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"Il rischio della sonnolenza nel lavoro degli autotrasportatori"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
15/09/2014 - L’agenzia
americana National Trasportation
Safety Board indica che negli Stati Uniti circa il 58% degli incidenti che
coinvolgono un solo grosso camion sono “
fatigue
related”, correlati dunque ad affaticamento e stanchezza, e segnala che il
17% dei camionisti sopravvissuti in questi incidenti ammette di essersi
addormentato al volante. Inoltre l’articolo “Sleepiness of occupational
drivers” di Pierre Philip, pubblicato nella rivista “Industrial Health” [1]
ha riportato, qualche anno fa, altri dati a proposito del rapporto tra autotrasporto
e sonnolenza:
- “dal 47% al 60% dei camionisti
riferisce sonnolenza alla guida e con notevole frequenza (20% dei viaggi)”;
- il “50 % dei camionisti riduce
il tempo di sonno nelle 24 ore precedenti al viaggio rispetto al solito: 12.5 %
presenta una deprivazione di sonno >180 minuti; 2.7% deprivazione di sonno
>300 minuti”.
A riportare questi dati e a
innescare un’interessante riflessione sul
rischio
sonnolenza nel lavoro degli autotrasportatori, sono alcuni interventi che
si sono tenuti in territorio bolognese in un Corso
di formazione specifica per la prevenzione del rischio di incidente stradale
nell’autotrasporto ( Ausl
Bologna, ottobre/novembre 2012).
I dati sono contenuti
nell’intervento “
Sonnolenza e incidenti
stradali”, a cura di Fabio Cirignotta (UO Neurologia Policlinico
S.Orsola-Malpighi, Università di Bologna), e vogliono sottolineare come la
sonnolenza alla guida sia un
fattore di
rischio spesso sottovalutato.
Infatti il guidatore sonnolento
“rischia l’incidente non solo quando si assopisce al volante, ma anche per
facile disattenzione, per ridotta capacità di reazione in condizioni di guida
difficile o per una errata valutazione del rischio”; tutte situazioni che
possono essere conseguenza della sonnolenza “prima ancora che questa diventi
manifesta con il colpo di sonno”.
L’intervento, che vi invitiamo a
visionare integralmente attraverso le slide agli atti, riporta anche altre
rilevazioni che mostrano come solo il 54% dei guidatori in caso di sonnolenza
si ferma, il restante 46% continua a guidare cercando di rimanere svegli
attraverso vari sistemi (cantare, parlare, ascoltare radio, l’apertura del
finestrino, movimenti sul sedile, ...).
RTM
Vengono riportati anche alcuni
dati sugli incidenti da sonnolenza in
Emilia-Romagna e Lombardia: su 22.486 incidenti valutati, nel 10.8% dei
casi si ha anche fare con incidenti dovuti alla sonnolenza o perché attribuiti
direttamente dall’agente di polizia o attribuiti alla sonnolenza con criteri
indiretti (riportati nell’intervento).
Il relatore, in relazione agli incidenti
lavorativi e non, ricorda
chi è più
a rischio di sonnolenza durante la guida:
- “chi guida nelle ore di massima
propensione al sonno notturne e diurne;
- gli uomini con meno di 30 anni;
- chi viaggia in autostrada;
- chi è deprivato di sonno;
- chi assume farmaci;
- i pazienti con disturbi del
sonno”.
E
cosa si può fare per evitare il rischio della sonnolenza alla guida?
Innanzitutto chi deve guidare su
percorsi lunghi “dovrebbe seguire alcune regole fondamentali di igiene
del sonno:
- dormire adeguatamente prima di
intraprendere un viaggio (almeno 6 ore);
- evitare di viaggiare di notte,
in particolare fra mezzanotte e le 6;
- evitare l’assunzione di alcool
e di farmaci che inducono sonnolenza diurna”.
In ogni caso quando durante un
viaggio “compare la sonnolenza
è un
grave errore cercare di resistere, continuando a guidare magari aumentando
la velocità per arrivare prima a destinazione; in questa condizione infatti la
possibilità di attacchi brevi ed improvvisi di sonno, anche se non avvertiti
come tali, è molto alta”.
Bisogna insomma riconoscere e
dare importanza a tutti quei segnali che “ci avvertono della sonnolenza come:
la facile distraibilità; il non ricordare precisamente l’ultimo tratto di
strada percorsa; i frequenti sbadigli; il bruciore agli occhi.
E in questi casi bisogna
“fermarsi per fare un pisolino”.
