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"Check list dei fattori ambientali nell’interazione uomo-macchina"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
23/05/2014 - Sono diversi i
fattori presenti negli ambienti interni di lavoro che possono alterare nel
lavoratore la percezione dei pericoli o lo stato di benessere e di
attenzione/concentrazione sull’attività svolta con evidenti ricadute sulla
sicurezza.
Un articolo di PuntoSicuro,
presentando un intervento ad un convegno dal titolo “ Ergonomia e
innovazione - Modelli per la gestione dell’ergonomia per la sicurezza sui
luoghi di lavoro”, si è soffermato su questo tema con riferimento all’
ergonomia ambientale, una disciplina
scientifica che si occupa della comprensione delle interazioni fra l’uomo e gli
altri elementi di un sistema.
Nell’intervento “
Problematiche di Ergonomia ambientale”,
a cura del Prof. Ciro Isidoro (Medicina Ambientale Applicata - Università del
Piemonte Orientale, Dipartimento di Scienze Mediche), non solo si
sottolinea l’
importanza di fattori
ambientali come il microclima, il rumore, l’illuminazione, la qualità dell’aria
e gli odori, ma viene presentata una
check
list relativa alla verifica dei
fattori ambientali nell’interazione uomo-macchina.
La check list riporta ad esempio
alcune indicazioni di verifica relative alle
emissioni termiche.
In relazione alla eventuale
presenza di
superfici fredde si
consiglia di:
- “identificare la presenza di superfici
fredde esposte a possibile contatto. Se presenti, porre particolare attenzione
a: grado di accessibilità; stima approssimativa della temperatura delle
superfici; materiale di costruzione; condizioni operative;
- documentare le possibilità di
rischio derivanti dalla frequenza e durata di contatti intenzionali e non
intenzionali con la superficie fredda;
- valutare se il tipo di
materiale scelto per la costruzione delle superfici fredde è compatibile con le
condizioni operative del macchinario;
- individuare i valori soglia di
sicurezza in relazione al tipo di materiale e alla temperatura della superficie
esposta a contatto;
- se in condizioni operative la
temperatura prevista delle superfici esposte è compresa tra 5°C e -45°C,
valutare la relazione tra valore soglia di sicurezza e tempo di possibile
contatto con la pelle nuda”.
Rimandando ad una lettura
integrale delle slide dell’intervento - che riporta anche precise indicazioni
di verifica relative ai fattori rumore e odore – ci soffermiamo sul
fattore illuminazione nell’interazione
uomo-macchina:
- “verifica della presenza, nelle
istruzioni per l'uso, del livello di
illuminazione minimo necessario;
- verifica della presenza di
illuminazione sufficiente per il controllo e il monitoraggio della macchina;
- se l'illuminazione sull'area
operativa è regolabile, verificare che sia facile da gestire;
- verifica sull'area operativa
che: sia evitato lo sfarfallamento; sia evitato ogni tipo di abbagliamento;
siano evitate ombre che possono causare confusioni; siano evitati effetti
stroboscopici; i contrasti siano adeguati al compito; sia preservata la resa
cromatica;
- verifica della posizione
ergonomica delle lampade nei riguardi dell'operazione di sostituzione delle
stesse;
- valutazione dell'idoneità delle
lampade alle caratteristiche della macchina (vibrazioni, radiazioni, etc);
- (per macchine di grosse
dimensioni) verifica della presenza di luci di emergenza che entrino in
funzione quando la normale illuminazione è guasta;
- verifica della presenza del
requisito luminoso durante lo svolgimento delle operazioni normali,
straordinarie e durante la manutenzione”.
E con riferimento ad uno
strumento integrativo dell’analisi uomo-sistema si suggerisce di:
- “verificare che il luogo di
lavoro sia adeguatamente illuminato;
- verificare che le varie postazioni di
lavoro abbiano un'illuminazione adeguata al compito da svolgere;
- verificare che le superfici
delle attrezzature siano opache in modo da non provocare disagi (riflessi);
- se sono presenti riflessi
fastidiosi verificare la presenza di schermature;
- verificare che le superfici
vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale siano tenuti
costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza”.
Tale strumento integrativo
dell’analisi uomo-sistema si sofferma anche sulla
qualità dell’aria:
- “verificare la presenza
nell'aria di agenti chimici e biologici che, anche se rispettano i limiti
vigenti, potrebbero creare discomfort per i lavoratori;
- se sì, prendere in
considerazione delle misure che limitino tale discomfort;
- verificare la presenza
nell'aria di particolato aerodisperso (polveri, fumi, ceneri, aerosol) che,
anche se rispettano i limiti vigenti, potrebbero creare discomfort per i
lavoratori;
- se sì, prendere in
considerazione delle misure che limitino tale discomfort;
- verificare periodicamente il
funzionamento dei dispositivi di protezione collettiva (sistemi di aspirazione,
impianti di ricambio dell'aria…);
- verificare la presenza di
procedure di manutenzione
ordinaria e straordinaria dei dispositivi di protezione collettiva;
- verificare che i dispositivi di
protezione individuale siano adeguati alla lavorazione e che non
sovraproteggano il lavoratore”.
Infine riguardo al
microclima, dopo aver verificato che la
regolazione dei parametri del microclima tengano conto dell'utilizzo di
indumenti e di altri dispositivi di protezione individuali, si forniscono
ulteriori elementi di controllo relativi all’
aerazione dei luoghi di lavoro chiusi, alla
temperatura dei locali e all’
umidità.
Per l’
aerazione dei luoghi di lavoro chiusi si consiglia di:
- “verificare che i lavoratori
dispongano di aria salubre ottenuta preferenzialmente con aperture naturali, e
quando ciò non sia possibile, con impianti di areazione;
- verificare che l'aerazione sia
appropriata con il metodo di lavoro e con gli sforzi fisici ai quali sono
sottoposti i lavoratori;
- se viene utilizzato un impianto
di aerazione, verificare che sia sempre mantenuto funzionante. Verificare,
quando necessario, che ogni eventuale guasto sia segnalato da un sistema di
controllo;
- se sono utilizzati impianti
di condizionamento dell’aria o di ventilazione meccanica, verificare che
funzionino in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d’aria
fastidiosa;
- verificare che gli impianti
siano periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e
sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori;
- verificare che le dimensioni
del luogo di lavoro ed il numero degli occupanti siano tali da garantire uno
stato di benessere termico”.
Per controllare il fattore
temperatura si suggerisce di:
- “verificare che la temperatura
nei locali di lavoro sia adeguata all’organismo umano tenuto conto dei metodi
di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori;
- nel valutare la temperatura
tenere conto dell' influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di
umidità ed il movimento dell’aria concomitanti;
- verificare che le finestre, i
lucernari e le pareti vetrate siano tali da evitare un soleggiamento
eccessivo dei luoghi di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e della
natura del luogo di lavoro”.
E infine riguardo all’
umidità, nei locali in cui l’aria è
soggetta ad inumidirsi notevolmente per ragioni di lavoro, “verificare che la
formazione della nebbia sia controllata, mantenendo la temperatura e l’umidità
nei limiti compatibili con le esigenze tecniche”.
“ Problematiche di Ergonomia ambientale”, a cura del Prof.
Ciro Isidoro (Medicina Ambientale Applicata - Università del Piemonte
Orientale, Dipartimento di Scienze Mediche), intervento al convegno “Ergonomia
e innovazione - Modelli per la gestione dell’ergonomia per la sicurezza sui
luoghi di lavoro” (formato PDF, 790 kB).
Tiziano Menduto
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