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"Quaderni tecnici Inail per i cantieri: le reti di sicurezza"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
20/11/2014 - Oltre ai parapetti
provvisori anche un secondo dispositivo può ben esprimere il concetto di
protezione collettiva (DPC) nei cantieri per prevenire il rischio di caduta
dall’alto dei lavoratori: la
rete di
sicurezza.
Le reti, che non vengono
utilizzate frequentemente nei cantieri temporanei o mobili del nostro paese,
hanno
vantaggi che “sono legati alla
facilità di posa e alle ridotte azioni sul corpo che il lavoratore subisce in
caso di caduta”. Inoltre esistono applicazioni “come la bonifica delle coperture
in amianto o il rifacimento delle strutture secondarie dei tetti in legno
in cui i benefici derivanti dal loro utilizzo sono evidenti”.
Tuttavia le reti di sicurezza non
vanno utilizzate nei casi in cui “lo spazio vuoto sotto le stesse sia limitato
o in quelli in cui è possibile che su di esse cada del materiale, come quello
incandescente, che ne possa causare il facile danneggiamento”.
A offrire varie informazioni su
questi dispositivi di protezione collettiva è un Quaderno
Tecnico per i cantieri temporanei o mobili
dal
titolo “
Reti di sicurezza” e realizzato dal
Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e
insediamenti antropici (DIT) dell’ Inail.
Il Quaderno indica che le
reti di sicurezza sono “dispositivi di
protezione collettiva (DPC) destinati alla protezione di persone e/o cose
contro le cadute dall’alto, costituiti da reti e da intelaiature di sostegno” e
possono essere utilizzate “nelle lavorazioni in cui esiste il rischio di
caduta dall’alto e cioè nei lavori in quota (attività lavorative che
espongono il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza
superiore ai 2 m rispetto a un piano stabile)”.
Questi i
documenti di riferimento per le reti di sicurezza (oltre al D.Lgs.
81/2008 e al D.Lgs. 206/05):
- Circolare del Ministero del
Lavoro e Previdenza Sociale 20 gennaio 1982 N°13: Sicurezza nell’edilizia:
sistemi e mezzi anticaduta, produzione e montaggio di elementi prefabbricati in
c.a. e c.a.p. manutenzione delle gru a torre automontati;
- UNI EN 1263-1: 2003: Reti di
sicurezza - Requisiti di sicurezza, metodi di prova;
- UNI EN 1263-2: 2003: Reti di
sicurezza - Requisiti di sicurezza per i limiti di posizionamento.
In particolare secondo la
UNI EN 1263-1: 2003 le reti di
sicurezza sono
classificate in base a
due parametri: classe e sistema.
In particolare la
classificazione per classe “definisce
le dimensioni della maglia e la resistenza della rete. Le reti vengono divise
in quattro classi (A1, A2, B1, B2) che si distinguono per la massima dimensione
delle maglie (lM) e per i valori caratteristici dell’energia (E) che può agire
su di esse”.
Nel documento, che vi invitiamo a
visionare integralmente, sono riportate per ogni classe i valori relativi alla
dimensione delle maglie e i valori dell’energia e sono riportate anche diverse
immagini esplicative relative alla classificazione per sistema.
Infatti è possibile anche una
classificazione per sistema, dove il
sistema indica la “tipologia del supporto della rete e la diversa modalità
d’impiego”.
In questo senso le reti di
sicurezza “vengono divise in quattro sistemi, due per l’impiego orizzontale
(Sistema S e Sistema T) e due per l’impiego verticale (Sistema U e Sistema V)”.
Sistemi per l’impiego orizzontale (S, T):
-
Sistema S: “è la rete
di sicurezza con fune sul bordo che incornicia e rinforza la zona
perimetrale e alla quale vengono collegati i cavi di sollevamento e ancoraggio.
Essa viene messa in opera in posizione orizzontale per proteggere da cadute una
zona ampia dell’area di lavoro generalmente interna alla struttura da
proteggere. Le reti di sicurezza del Sistema S devono avere una superficie
minima di 35 mq e lato corto non inferiore a 5 m”;
-
Sistema T: “è la rete di sicurezza attaccata a consolle (telaio
metallico di supporto) per utilizzo orizzontale; a differenza del Sistema S ha
un minore sviluppo superficiale e si presenta come una mensola agganciata alla
parete esterna del manufatto”.