Rimedi sintomatici alla sonnolenza possono essere:
- “i pisolini di 30 minuti”;
- “il caffè (150-200 mg di
caffeina, antagonista dell’adenosina)”, secondo alcuni studi (Philip et al.
2006) ci sarebbe uno “stesso effetto sulle
performances
di guida del pisolino di 30 minuti e della caffeina 200 mg”.
Insomma, alla guida, “un pisolino
seguito da un caffè doppio” possono salvare la vita.
L’intervento si conclude parlando
della eventuale sonnolenza
diurna eccessiva: “un problema sociale, con ampie possibilità di
prevenzione”, spesso sottovalutato.
Su questo tema interviene anche
un secondo intervento dal titolo “
Sonnolenza
e disturbi del sonno” e a cura della Dr.ssa Susanna Mondini (Centro di
medicina del sonno, U.O. neurologia Policlinico S.Orsola-Malpighi).
L’intervento segnala che la
sonnolenza è “espressione di un bisogno
primario del nostro organismo come la fame o la sete” e “compare quando il
nostro organismo, anziché di cibo o di acqua, ha bisogno di sonno”. E ci
ricorda che noi “siamo costruiti per dormire nelle ore notturne”.
Dopo aver riportato estratti di
articoli di cronaca relativi a vari esempi di incidenti, anche in ambito
lavorativo, a causa di sonnolenza, la relatrice indica che la
sonnolenza è patologica (eccessiva
sonnolenza diurna o ipersonnia):
- quando viene sonno “durante il
giorno in orari in cui la maggior parte delle persone è sveglia ed attiva;
- quando la sonnolenza
interferisce con lo svolgimento delle attività della giornata”.
E la
sonnolenza diurna eccessiva può essere causata da:
-
privazione cronica di sonno: togliere tempo al sonno per svolgere
altre attività (sociali, familiari, lavorative, computer); avere orari di sonno
irregolari; lavoro a
turni. La privazione cronica di sonno è la principale causa di incidenti
stradali da sonnolenza;
-
disturbi del sonno: “patologie che causano una alterazione della
struttura del sonno con conseguente perdita dell’effetto riposante”. Possono
essere, ad esempio, insonnie, disturbi del movimento durante il sonno, disturbi
del respiro nel sonno, malattie neurologiche o internistiche che causano una
alterazione del sonno (demenze, morbo di parkinson, reflusso gastroesofageo;
dolori muscolari e articolari, ...);
-
farmaci: “farmaci che agiscono sul sistema nervoso, ma anche altri
farmaci. Consultate il foglietto illustrativo”!!
-
alcool e
sostanze stimolanti
(“quando termina il loro effetto compare una sonnolenza”).
Riguardo alla
sindrome delle apnee ostruttive nel sonno
(OSAS) - su cui anche PuntoSicuro si è soffermato in passato anche in relazione
al fatto che la prevalenza di questa
malattia è particolarmente elevata nella fascia di età lavorativa –
l’intervento ricorda alcuni sintomi:
- “russare forte tutte le notti
da mesi o anni”;
- “pause del respiro (apnee)
durante il sonno (durano 10-90 sec);
- risvegli improvvisi con la
sensazione di soffocare;
- sonno non riposante;
- sonnolenza durante il giorno”.
E ricorda che sovrappeso e fumo
di sigaretta sono fattori che favoriscono il disturbo.
Mentre la
sindrome delle gambe senza riposo:
- è correlata a “fastidio, smania
formicolio dolore alle gambe” che “costringe a muoverle continuamente”;
- compare quando si è seduti o a
letto;
- può avvenire nelle ore serali o
notturne e può passare camminando;
- “può disturbare marcatamente il
sonno”.
E, in conclusione, anche questo
intervento sottolinea che riguardo alla sonnolenza al volante il problema non è
solo il colpo di sonno ma tutte le “alterazioni della vigilanza che lo
precedono”.
“ Sonnolenza e incidenti stradali”, Fabio Cirignotta, UO
Neurologia Policlinico S.Orsola-Malpighi Università di Bologna, intervento al Corso
di formazione specifica per la prevenzione del rischio di incidente stradale
nell’autotrasporto (formato PDF, 348 kB);
“ Sonnolenza e disturbi del sonno”, Dr.ssa Susanna Mondini,
Centro di medicina del sonno, U.O. neurologia Policlinico S.Orsola-Malpighi,
intervento al Corso di formazione specifica per la prevenzione del rischio di
incidente stradale nell’autotrasporto (formato PDF, 7,21 MB).
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