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"Grande distribuzione: misure di prevenzione tecniche e organizzative"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
04/12/2014 - Con riferimento
all’aumento dei disturbi
muscoloscheletrici tra i lavoratori in Europa, ci siamo soffermati in
questi mesi sui
rischi di sovraccarico
biomeccanico dell’apparato muscoloscheletrico in uno dei comparti più a
rischio: la
grande distribuzione
organizzata (GDO).
Per approfondire il tema, abbiamo
presentato un documento realizzato dai Servizi di Prevenzione e Sicurezza
Ambienti di Lavoro (SPSAL) dell’Emilia Romagna e presentato durante il convegno
“ Piano
regionale della prevenzione - Grande distribuzione organizzata e prevenzione
delle malattie muscoloscheletriche - Linee operative per la vigilanza” che
si è tenuto a Bologna il 26 settembre 2013.
Il documento “ Linee
operative per la vigilanza sui rischi da sovraccarico biomeccanico nella Grande
Distribuzione Organizzata (GDO) - Documento di omogeneità dei comportamenti in
vigilanza dei SERVIZI PSAL” non riporta solo i principali riferimenti
normativi, le indicazioni per la valutazione dei rischi e per la riprogettazione
ergonomica di ambienti e posti di lavoro, ma presenta anche precise indicazioni
per la vigilanza in merito alla verifica mirata dell’eventuale adozione, da
parte del datore di lavoro (DDL), di tutte le possibili
misure di prevenzione tecniche, organizzative e procedurali.
In particolare bisogna
verificare se il DDL ha:
- “applicato, in ogni reparto del
punto vendita ispezionato, i principi dell’ergonomia degli ambienti e dei posti
di lavoro”;
- “adottato, in ogni reparto del
punto vendita ispezionato, tutte le misure tecniche (ausili/attrezzature)
necessarie. Tali misure devono essere adeguate, sicure e in numero sufficiente
per consentire di svolgere i vari compiti applicando i principi dell’ergonomia
e col minor sovraccarico biomeccanico;
- adottato e formalizzato, previa
consultazione del RLS, efficaci e ‘attuabili’ misure organizzative o procedure
di buona prassi operativa (meglio scritte)” con riferimento agli articoli 28,
comma 2, lettera d) e 33, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 81/2008. “Queste,
devono essere esplicitate e oggetto di formazione/addestramento specifici per
addetti e preposti”. Il documento riporta a questo proposito alcuni esempi: “le
pause (es. alle casse) devono essere ben definite, formalizzate e rispettate,
la ‘rotazione’ degli addetti su varie mansioni, diversamente sovraccaricanti deve
essere ben definita nei tempi e nelle modalità”, ...;
- “formato/addestrato un numero
adeguato di operatori nel turno all’uso degli apparecchi di sollevamento e carrelli
elevatori nel punto vendita (solitamente ‘senza conducente a bordo’);
- attivato una efficace vigilanza
interna (per es. da parte dei preposti) sull’utilizzo sistematico di ausili e
attrezzature e sulla concreta applicazione delle misure organizzative e delle
procedure aziendali” (nell’allegato 2 al documento sono riportati alcuni
esempi);
- “formalizzato un sistema di
segnalazione e, soprattutto, restituzione dei pallet in arrivo con altezza di
presa inadeguata (es. > 175 cm – rif. NIOSH) o problematici ai fini della
movimentazione in sicurezza, al fine di ridurne il numero in maniera
significativa. Nel caso, frequente, in cui il centro di distribuzione sia di
proprietà del gruppo commerciale stesso, una misura ineludibile è la corretta
gestione dei pallet in modo che siano idonei già all’origine”.
Il documento riporta poi veri e
propri
esempi di soluzioni di
prevenzione adottabili nella grande
distribuzione organizzata (GDO).
Soluzioni per le merci in arrivo:
- “pallets e ‘roll’/gabbie in
arrivo: l’altezza massima di presa è sempre inferiore a quella delle spalle
(traducibile con un’altezza dell’ultima presa pari a ca. 145-150 cm);
- pallet in arrivo con altezza
> 175 cm (con riferimento alla tabella e ai limiti di applicabilità del
metodo NIOSH di cui anche alla norma ISO 11228-1): inserito pallet intermedio “per
dimezzare l’altezza massima di presa per chi prepara il pallet all’origine e
per chi lo gestisce nel punto vendita;
- pallet in arrivo con altezza
> 175 cm: usata scala a palchetto, ben frenabile, dotata di adeguato
parapetto e corrimano che consenta di operare come descritto nell’ESEMPIO 3 in
allegato 2. Tale operazione deve essere oggetto di una specifica valutazione
del rischio residuo per entrambi gli addetti”.
Soluzioni per i banchi, piani di lavoro/tavoli:
- “banchi frigo: scelto banchi
con apertura frontale verso l’alto;
- piani di lavoro (es. macelleria
e ortofrutta): sono ergonomici in funzione dell’attività”. Le attrezzature (es.
filmatrici da banco) “sono collocate ad altezze e distanze dal corpo adeguate
(rif. utile è la norma UNI EN 14738)”.
Soluzioni per reparti, aree “retro” e celle frigorifere:
- “flessione del rachide e delle
spalle ridotta il più possibile: l’altezza minima di presa è, per lo più, non
inferiore a 45-50 cm. Almeno la merce di peso superiore a 3 kg non è collocata
direttamente a terra, né sul ripiano basso di una scaffalatura (5-10 cm), né su
una sola cassetta vuota”. Inoltre “togliendo l’ultimo ripiano delle
scaffalature nei magazzini/ celle
frigo, lo spazio libero sottostante è utilizzato per il deposito dei
carrelli. Esempi di soluzioni idonee: cassette vuote sovrapposte, carrellini
detti anche jolly alti o rialzati di 45-50 cm, carrelli alti ca.