Sistemi per l’impiego verticale (U, V):
-
Sistema U: “è la rete di sicurezza attaccata a una intelaiatura di
sostegno per utilizzo verticale; essa può avere o non avere un telaio proprio,
fornito dal costruttore, e viene vincolata e agganciata all’intelaiatura di
sostegno tramite idonea fune o cinghia”;
-
Sistema V: “è la rete di sicurezza con fune sul bordo attaccata a
un sostegno a forca; è a installazione verticale e protegge da cadute sia
laterali che verticali che si verificano da due piani”.
Riguardo poi alla
scelta delle reti, si ricorda che le
reti di sicurezza da adottare in una specifica realizzazione “dipendono dai
rischi da eliminare e/o ridurre, preventivamente individuati nell’attività di valutazione
dei rischi”. E comunque “devono essere posizionate il più possibile vicino
al piano di lavoro”.
In particolare (con riferimento
alle immagini presenti nel documento) per la scelta del sistema e per il suo
posizionamento è necessario valutare:
- l’altezza di caduta (He, Hi,
Hr),
- la profondità di raccolta (b),
- l’inclinazione del piano di
lavoro (maggiore o minore di 20°),
- la presenza di ostacoli che
intralcino la trattenuta della rete.
Nel Quaderno sono riportati vari
dettagli relativi alla scelta delle reti anche con immagini che riportano
indicazioni della normativa sulla altezze di caduta, sulla profondità di
raccolta in relazione all’inclinazione del piano di lavoro, sulla deformazione
massima della rete in relazione all’altezza di caduta, ...
Ricordiamo che
prima del montaggio delle reti di
sicurezza “è necessario verificare:
- l’idoneità della struttura di ancoraggio
(tipologia del materiale base, dimensioni, spessore);
- le condizioni della superficie
di lavoro (presenza di ghiaccio, scivolosità);
- la presenza di vento;
- le condizioni atmosferiche;
- l’applicabilità della procedura
o delle istruzioni di montaggio;
- l’idoneità dei dispositivi di
ancoraggio (meccanici, chimici) per l’uso previsto;
- l’idoneità del Sistema (S, T,
U, V) e della Classe (A1, A2, B1, B2) per l’uso previsto;
- l’integrità di tutti i
componenti della rete di sicurezza (materiali e saldature, assenza di
corrosione, deformazioni o ammaccature, tagli, lacerazioni, abrasioni,
deterioramento)”.
Concludiamo questa breve
presentazione riportando le
risposte
alle domande più frequenti (FAQ - Frequently asked questions) presenti sul
Quaderno Tecnico.
D.
Una rete di sicurezza, realizzata in cantiere utilizzando una rete in
acciaio e una struttura in legno, può essere utilizzata come dispositivo di
protezione collettiva contro le cadute dall’alto?
R. Sì, purché idonea.
D.
Cosa si intende per idonea?
R. Che deve possedere i requisiti
dimensionali e le caratteristiche di resistenza adeguate per tener conto delle
particolarità della superficie di lavoro, delle azioni trasmesse dai lavoratori
in caso di appoggio, caduta, scivolamento, rotolamento o urto contro la stessa.
D.
In che modo può essere dimostrata l’idoneità della rete di sicurezza?
R. Dimostrando, ad esempio, che
essa resiste alle sollecitazioni previste nella norma UNI EN 1263-1 per l’uso
specifico.
D.
Oltre che alle caratteristiche di resistenza e dimensionali a cosa
bisogna prestare la massima attenzione prima di installare una rete di
sicurezza?
R. Alla struttura sulla quale
viene fissata la rete e al sistema di ancoraggio.
D.
Il telo che abitualmente circonda un ponteggio è assimilabile a una
rete di sicurezza e cioè a un dispositivo di protezione collettiva contro le
cadute dall’alto?
R. No. Il telo viene abitualmente
utilizzato con la funzione di schermo verso l’opera servita e per evitare la
fuoriuscita della polvere o dell’acqua derivante dalle lavorazioni effettuate.
D.
La rete di recinzione, realizzata normalmente in polietilene ad alta
densità o in acciaio zincato a caldo, è assimilabile a una rete di sicurezza e
cioè a un dispositivo di protezione collettiva contro le cadute dall’alto?
R. No. La rete di recinzione viene
abitualmente utilizzata con la funzione di segregare una zona e impedire il
passaggio di persone o mezzi.
D.
Una rete di sicurezza deve essere marcata CE?
