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"In Puglia il primo Piano Paesaggistico d'Italia"
fonte www.edilportale.com / Edilizia
20/01/2015 - La Regione Puglia sarà la prima regione italiana ad avere il
Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR)
volto alla salvaguardia del territorio regionale sia dal punto di vista
ambientale che dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.
Si tratta del primo Piano sottoscritto in Italia sulla base degli adempimenti previsti del Codice dei Beni culturali e del paesaggio del 2004 ( D.lgs. 42/2004) che manderà a casa il vecchio Putt, Piano urbanistico territoriale tematico.
L’accordo tra Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e la Regione Puglia è stato siglato venerdì 16 gennaio 2015 a Roma presso la sede del Ministero dei beni culturali alla presenza del Ministro Dario Franceschini e del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, insieme con la Vicepresidente e assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente.
Entro trenta giorni dalla firma d’intesa del 16 gennaio, con approvazione definitiva della giunta regionale, il Piano diventerà operativo.
La Regione Puglia già disponeva di un Piano per il paesaggio, il PUTT/P (Piano urbanistico territoriale tematico per il Paesaggio), entrato in vigore nel 2000 ma redatto ai sensi della L.431/85 e quindi riferito soltanto ad alcune aree del territorio regionale.
Nel corso di questi anni la giunta si è resa conto dei limiti concettuali del PUTT/P e si è messa al lavoro per produrre un nuovo Piano, anziché correggere e integrare quello precedente, per adeguarlo al nuovo sistema di governo del territorio regionale e al nuovo Codice dei beni culturali e paesaggistici.
Tra i limiti rilevati nel precedente piano vi sono:
1) la carente e non adeguata rappresentazione cartografica degli elementi oggetto di tutela che ha reso di difficile gestione il rilascio delle autorizzazioni;
2) l’esclusione dal piano dei “territori costruiti" e di gran parte del territorio rurale che aveva reso il quadro conoscitivo molto frammentato e senza un’adeguata contestualizzazione degli elementi da tutelare;
3) il carattere strettamente vincolistico dell’impianto normativo, a volte complesso e di difficile interpretazione.
Nel nuovo PPTR si superano tali limiti e oltre alla tutela del territorio si cerca di garantire la gestione attiva dei paesaggi, garantendo l’integrazione degli aspetti paesaggistici nelle diverse politiche territoriali e urbanistiche, ma anche in quelle settoriali.
Il Piano si configura quindi come uno strumento avente come finalità non solo il mantenimento dei valori paesistici esistenti ma altresì la valorizzazione di questi paesaggi, il recupero e la riqualificazione dei paesaggi compromessi e la realizzazione di nuovi valori paesistici.
Oltre alla Relazione Generale e alle Norme Tecniche di Attuazione, il Piano si compone del: quadro conoscitivo, con la descrizione, interpretazione e rappresentazione dei paesaggi della Puglia, relativi agli 11 ambiti paesaggistici nei quali esso è articolato, dello scenario strategico e dei beni paesaggistici tutelati dal Codice e sottoposti a specifiche disposizioni.
I beni paesaggistici tutelati sono sottoposti a specifiche disposizioni che regolano il futuro del bene; gli indirizzi indicano ai soggetti attuatori gli obiettivi generali da conseguire, le direttive che devono essere recepite dai piani settoriali e locali, le prescrizioni che regolano usi ammissibili e trasformazioni consentite nelle aree interessate, misure di salvaguardia e utilizzazione, volte ad assicurare la rispondenza di piani e infine le linee guida volte a orientare la redazione di strumenti di pianificazione.
Nichi Vendola ha commentato: “Io sono molto orgoglioso di rappresentare quella parte di Sud che vuole essere un po’ più avanti, che vuole cimentarsi con le buone pratiche, che vuole ragionare sul proprio territorio, sul proprio paesaggio, sul proprio deposito di bellezza e di cultura”.