80 cm;
- estensione
del rachide e flessione delle spalle ridotte il più possibile: l’altezza
massima di presa deve essere al di sotto del livello delle spalle, certamente
< a 175 cm”;
- merci in cella: “nei ripiani
più alti e in quello a 45-50 cm sono collocati i carichi di peso inferiore (es.
da 3 a 5 kg), depositando i carichi più pesanti nelle aree più favorevoli e
senza utilizzare il ripiano inferiore;
- in tutti i magazzini di
distribuzione e almeno nei supermercati con superficie di area di vendita >
1000 mq: specifico manipolatore per il sollevamento dalle forme di grana e
Parmigiano-Reggiano;
- pile di cassette o di cartoni
sistemate sui carrelli: altezza di presa non inferiore a 45-50 cm e non
superiore all’altezza delle spalle degli addetti;
- spazi adeguati nei reparti”.
Soluzioni per l’ortofrutta:
- “almeno nei supermercati con
superficie di area di vendita > 1000 mq: apposita attrezzatura per la
chiusura automatica delle cassette ‘verdi’ al fine di ridurre il SBAS (Sovraccarico
Biomeccanico Arti Superiori, ndr) dovuto alla chiusura manuale. In alternativa
adottata diversa tipologia di cassette che non devono essere chiuse
manualmente, ma che, una volta svuotate, s’incastrano una nell’altra riducendo
lo spazio in altezza;
- in tutti i supermercati:
apposita procedura (esempio in allegato 4) per il sollevamento delle angurie
più pesanti dai bins (nome di contenitori adibiti generalmente per conservazione,
stoccaggio e trasporto di frutta, ndr) movimentate manualmente e porzionate a
banco soprattutto da personale femminile o divieto, se concretamente attuabile,
di movimentare anche le ultime angurie in fondo ai bins. In alternativa è
possibile far arrivare le angurie già porzionate e destinare alla sola vendita
(movimentazione del cliente) quelle nei bins;
- almeno nei supermercati con
superficie di area di vendita > 1000 mq o in base alla quantità e alla
tipologia di vendita: specifico manipolatore per il sollevamento dai bins delle
angurie di cui sopra (nb: già commercializzati). Le angurie collocate in un
cartone vanno movimentate tramite ausili in grado di garantirne la
movimentazione in isolivello”;
Soluzioni per la macelleria:
- “attrezzature (giostre e
gancere, su guidovia o a parete) con altezza dei punti di aggancio dei tagli di
carne compresa tra l’altezza a metà coscia e della spalla degli addetti;
- sollevatore esterno per il passaggio dal
camion alla guidovia e alla cella e sollevatore interno per il passaggio da
guidovia a banco di taglio laddove siano utilizzati anche occasionalmente
quarti o mezzene”.
Soluzione per area vendita – scaffali:
- “altezze di presa durante
l’allestimento degli scaffali”: vedi quanto già indicato in merito alle
soluzioni per i reparti;
- “scaffali dell’area vendita:
riservare ai ripiani più alti la sola merce ‘in mostra’ collocandola in modo
idoneo;
- non collocare merci pesanti e/o
ingombranti sui ripiani alti. Laddove non sia possibile evitarlo: uso
sistematico di carrelli elevatori, transpallet elevabili e carrelli elevabili,
più adeguati punti di appoggio sopraelevati per collocare le merci pesanti e/o
ingombranti sui ripiani alti (cartoni, pacchi di acqua, bibite, ecc.). In
questo caso, tali merci pesanti devono essere collocate in un unico strato e
non sovrapposte. Le scalette doppie a 2-3 gradini, purché rispettino le norme
EN 131-1 e 211, possono essere utilizzate solo per l’allestimento ‘1 pezzo alla
volta’ e, comunque, di carichi < 3 kg”.
Soluzioni per le casse:
- “maggiori pause/recuperi
funzionali rispetto agli altri addetti, ridotti tempi di esposizione a rischio
(no full time), rotazione più frequente su cassa ‘self-scanning’, maggiore
alternanza con allestimento leggero, più ravvicinata sorveglianza sanitaria
periodica (anche inferiore all’anno….), mirato piano di reinserimento come
misura di tutela dei soggetti ‘con limitazioni per gli arti superiori’”.
Ricordiamo, per concludere, che
nel documento, che vi invitiamo a leggere integralmente, sono presenti molte
immagini e fotografie esplicative relative alle linee operative e alle misure
di prevenzione presentate.
Servizi di Prevenzione e
Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) Emilia Romagna, “ Linee operative per la vigilanza sui rischi da sovraccarico
biomeccanico nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) - Documento di
omogeneità dei comportamenti in vigilanza dei SERVIZI PSAL”, revis. luglio
2013 (formato PDF, 264 kB).
Servizi di Prevenzione e
Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) Emilia Romagna, “ Allegati da 1 a 10 delle Linee operative per la vigilanza sui
rischi da sovraccarico biomeccanico nella Grande Distribuzione Organizzata
(GDO)” (formato PDF, 314 kB).
Servizi di Prevenzione e
Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) Emilia Romagna, “ Allegato 12 -
Fotografie e figure a cui fanno riferimento le Linee operative
per la vigilanza sui rischi da sovraccarico biomeccanico nella Grande
Distribuzione Organizzata (GDO)” (formato PDF, 1.62 MB).
RTM
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