R. No, in quanto non esiste una
direttiva di prodotto.
D.
In assenza della direttiva di prodotto il fabbricante a cosa deve fare
riferimento?
R. Per i prodotti non coperti da
direttiva si applica il D.Lgs 206/05, 206 (Codice del consumo), parte IV,
titolo I - Sicurezza dei prodotti.
D.
Una rete di sicurezza deve essere marcata UNI EN 1263-1?
R. Non necessariamente, in quanto
la norma tecnica non è obbligatoria ma volontaria.
D.
Secondo la UNI EN 1263-1 a che tipo di sollecitazioni deve resistere
una rete di sicurezza?
R. La norma UNI EN 1263-1 prevede
che una rete di sicurezza debba resistere a sollecitazioni statiche e a
sollecitazioni dinamiche.
D.
Come può un fabbricante di reti di sicurezza dimostrare che i suoi
prodotti soddisfano i requisiti essenziali di sicurezza previsti dal D.Lgs
206/05?
R. In diversi modi, ad esempio
redigendo una propria specifica tecnica di prodotto a cui far riferimento. In
questo caso il fabbricante dovrà dimostrare il soddisfacimento dei requisiti
essenziali. Il modo più rapido tuttavia è quello di realizzare la rete di
sicurezza secondo quanto previsto da una norma tecnica condivisa come la UNI EN
1263-1.
D.
In assenza di indicazioni precise nel D.Lgs 81/08 riguardanti il
corretto montaggio di una rete di sicurezza, in che modo può operare il datore
di lavoro?
R. Redigendo, ad esempio, una
propria procedura di montaggio cui far riferimento. Il modo più rapido tuttavia
è quello di attenersi a quanto previsto da una norma tecnica condivisa come la
UNI EN 1263-2 che fornisce le indicazioni per il corretto montaggio.
D.
Il lavoratore che utilizza una rete di sicurezza deve avere particolari
requisiti?
R. Le reti di sicurezza vengono
utilizzate come dispositivo di protezione collettiva durante i lavori in quota.
In relazione all’elevato rischio si ritiene opportuno che il loro uso sia
riservato ai lavoratori allo scopo incaricati che abbiano ricevuto
informazione, formazione e addestramento adeguati.
D.
Il lavoratore che effettua la manutenzione di una rete di sicurezza
deve avere particolari requisiti?
R. Le reti di sicurezza vengono
utilizzate come dispositivo di protezione collettiva durante i lavori in quota.
In relazione all’elevato rischio si ritiene opportuno che la loro manutenzione
sia riservata ai lavoratori allo scopo qualificati in maniera specifica. Le
indicazioni relative alla manutenzione del prodotto sono indicate dal
fabbricante nel libretto di uso e manutenzione.
D.
Cosa significa che il lavoratore deve essere qualificato?
R. Che il lavoratore:
- sia in possesso della
necessaria idoneità tecnico professionale
- abbia partecipato a tutti gli
addestramenti obbligatori (come previsti, ad esempio, per i DPI contro le cadute
dall’alto, i lavori su fune, l’utilizzo di PLE ecc.)
- prima di procedere
nell’attività sia stato affiancato da persona esperta
- sia in possesso della documentazione
attestante quanto sopra.
Il processo di qualifica è
interno all’azienda, visto che il datore di lavoro stabilisce le necessarie
competenze.
L’
indice del documento:
1. Denominazione
2. Documenti di riferimento
3. Cosa sono
4. Destinazione d’uso
5. Classificazione secondo la UNI
EN 1263-1:2003
5.1 Classificazione per classe
5.2 Classificazione per sistema
6. Marcatura
7. Indicazioni essenziali per la
scelta, il montaggio, l’uso e lo smontaggio
7.1 Scelta
7.2 Montaggio
7.3 Uso
7.4 Smontaggio
8. Indicazioni essenziali di
manutenzione
9. FAQ (Frequently asked
questions)
Riferimenti nel D.Lgs 81/08
Inail, Dipartimento innovazioni
tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, “ Reti di sicurezza”, Quaderno Tecnico per i cantieri
temporanei o mobili a cura di Luca Rossi, Luigi Cortis, Francesca Maria Fabiani
e Davide Geoffrey Svampa (DIT) con la collaborazione di Carlo Ratti e Calogero
Vitale (DIT), edizione 2014 (formato PDF, 3.23 MB).
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reti di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili”.
RTM
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