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"Edilizia: come valutare il sovraccarico della colonna vertebrale"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
28/04/2014 - In relazione alla diffusione di
patologie muscoloscheletriche professionali tra i lavoratori edili, PuntoSicuro ha presentato nei mesi scorsi la pubblicazione “ Il
sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale nel settore edile:
schede di rischio per mansione, per settore produttivo e per singoli
compiti lavorativi. Proposta di un metodo semplificato per la
valutazione del rischio nelle imprese edili” realizzata da INAIL Direzione Regionale Basilicata in collaborazione con Edilcassa di Basilicata.
La collaborazione tra Inail e
Edilcassa, che ha coinvolto anche la Società Nazionale degli Operatori della
Prevenzione e l’unità di ricerca Ergonomia della Postura e del Movimento, si è
concretizzata in un
progetto di prevenzione
dedicato al
rischio di sovraccarico
della colonna vertebrale. Attraverso questa collaborazione è stato
possibile “individuare strumenti operativi semplici ed efficaci per la
valutazione e per la gestione
del rischio, superando così le difficoltà legate alle caratteristiche
intrinseche del settore”.
Poiché l’obiettivo principale del
progetto è proprio quello di mettere a disposizione delle imprese edili “
strumenti semplificati, ma aderenti
all’impalcato legislativo, per effettuare la valutazione”, ci soffermiamo
brevemente oggi sulla
metodologia
valutativa e su quanto indicato in relazione alla
valutazione nella singola impresa edile.
Innanzitutto bisogna ricordare
che l’algoritmo utilizzato per la
valutazione
del rischio MMC è il
Variable
Lifting Index (VLI), “relativo a quelle situazioni in cui compiti
molteplici e con caratteristiche ergonomiche diverse (compiti variabili) si
susseguono nella giornata lavorativa”. In particolare il VLI raggruppa tutti i
pesi movimentati in 5 categorie, “utilizzando il peso medio (ponderato
all’interno della categoria) e la frequenza cumulativa di ciascuna categoria
per le fasi successive. Inoltre, il contributo dei singoli determinanti di
rischio è semplificato dalle seguenti
regole:
- il numero di persone impegnate
nel gesto lavorativo e l’uso di un solo arto sono variabili da attribuire
all’intera classe di peso;
- la dislocazione verticale è
eliminata come fattore di ponderazione (ma va censita la posizione delle mani a
fine sollevamento);
- la posizione in altezza delle
mani (all’inizio ed alla fine del sollevamento) è ridotta a due soli scenari:
ottimale ed inadeguata (alta o bassa, con identico valore di ponderazione);
- la distanza orizzontale del
peso dal corpo è ridotta a tre sole circostanze: vicina, intermedia e lontana;
- per la dislocazione angolare
del tronco sul bacino sono previste due sole possibilità, da attribuire
all’intero scenario di
movimentazione: assente o presente (se più del 50 % delle movimentazioni
comportano una rotazione superiore a 45°);
- la presa del carico è valutata
sempre come inadeguata”.
Inoltre per il
rischio trasporto sono state utilizzate
le tabelle
di Snook e Ciriello “che individuano sia la massa totale trasportabile (in
un minuto, in un’ora ed in un giorno) che il peso (trasportabile) raccomandato,
sulla base di alcuni determinanti di rischio: genere del soggetto che effettua
il trasporto, altezza delle mani durante le operazioni di trasporto, distanza
percorsa, frequenza e durata delle attività di trasporto”.
In particolare l’
indice di esposizione (Itrasp)
è dato dal “rapporto fra il peso effettivamente trasportato ed il peso
raccomandato (o fra la massa totale effettivamente trasportata nell’intervallo
di tempo considerato e la massa totale raccomandata per lo stesso intervallo di
tempo): il peso (e/o la massa totale) raccomandato va individuato selezionando,
fra i diversi scenari definiti dalle tabelle, quello più simile alla situazione
in esame”.
