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"Via libera alle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni"

fonte www.edilportale.com / Edilizia

17/11/2014 - Via libera del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici alle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni. Nella seduta di questa mattina, l’organo tecnico del Ministero delle Infrastrutture ha approvato a maggioranza l’aggiornamento delle NTC 2008 ( DM 14 gennaio 2008).

Tra i due testi all’esame dell’assemblea plenaria del CSLLPP è stato approvato a sorpresa quello più innovativo (lo pubblicheremo a breve) che, per gli edifici esistenti, richiede un adeguamento antisismico con criteri differenti (e meno stringenti) rispetto al nuovo.
 
L’opportunità o meno di differenziare gli standard di sicurezza sismica tra edifici esistenti e nuove costruzioni è stata al centro di un lungo dibattito: applicare all’esistente le norme antisismiche che valgono per il nuovo avrebbe creato obblighi troppo onerosi o materialmente inapplicabili.  È stata scelta l’opzione di differenziare tali obblighi, riservando alle nuove costruzioni gli standard più elevati.
 
A favore del testo approvato hanno votato i Consigli nazionali degli Architetti e degli Ingegneri
 
Indignato per l’esito del voto di oggi il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano. “Abbiamo fatto una proposta migliorativa - ha detto a Edilportale - finalizzata a rendere il modello geologico coerente con quello geotecnico, come nella normativa previgente al 2008. Un progetto non può prescindere dalle caratteristiche del sottosuolo; nella pratica esse vengono acquisite, ma le nuove NTC non lo pongono come obbligo. Gli Ingegneri erano d’accordo con la nostra proposta, ma il CSLLPP non l’ha accolta” - ha concluso Graziano.

“Siamo soddisfatti per la conclusione della controversa vicenda della revisione delle NTC, che si protraeva ormai da anni, e per l’approvazione di un testo condiviso dal Consiglio Nazionale degli Architetti”. Così Rino La Mendola, vicepresidente del CNAPPC e componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. “È stata scelta la soluzione che rende più semplici gli interventi sugli edifici esistenti - ha continuato -, contro quella che sanciva lo status quo della vecchia normativa, e che rende così possibile la realizzazione di interventi prioritari per il Paese, quali quelli finalizzati alla rigenerazione urbana sostenibile. Riteniamo particolarmente positiva l’introduzione dei coefficienti di riduzione sismica per le verifiche sulle costruzioni esistenti - ha spiegato La Mendola -, nella consapevolezza che sarebbe demagogico pretendere che gli edifici costruiti in epoca antecedente la classificazione sismica, seppure attraverso interventi di adeguamento, possano raggiungere prestazioni strutturali paragonabili a quelle degli edifici di nuova costruzione”. 

La Mendola ha anche ricordato che “nel nostro Paese oltre 6 milioni di edifici sono a rischio sismico; oltre il 70% del totale degli edifici è stato realizzato prima delle norme antisismiche, tra questi oltre il 50% delle scuole, che dovrebbero essere i luoghi più sicuri; il 55% degli edifici italiani ha oltre 40 anni di vita, oltre 11 milioni di edifici sono in stato di conservazione mediocre o pessimo e si avvia rapidamente a fine vita. Siamo ben consapevoli - ha concluso il vicepresidente CNAPPC - che si poteva fare di più e meglio, ma nel complesso la nostra valutazione è positiva: viene, infatti, tracciato un percorso per la definizione di una normativa in linea con le regole europee, che, al tempo stesso, è in grado di offrirci strumenti necessari per il recupero, il consolidamento e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”.
 
Il nuovo testo delle NTC è stato presentato per la prima volta in CSLLPP nel luglio 2013. Da allora i tecnici hanno proseguito la revisione dei diversi capitoli. Quello approvato oggi è stato licenziato commissione relatrice il 20 ottobre scorso.
 
E infatti il voto sulle nuove NTC era previsto per il 24 ottobre scorso; in quella seduta però non si raggiunse il numero legale e la riunione fu rinviata di tre settimane.
 
Il documento approvato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici dovrà ora passare in Conferenza Stato-Regioni per poi confluire in un decreto interministeriale, redatto dal Ministero delle Infrastrutture, da quello degli Interni e dal Dipartimento della Protezione civile. Poi sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale.

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