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"Imparare dagli errori: incidenti nel raggio d’azione degli escavatori"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
22/05/2014 - Da diversi anni questa rubrica riporta indicazioni relative alle
dinamiche degli incidenti, alla normativa vigente e alla prevenzione
possibile. E quando “Imparare dagli errori” si trova ad avere a che fare
con macchine semoventi ci si imbatte - sfogliando le schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi - con un numero elevatissimo incidenti che hanno a che fare con uno stesso rischio: il
rischio di investimento e di schiacciamento correlato alla presenza di operatori nel
raggio d’azione delle macchine.
Prima di partire con questa breve rassegna ricordiamo che, per
l’utilizzo di escavatori idraulici e a fune, con l’entrata in vigore
dell’ accordo della Conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 è richiesta una specifica abilitazione degli operatori.
Ne abbiamo parlato in passato con riferimento a diverse attrezzature di lavoro: i caricatori frontali,
le gru e autogru, i dumper, le autobetoniere o più genericamente le
macchine movimento terra e le macchine utilizzate in galleria.
Torniamo dunque ad affrontare questi due rischi in due diverse
puntate (la mole di casi rilevati ne permetterebbe molte di più) con
riferimento aspecifico agli
incidenti con gli escavatori,
dando la priorità alla presentazione dei casi e delle dinamiche.
Convinti, come sempre, che queste dinamiche, questi esempi possano
essere utili a evitare di reiterare all’infinito gli stessi errori.
I casi
Il
primo caso è relativo ad un infortunio avvenuto all’ex titolare in
pensione di una ditta.
Giunge nel cantiere stradale,
alla ricerca del figlio (attuale titolare), dove opera un escavatore intento
alle operazioni di posa in opera di tubi e pozzetti. Dopo aver chiesto
informazioni, nel ritornare alla sua autovettura, attraversa la zona ove opera
l' escavatore
in movimento che, inavvertitamente, lo colpisce al cranio con la parte
posteriore del mezzo, causandone il decesso immediato. Il conducente
dell'escavatore viene avvertito dell'incidente da un automobilista in transito.
È evidente il
fattore causale: l’aver transitato nei
pressi dell'escavatore in movimento.
Il
secondo caso è relativo all’infortunio all’interno di un
opificio.
Sono in corso dei lavori per il
rifacimento del pavimento. Il conducente di un escavatore ripulisce la zona dai
materiali di risulta procedendo con il mezzo avanti e indietro e ammucchiando
il materiale in una zona di fronte al mezzo.
Un lavoratore è posizionato
dietro l'escavatore in zona pericolosa per la scarsa visibilità e sta eseguendo
una rifinitura sul pavimento. Il conducente dell'escavatore, in una delle fasi
di retromarcia, lo investe procurandogli la frattura della gamba sinistra.
Due i
fattori causali:
- il lavoratore “era posizionato
dietro l'escavatore in zona pericolosa per scarsa visibilità”;
- “il conduttore dell'escavatore
faceva retromarcia senza verificare campo libero”.
Il
terzo caso riguarda l’attività di un imprenditore che sta eseguendo
insieme ad altro operatore uno
scavo di
sbancamento per il consolidamento di un muro di recinzione di cemento
armato.
Lo scavo viene effettuato usando
un escavatore di vecchia costruzione sprovvisto di specchi retrovisori, cabina
spostata sulla sinistra ed avente dimensioni eccessive rispetto al luogo di
lavoro. Durante le operazioni
di scavo, l'imprenditore, cercando di passare tra il muretto di cemento e
l'escavatore, viene schiacciato dal mezzo per la rotazione della parte
superiore. Lo schiacciamento ne provoca la morte.
Il
quarto caso è relativo ad attività in cantiere per la
realizzazione di un muro di cinta di
una palazzina residenziale.
