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"Imparare dagli errori: perdere il controllo del carrello elevatore"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
08/01/2015 - Con tutte le
dinamiche degli incidenti che riguardano l'eccesso di velocità, gli errori di
manovra e i problemi dei piani carrabili sconnessi e/o in pendenza nell’uso dei
carrelli elevatori – come raccolti
nella banca dati di INFOR.MO.
– ci si potrebbe scrivere sicuramente molto di più che alcune puntate della nostra
rubrica “ Imparare
dagli errori”.
Ed è proprio per questo motivo
che in questa prima puntata del nuovo anno ritorniamo a scrivere di
carrelli e velocità, cercando non solo
di evidenziare i complessi fattori causali di ogni incidente (velocità,
pendenza, piani sconnessi, mancanza di cinture e di protezioni nelle rampe,
...) ma offrendo anche qualche buona prassi per cercare di diminuire gli
incidenti o, almeno, ridurne la gravità.
Prima di presentare i vari casi segnaliamo,
come sempre, che il
carrello elevatore
semovente con conducente a bordo è tra le attrezzature di lavoro per le
quali l’ Accordo
Stato-Regioni inerente le attrezzature di lavoro, pubblicato il 22 febbraio
2012, richiede una specifica abilitazione degli operatori.
I casi
Il
primo caso riguarda un infortunio avvenuto nel
comparto tessile, in un azienda con attività di cardatura e
filatura.
Un lavoratore, assunto il giorno
precedente all'evento, ricopre la mansione di addetto ad un macchinario
inserito nel reparto "preparazione mista", ossia dove avviene la
miscelazione della materia prima; per far questo l'operatore provvede ad aprire
varie "balle" contenenti lana o nylon di vari colori che, miscelati
opportunamente, danno origine alle colorazioni intermedie desiderate. In questo
reparto si realizza anche l'impregnatura del materiale con liquidi oleosi e
successivamente un impianto pneumatico trasferisce tutto in un box dal quale il
materiale viene immesso nel ciclo di cardatura.
Nel reparto è necessario
l'utilizzo di un carrello elevatore per la movimentazione delle
"balle", di peso variabile da 1 a 2,5 quintali circa, contenenti la
materia prima da miscelare, e per il trasporto verso i piazzali esterni degli
scarti prodotti nella lavorazione.
Il lavoratore sta guidando il
carrello scarico all'esterno del fabbricato, su un piano carrabile che presenta
irregolarità, sconnessioni e buche e su un tratto discendente dove, forse a
causa, oltre che delle sconnessioni presenti, anche dalla sostenuta velocità di
traslazione, il mezzo subisce una brusca sterzata che ne provoca la perdita
di stabilità e il suo ribaltamento. Ribaltamento favorito
anche dal fatto che il carrello è "a vuoto".
Al momento del ribaltamento
l'operatore, che si trova a bordo senza aver provveduto ad allacciare la
cintura di sicurezza, viene sbalzato fuori dal posto di guida rimanendo
schiacciato tra il tetto di protezione del mezzo e il suolo. L’incidente ne
causa la morte per schiacciamento cranico.
Al di là della mancanza di idonea
informazione, formazione e addestramento per la conduzione del mezzo, la scheda
individua i seguenti
fattori causali:
- il lavoratore guida a velocità
sostenuta il carrello elevatore;
- il piazzale ha un piano
carrabile sconnesso e in pendenza;
- il lavoratore guida il muletto
senza aver allacciato la cintura
di sicurezza.
Un
secondo caso riguarda un incidente avvenuto presso il
reparto spedizioni di un stabilimento di
laminazione, nella rampa di collegamento tra un area sopraelevata dedicata
allo stoccaggio dei
coils (rotoli di
lamiera) e un area di transito posta sul piano di campagna.
L’infortunato “dopo aver
posizionato sul pavimento un bancale, si dirige in retromarcia con il carrello
elevatore per scendere dalla rampa. Nel percorso di arretramento non imbocca
correttamente la discesa e il carrello impegna contemporaneamente sia la parte
piana che il vuoto dovuto alla presenza della rampa. Il carrello perde
stabilità e si ribalta. L’infortunato viene sbalzato dall’abitacolo, subendo
lesioni mortali dovute allo schiacciamento del cranio tra il pavimento e il
telaio della cabina. Il mezzo non era dotato di cintura di sicurezza
funzionanti ed era stata asportata la portiera sinistra. La rampa non era
dotata di barriere perimetrali che avrebbero impedito il ribaltamento”.