“ Riqualificare i territori, difendere la buona economia che è capace di tutelare valori fondamentali come quelli legati alla dimensione naturale, storica e culturale del nostro territorio. Oggi noi siamo terra di avanguardia. Nell’Italia del fango e degli eventi estremi, della vulnerabilità di un territorio ferito mille volte, noi proviamo a voltar pagina e diamo un buon esempio per tutta il Paese”.
“L’Italia è il paese dei due monumenti, ha aggiunto Vendola, da una parte vincoli anche eccessivi, vessatori, incomprensibili e criptati. Dall’altra gli abusi, i condoni, le deroghe, le sanatorie. Questa è l’Italia dei paradossi. Noi abbiamo cercato di andare oltre questa logica. Le regole non devono essere punizione nei confronti dei cittadini, ma devono essere convenienza e devono essere condivise. E allora il Piano è uno strumento di approfondita conoscenza di tutto ciò che c’è in un territorio, ed è l’agenda di buone pratiche per mettere a valore tutto quello che c’è in quel territorio. Facciamo scuola. Oggi la Puglia prova ad essere una luce nell’Italia buia degli abusi”.
Per la Barbanente, il Piano “è una grande opportunità culturale” in quanto diffonde nella comunità regionale l’idea che il territorio sia il patrimonio di tutti con un valore collettivo tale da non poter essere abusato per fini economici del breve periodo.
L’assessore Barbanente ha evidenziato come la redazione del Piano “ha coinvolto per alcuni anni non solo le amministrazioni e i tecnici responsabili della elaborazione del Piano ma anche una molteplicità di attori sociali, economici e culturali, pubblici e privati, individuali e collettivi, che hanno sostenuto, alimentato, discusso conoscenze, obiettivi, visioni, strategie, progetti finalizzati ad elevare la qualità e fruibilità dei paesaggi di Puglia”.
Infine per il Ministro Franceschini il Piano “è uno strumento fondamentale che aiuta a salvaguardare il territorio e che aiuterà anche a rendere più veloci e trasparenti le diverse autorizzazioni e i diversi atti amministrativi”.
“E’ importante – ha concluso Franceschini - che le altre Regioni prendano esempio dalla Puglia”.
Si tratta del primo Piano sottoscritto in Italia sulla base degli adempimenti previsti del Codice dei Beni culturali e del paesaggio del 2004 ( D.lgs. 42/2004) che manderà a casa il vecchio Putt, Piano urbanistico territoriale tematico.
L’accordo tra Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e la Regione Puglia è stato siglato venerdì 16 gennaio 2015 a Roma presso la sede del Ministero dei beni culturali alla presenza del Ministro Dario Franceschini e del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, insieme con la Vicepresidente e assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente.
Entro trenta giorni dalla firma d’intesa del 16 gennaio, con approvazione definitiva della giunta regionale, il Piano diventerà operativo.
La Regione Puglia già disponeva di un Piano per il paesaggio, il PUTT/P (Piano urbanistico territoriale tematico per il Paesaggio), entrato in vigore nel 2000 ma redatto ai sensi della L.431/85 e quindi riferito soltanto ad alcune aree del territorio regionale.
Nel corso di questi anni la giunta si è resa conto dei limiti concettuali del PUTT/P e si è messa al lavoro per produrre un nuovo Piano, anziché correggere e integrare quello precedente, per adeguarlo al nuovo sistema di governo del territorio regionale e al nuovo Codice dei beni culturali e paesaggistici.
Tra i limiti rilevati nel precedente piano vi sono:
1) la carente e non adeguata rappresentazione cartografica degli elementi oggetto di tutela che ha reso di difficile gestione il rilascio delle autorizzazioni;
2) l’esclusione dal piano dei “territori costruiti" e di gran parte del territorio rurale che aveva reso il quadro conoscitivo molto frammentato e senza un’adeguata contestualizzazione degli elementi da tutelare;
3) il carattere strettamente vincolistico dell’impianto normativo, a volte complesso e di difficile interpretazione.