Un lavoratore, socio
amministratore della ditta, si reca all'interno del cantiere per dare alcune
direttive di lavoro e per stabilire il tracciato della recinzione. Un collega
si trova alla guida di un escavatore al fine di iniziare lo scavo di fondazione
del muro di recinzione il cui tracciato è indicato con del gesso bianco. A
circa cm 50 dall'escavatore è posizionato un grosso contenitore metallico,
utilizzato per la raccolta dei rifiuti di cantiere. Il socio amministratore,
per motivi non conosciuti, entra nel campo di azione dell'escavatore, mentre
questo sta iniziando lo scavo. Per vuotare la pala il collega ruota
la benna in senso orario e, con il contrappeso della parte posteriore, lo
schiaccia contro il contenitore metallico adiacente, causandone la morte. Il
campo di azione dell'escavatore non era stato segnalato.
Due i
fattori causali:
- “l'infortunato è entrato nel
campo di azione dell'escavatore in assenza di specifico divieto;
- mancanza di segnalazione del
raggio di azione dell'escavatore”.
Il
quinto caso è relativo a
lavori
di posa in opera di una linea dell'acquedotto comunale in un cantiere edile
stradale.
La lavorazione in particolare
prevede di collegare il tubo con una valvola. Per facilitare questa operazione
il tubo deve venire collegato con una cinghia alla benna e quindi sollevato.
L'autista dell'escavatore per fare ciò sale sulla macchina e, come avviene di
routine, una volta seduto all'interno, abbassa il bracciolo sollevabile di
sicurezza dove si trova una delle due leve di comando braccio-benna; nel fare
ciò inavvertitamente impiglia il filo di alimentazione del lampeggiante sulla
manopola di comando che mette in movimento il braccio dell'escavatore.
Quest'ultimo si muove nella direzione del collega (poiché si trova alle sue
spalle e nel raggio di azione della macchina escavatrice) colpendolo al capo
con la benna e causandogli uno sfondamento del cranio.
La prevenzione
“ Imparare
dagli errori” ha già affrontato più volte il tema della
presenza di persone nel raggio d’azione
delle macchine fornendo spunti e suggerimenti per la prevenzione con
l’aiuto di manuali e documenti presenti in rete.
A titolo esemplificativo possiamo
riportare nuovamente un breve estratto del “ Manuale macchine
movimento terra: utilizzo e sicurezza”, un quaderno tecnico prodotto dalla
Scuola Edile Bresciana ( S.E.B.).
Il manuale ricorda che la
presenza di persone nell’area di lavoro dei
mezzi meccanici “può causare gravi infortuni, anche mortali”: è quindi di
“fondamentale importanza nell’uso delle macchine
movimento terra organizzare in modo preciso le varie
fasi
operative. A tutte le maestranze presenti nell’area di lavoro e
in particolare agli assistenti a terra, che sono le principali vittime di
infortunio, si devono assegnare compiti ben definiti e corrette modalità di
esecuzione delle singole mansioni”.
Riportiamo alcune delle
indicazioni
presenti nel manuale:
- “i lavoratori che
necessariamente operano in prossimità delle macchine devono indossare indumenti
ben visibili (preferibilmente di colore arancione o rosso) o ad alta visibilità
in caso di lavori serali o notturni”;
- “i lavoratori che operano sulle
strade con traffico veicolare, devono obbligatoriamente indossare indumenti ad
alta visibilità”;
- “se è necessario avvicinarsi alla
macchina bisogna preventivamente rendersi visibili al conducente richiamando la
sua attenzione da una postazione sicura (mai urlando da dietro la sagoma del
mezzo). In seguito, dopo essere stati avvistati dall’operatore, si attende
l’arresto della macchina e, previo consenso del conducente, solo a questo punto
ci si può accostare al telaio se si devono attuare delle lavorazioni o degli
interventi tecnici, oppure alla cabina se si deve comunicare con l’operatore
stesso”.
Concludiamo ricordando che prima di
effettuare ogni
manovra di movimento della
macchina, di traslazione o rotazione del braccio meccanico “l’operatore si deve
accertare che nella zona non vi siano persone. È indispensabile prestare
particolare attenzione durante le manovre di retromarcia, anche se effettuate
con minipale o miniescavatori, perché sono estremamente pericolose a causa
delle condizioni di scarsa visibilità”. Inoltre le macchine, compatibilmente
con le loro funzioni di utilizzo ed in conformità con le indicazioni previste
nel libretto del fabbricante, “devono essere attrezzate con
regolari
e idonei sistemi di avvertimento di sicurezza”.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
3522,
2688a,
2568,
2212 e
1934 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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