Questi i
fattori causali rilevati:
- il lavoratore alla guida del
carrello elevatore non imbocca correttamente la discesa e ne perde il
controllo;
- la rampa è priva di barriere
protettive;
- il carrello elevatore è privo di
un sistema di ritenzione funzionante.
Il
terzo caso riguarda invece la conduzione di un carrello elevatore
diesel per movimentare alcuni
bancali di
bottiglie di vino.
Per svolgere la tale attività, l’operatore
parcheggia il mezzo a motore spento, fra il portone d’ingresso e la rampa che
presenta una pendenza media del 20% e una curva verso sinistra. Parcheggia il carrello
elevatore avendo cura di lasciare il tubo di scarico dei gas combusti
all’esterno del locale e, scendendo dal mezzo senza inserire o inserendo in
modo inefficace il freno manuale di stazionamento, si accinge a sistemare il
bancale in posizione agevole per essere inforcato.
Il carrello - parcheggiato in una
zona parzialmente pianeggiante - per effetto del baricentro posto sul piano
inclinato della rampa di accesso inizia autonomamente a muoversi in retromarcia
lungo la rampa di accesso.
Il lavoratore rincorre il
carrello lungo la rampa con l’intento di fermare il mezzo. Dopo averlo raggiunto
si pone sul lato destro del carrello, ma in quel preciso istante per effetto
dell’urto contro il muretto laterale, la macchina si inclina sulla destra fino
a ribaltarsi completamente. Nella caduta il mezzo colpisce probabilmente con il
montante del lato destro la coscia sinistra dell’infortunato, provocando il
decesso a seguito di dissanguamento.
La prevenzione
Concludiamo questa puntata di
“Imparare dagli errori” raccogliendo alcuni spunti per una prevenzione più
efficace degli incidenti presenti in rete e pubblicati anche sul nostro
giornale.
Ad esempio una scheda dedicata
alla prevenzione degli infortuni durante l’
utilizzo
carrelli elevatori con operatore a bordo - contenuta nel “ Manuale
delle procedure di sicurezza” elaborato dal Servizio di Prevenzione e Protezione dell’ Azienda Ospedaliero-Universitaria
di Bologna Policlinico S. Orsola-Malpighi – riporta alcune specifiche procedure
di sicurezza.
Queste sono alcune
regole per la guida dei carrelli elevatori:
- “la velocità di marcia deve
essere rigorosamente contenuta e mantenuta ‘a passo d’uomo’;
- dare la precedenza ai pedoni e
usare i dispositivi di segnalazione come clacson e faro di lavoro;
- durante la guida mantenere una
posizione corretta e non sporgersi oltre la sagoma del carrello;
- evitare partenze, frenate e
sterzate brusche;
- nelle curve procedere con
prudenza aumentando, per quanto possibile, il raggio di curvatura;
- procedere a marcia indietro
quando il carico nasconde la visuale in avanti;
- percorrere le rampe di discesa
sempre in retromarcia guardando all’indietro;
- durante la marcia a vuoto
mantenere le forche a 10÷15 cm dal suolo;
- non sollevare o abbassare le
forche mentre il carrello elevatore è in corsa;
- tenere lo sguardo sempre
rivolto nella direzione di marcia;
- sorpassare sempre a sinistra;
- non viaggiare affiancati ad
altri carrelli;
- non effettuare frenate
repentine;
- rallentare agli incroci ed in
prossimità delle curve;
- valutare sempre il fondo della
via di circolazione che si percorre (bagnata, scivolosa, sconnessa, ecc.) e
scegliere la modalità di guida più adatta;
- parcheggiare il carrello in
modo da non ostruire passaggi e/o rendere inutilizzabili gli equipaggiamenti di
emergenza (es. estintori e idranti);
- quando si ferma il carrello,
inserire il freno a mano ed estrarre la chiave”.
Infine riportiamo anche alcune
indicazioni tratte dalla “ Lista di
controllo: rampe di carico”, prodotta da Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la
prevenzione degli infortuni.
La check list sottolinea l’opportunità
che le
rampe inclinate siano equipaggiate con idonei dispositivi di
protezione, ad esempio: “un corrimano alle rampe esterne usate anche dai pedoni”
e/o “un guardrail alle rampe percorse da veicoli”.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
458,
4493 e
918 (archivio
incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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