Nel nuovo PPTR si superano tali limiti e oltre alla tutela del territorio si cerca di garantire la gestione attiva dei paesaggi, garantendo l’integrazione degli aspetti paesaggistici nelle diverse politiche territoriali e urbanistiche, ma anche in quelle settoriali.
Il Piano si configura quindi come uno strumento avente come finalità non solo il mantenimento dei valori paesistici esistenti ma altresì la valorizzazione di questi paesaggi, il recupero e la riqualificazione dei paesaggi compromessi e la realizzazione di nuovi valori paesistici.
Oltre alla Relazione Generale e alle Norme Tecniche di Attuazione, il Piano si compone del: quadro conoscitivo, con la descrizione, interpretazione e rappresentazione dei paesaggi della Puglia, relativi agli 11 ambiti paesaggistici nei quali esso è articolato, dello scenario strategico e dei beni paesaggistici tutelati dal Codice e sottoposti a specifiche disposizioni.
I beni paesaggistici tutelati sono sottoposti a specifiche disposizioni che regolano il futuro del bene; gli indirizzi indicano ai soggetti attuatori gli obiettivi generali da conseguire, le direttive che devono essere recepite dai piani settoriali e locali, le prescrizioni che regolano usi ammissibili e trasformazioni consentite nelle aree interessate, misure di salvaguardia e utilizzazione, volte ad assicurare la rispondenza di piani e infine le linee guida volte a orientare la redazione di strumenti di pianificazione.
Nichi Vendola ha commentato: “Io sono molto orgoglioso di rappresentare quella parte di Sud che vuole essere un po’ più avanti, che vuole cimentarsi con le buone pratiche, che vuole ragionare sul proprio territorio, sul proprio paesaggio, sul proprio deposito di bellezza e di cultura”.
“ Riqualificare i territori, difendere la buona economia che è capace di tutelare valori fondamentali come quelli legati alla dimensione naturale, storica e culturale del nostro territorio. Oggi noi siamo terra di avanguardia. Nell’Italia del fango e degli eventi estremi, della vulnerabilità di un territorio ferito mille volte, noi proviamo a voltar pagina e diamo un buon esempio per tutta il Paese”.
“L’Italia è il paese dei due monumenti, ha aggiunto Vendola, da una parte vincoli anche eccessivi, vessatori, incomprensibili e criptati. Dall’altra gli abusi, i condoni, le deroghe, le sanatorie. Questa è l’Italia dei paradossi. Noi abbiamo cercato di andare oltre questa logica. Le regole non devono essere punizione nei confronti dei cittadini, ma devono essere convenienza e devono essere condivise. E allora il Piano è uno strumento di approfondita conoscenza di tutto ciò che c’è in un territorio, ed è l’agenda di buone pratiche per mettere a valore tutto quello che c’è in quel territorio. Facciamo scuola. Oggi la Puglia prova ad essere una luce nell’Italia buia degli abusi”.
Per la Barbanente, il Piano “è una grande opportunità culturale” in quanto diffonde nella comunità regionale l’idea che il territorio sia il patrimonio di tutti con un valore collettivo tale da non poter essere abusato per fini economici del breve periodo.
L’assessore Barbanente ha evidenziato come la redazione del Piano “ha coinvolto per alcuni anni non solo le amministrazioni e i tecnici responsabili della elaborazione del Piano ma anche una molteplicità di attori sociali, economici e culturali, pubblici e privati, individuali e collettivi, che hanno sostenuto, alimentato, discusso conoscenze, obiettivi, visioni, strategie, progetti finalizzati ad elevare la qualità e fruibilità dei paesaggi di Puglia”.
Infine per il Ministro Franceschini il Piano “è uno strumento fondamentale che aiuta a salvaguardare il territorio e che aiuterà anche a rendere più veloci e trasparenti le diverse autorizzazioni e i diversi atti amministrativi”.
“E’ importante – ha concluso Franceschini - che le altre Regioni prendano esempio dalla Puglia”.
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