Inoltre si ricorda che il metodo
“non prevede un algoritmo che consenta di integrare in un unico indice di
valutazione il contributo di trasporti multipli (pesi diversi, distanze
diverse, scenari di frequenza e durata diversi), per cui, in presenza di trasporti
multipli nella stessa giornata, l’indice di esposizione globale è dato dal
compito con l’indice più alto. Ne consegue che gli indici di esposizione per il
trasporto possono sottostimare il rischio reale, perché non valutano il
contributo al sovraccarico globale di tutti gli altri eventuali compiti con
indice di esposizione più basso”.
Ricordiamo inoltre che l’algoritmo
utilizzato nel progetto è un “tentativo di dare basi solide alla valutazione
dei rischi”, poggiandola su una stima statistica relativa a giornate di
lavoro “reali” consentendo di raggiungere “due risultati concreti: facilitare
l’assolvimento all’obbligo normativo della valutazione del rischio e nel
contempo spostare l’attenzione e le risorse sugli aspetti di gestione del
rischio”.
Riguardo alla
valutazione del rischio di sovraccarico
biomeccanico della colonna vertebrale nella singola impresa edile, la
pubblicazione presenta una serie di schede di valutazione del rischio per
singola mansione che sono il risultato di un’indagine specifica nel tempo e nel
luogo e “che non è possibile incorporare tal quali nel DVR della singola
impresa edile”.
Per questo motivo viene
presentato un percorso di valutazione - differenziato per le aziende più
strutturate e per quelle di piccole dimensioni - “che, utilizzando le
informazioni tecniche elaborate con questo progetto, consenta a ciascuna
impresa edile di ottenere una valutazione attendibile del proprio livello
di rischio”.
Rimandando ad una lettura
integrale del documento - ricco di modelli, schede di valutazione e tabelle –
ci soffermiamo in particolare sulle
aziende
di dimensione medio-grande, le aziende più strutturate.
Per tali imprese – dopo aver
ricordato che la soluzione più corretta è quella di rivolgersi per la
valutazione a personale tecnico idoneo - è suggerita la seguente
modalità operativa:
-
campionare (con il modello proposto nel documento)
un numero adeguato di giornate lavorative
per ciascuna mansione: “la rappresentatività di un campione è funzione di
molti parametri (i più importanti sono la variabilità dei parametri analizzati
e la dimensione della popolazione analizzata) per cui non è facile proporre suggerimenti;
in ogni caso è opportuno che vengano analizzate almeno l’1% delle giornate
lavorative medie di un anno solare con un minimo di almeno 10 giornate
lavorative per mansione (distribuite equamente fra le diverse tipologie di
cantiere se l’impresa svolge diverse attività), ed almeno una giornata
lavorativa per mansione e per cantiere attivo nell’arco temporale della
valutazione; per migliorare la rappresentatività del campione e per garantirne
la scelta casuale, è opportuno definire in fase di progettazione del
campionamento, i criteri utilizzati per individuare le giornate da analizzare,
utilizzando un criterio che garantisca la casualità della scelta (es.: primo
giorno lavorativo del mese);
-
calcolare il VLI e l’Itrasporto di ciascuna giornata
lavorativa analizzata e ricavare, per ciascuna mansione (eventualmente
differenziata per tipologia di cantiere nel caso di aziende con molteplici
attività): media, mediana, deviazione standard, valore minimo e valore massimo.
È opportuno che tutti i parametri ricavati vengano riportati nel DVR (con una
descrizione della modalità operativa adottata), esplicitando le caratteristiche
ed i limiti dello strumento di valutazione utilizzato, utilizzando come
indicatore del livello di esposizione il valore più alto fra media e mediana”.
INAIL Direzione Regionale
Basilicata, Edilcassa di Basilicata, “ Il sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale nel
settore edile: schede di rischio per mansione, per settore produttivo e per
singoli compiti lavorativi. Proposta di un metodo semplificato per la
valutazione del rischio nelle imprese edili”, 2013 (formato PDF, 8.0 MB).
Tiziano Menduto
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