere gli operatori ed i più efficaci per minimizzare l’effetto
di eventuali incidenti che dovessero accadere”.
In particolare il responsabile di
ciascun laboratorio “deve elaborare
procedure
locali che tengano conto dei rischi associabili alle varie attività. È
importante che vengano considerati tutti gli aspetti di sicurezza relativi
all’uso di sostanze pericolose dal momento in cui tali prodotti entrano in
laboratorio fino al momento dello smaltimento finale”.
Il documento sottolinea inoltre
che molti incidenti in laboratorio sono da attribuirsi “ad una mancanza di
conoscenza dei fattori chimico-fisici relativi alla cinetica del
sistema di reazione come la
concentrazione dei reagenti o la temperatura di reazione”. Si definisce
genericamente
reattiva “una sostanza
o un preparato che può polimerizzare violentemente (nel caso dei monomeri);
decomporsi per effetto del calore (perossidi); condensare o reagire con se
stessa e/o con l’ossigeno (sostanze combustibili, infiammabili) o reagire con
altre sostanze (metalli, ossidanti, riducenti, acidi, basi ecc.) o che reagisce
violentemente con l’acqua”.
Veniamo dunque alle
norme comportamentali generali
presentate nel documento:
- “leggere preventivamente ed
attentamente sia le etichette sui contenitori che le schede di sicurezza del
prodotto con particolare riferimento ai simboli di pericolo, alle frasi di
rischio (‘frasi R’) ed ai consigli di prudenza (‘frasi S’). Con il nuovo regolamento
CLP (vedere di seguito) le frasi R ed S sono sostituite dalle indicazioni
di pericolo H (Hazard statements) e dai consigli di prudenza P (Precautionary
statements);
- leggere preventivamente ed
attentamente le schede
dati di sicurezza dei prodotti chimici che si intende utilizzare. Tali
schede, che devono essere fornite dal venditore dei prodotti, devono essere a
disposizione dell'utilizzatore nel laboratorio o in sua prossimità;
- etichettare sempre ed in modo corretto tutti
i contenitori, anche e soprattutto se trattasi di sostanze diluite o miscelate
con altri prodotti in modo da poterne riconoscere in ogni momento il contenuto
e la sua pericolosità;
- qualora si intenda riutilizzare
un contenitore precedentemente usato con prodotti diversi da quelli che si
intende introdurre, bonificarlo accuratamente, rimuovere completamente
l'etichetta relativa al vecchio prodotto, ed applicare quella del nuovo;
- mantenere sempre perfettamente
chiusi tutti i contenitori con prodotti chimici;
- non abbandonare materiale non
identificabile nelle aree di lavoro;
- adottare sempre il criterio di
sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non lo è o che è meno pericoloso;
- non lasciare senza controllo
reazioni chimiche in corso (esse dovranno essere interrotte in assenza di
personale, a meno che non siano state predisposte apposite strutture e
procedure);
- ricorrere sempre a dispositivi
di protezione collettiva (cappe, aspirazioni localizzate, schermi, ecc.);
- usare sempre dispositivi di
protezione individuale (DPI) appropriati per ogni tipo di rischio (camici,
guanti adatti per l'agente che si deve manipolare, occhiali
di sicurezza, visiere, maschere adatte per l'agente da cui devono
proteggere, calzature, ecc.) che devono essere utilizzati correttamente e
tenuti sempre in buono stato di manutenzione, notificando eventuali deficienze
al proprio Responsabile;
- comunicare con le altre persone
presenti nel laboratorio per avvisare della lavorazione che si effettua nel
caso in cui essa presenti dei pericoli;
- mantenere ordine e pulizia nel
laboratorio. Evitare la presenza eccessiva di apparecchi, strumenti e materiali
sui piani di lavoro. Rimuovere prontamente vetreria e attrezzature quando non
servono più. Evitare la conservazione di prodotti chimici che non servono;
- non introdurre in laboratorio
materiali ed oggetti estranei all'attività lavorativa (cappotti, piumini,
zaini);
- astenersi dal mangiare, bere, e
dal detenere alimenti o bevande in laboratorio;
- non fumare;
- riferire sempre prontamente al
responsabile condizioni di non sicurezza o eventuali incidenti, anche se non
hanno avuto conseguenze;
- non lavorare da soli,
nell'area, in situazioni a rischio (sostanze, apparecchiature o reazioni
pericolose, box per alte pressioni, celle fredde, ecc.);
- verificare sempre se
particolari processi lavorativi richiedano l'applicazione di procedure
operative specifiche predisposte (ad es. operazioni in celle
frigorifere, ovvero operazioni con apparecchi sotto pressione, o a
temperature molto elevate, ecc.);
- non pipettare con la bocca, ma
utilizzare le apposite attrezzature;
- non toccare le maniglie delle
porte e altri oggetti del laboratorio con i guanti con cui si sono maneggiate
sostanze chimiche o isotopi radioattivi. È assolutamente vietato mantenere
indossati i guanti fuori dei laboratori;
- non tenere nelle tasche
forbici, provette di vetro o altro materiale tagliente o contundente;
- evitare l'uso di lenti a
contatto” poiché “possono essere causa di un accumulo di sostanze nocive; in
caso di incidente possono peggiorarne le conseguenze o pregiudicare le
operazioni di primo soccorso;
- evitare l'uso dei tacchi alti e
delle scarpe aperte. I capelli lunghi dovrebbero essere tenuti raccolti. I
gioielli, specialmente se penzolanti, (orecchini, bracciali ecc.) potrebbero rappresentare
fattori di rischio;
- non ostruire i quadri elettrici
ed i quadri contenenti i dispositivi di intercettazione e regolazione dei
fluidi (gas da bombole, metano, acqua);
- non ostruire le attrezzature
antincendio e di soccorso. Non ostruire né bloccare le uscite d'emergenza;
- vietare a persone non addette
l'accesso a zone a rischio”.
Rimandando ad una lettura
integrale del documento, che si sofferma su vari aspetti (gestione rifiuti,
apparecchiature pericolose, gas in pressione, autoclavi, radiazioni, liquidi
criogenici,...), concludiamo con qualche indicazione relativa allo
stoccaggio delle sostanze chimiche.
Il documento ricorda infatti che
lo stoccaggio dei prodotti chimici “è un elemento che non può essere trascurato
in materia di sicurezza ed è tanto più importante quanto maggiore è il numero
delle specie chimiche in uso e la quantità di ciascuna di esse”.
In particolare uno stoccaggio
corretto deve:
- “minimizzare i rischi del
personale;
- far sì che l’ambiente di lavoro
e quello esterno siano protetti contro eventuali emissioni delle sostanze in
deposito;
- proteggere le sostanze stoccate
dalle contaminazioni e dal fuoco”.
Università degli Studi di Genova,
“ Linee guida per la sicurezza nei laboratori”, a cura del
Dott. Mauro Michetti, Rev. Dicembre 2012 (formato PDF, 417 kB).
RTM
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