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"Difendersi dallo Stress lavoro-correlato: la pratica della mindfulness"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
19/02/2015 - Nel corso degli ultimi anni è notevolmente cresciuta la consapevolezza di come lo stress lavoro-correlato possa determinare un
impatto negativo sia sulla salute psicofisica degli individui che sull’efficacia ed efficienza produttiva.
Ad oggi questo fenomeno è da considerarsi non più come rischio
emergente, bensì come una concreta minaccia in grado di interessare
trasversalmente qualsiasi settore lavorativo, qualsiasi azienda, a
prescindere dalle dimensioni, e ciascun lavoratore. Un dato su tutti:
nell’Unione Europea lo stress legato all’attività lavorativa rappresenta
il secondo problema di salute più comune nel mondo del lavoro, dopo i
dolori alla schiena. I costi conseguenti, che si ripercuotono
sull’intera società, sono particolarmente significativi ed ammontano a
diversi miliardi di Euro l’anno.
Ponendo l’accento sui risvolti dannosi del malessere
lavorativo in relazione all’individuo, ed in particolare su quelli in grado di
mettere a repentaglio la salute fisica e psicologica, è noto come la
sintomatologia sia la più disparata. Alcuni esempi indicativi:
- capacità di concentrazione ed attenzione ridotte;
- nervosismo e irritabilità;
- stato ansioso e apprensivo costante;
- autocritica esagerata;
- disturbi gastroenterici, cardiocircolatori, dermatologici;
- disturbi del sonno.
Il lavoratore stressato opera in modo frenetico,
precipitoso, febbrile, subisce una riduzione delle capacità percettiva ed è
interessato da smemoratezza, irritabilità ed insoddisfazione. Il risultato è
che verosimilmente aumenterà la percentuale d’errore e, di conseguenza, il
rischio di infortunio.
Come più volte sottolineato, negli ambienti di lavoro
sussiste l’obbligo da parte di tutte le aziende di attuare una valutazione del
rischio stress lavoro-correlato, attenendosi alle linee guida del D.Lgs.
81/2008 e, nel caso risultasse necessario, di promuovere interventi che
favoriscano l’ottimizzazione della struttura organizzativa nonché, in maniera
correlata, il benessere psicofisico del lavoratore. In questa direzione, gli
interventi rivolte alle tematiche
psicosociali sul posto di lavoro possono essere suddivisi in tre categorie:
-
livello di
interfaccia individuale - organizzativa;
-
livello
organizzativo;
-
livello individuale.
A livello di
interfaccia
individuale - organizzativa, gli interventi potrebbero mirare al
miglioramento delle relazioni intercorrenti sul lavoro tra i lavoratori e la
Direzione aziendale o ad un’ottimizzazione dell’“adattamento persona-ambiente”.
Nel caso degli interventi di carattere organizzativo, si vanno ad affrontare le
cause alla radice dello stress sul
lavoro; gli interventi sono diretti, ad esempio, ai cambiamenti nella
struttura dell’organizzazione o a fattori fisici ed ambientali. Quando si fa
riferimento agli interventi individuali, invece, ancora troppo spesso questi
ultimi hanno l’obiettivo di ridurre lo stress tra coloro che già sono
interessati dal problema e che presentano una sintomatologia.
Sarebbe invece opportuno che i lavoratori, in fase
preventiva, disponessero di nozioni e “strumenti” in grado di supportarli nella
corretta gestione del malessere lavorativo dovuto allo stress, ad integrazione,
come è ovvio, delle misure attuate a livello organizzativo. Uno degli strumenti
che numerose organizzazioni hanno iniziato a tenere in debita considerazione,
inserendolo nei programmi di formazione e di crescita, è la
Mindfulness, approccio utile allo
sviluppo di una funzionale consapevolezza di sé. Si tratta di una tecnica che
sta trovando applicazione in diversi settori, dai luoghi di lavoro, alla vita
privata, derivante da un'antica pratica meditativa che prevede attenzione al
momento presente, alle sensazioni esperite e ai pensieri del momento. Può
essere definita come “uno stato di coscienza o processo mentale caratterizzato
da un’attenzione consapevole, libera da valutazioni e focalizzata sul presente,
verso l’esperienza interna ed esterna e priva di reazioni verso di essa”
(Didonna, 2009). L'obiettivo è quello di essere presenti nel “qui ed ora” ed
accogliere emozioni e pensieri, senza giudicarli.
Le tensioni che accumuliamo ogni giorno, a livello fisico e
mentale, tendono ad influenzare in negativo le nostre modalità di azione e
comunicazione (non solo sul luogo di lavoro), portandoci a “reagire” agli
eventi piuttosto che a vivere con positività e consapevolezza. In questo senso,
è stato appurato come i pensieri e i comportamenti automatici giochino un ruolo
importante nello sviluppo dello
stress; divenire consapevoli di questi può aiutare a prevenire il fenomeno
o a gestire in modo più efficace una situazione potenzialmente stressante.
I
protocolli “MBSR”
(“Mindfulness Based Stress Reduction”) per la riduzione dello stress
lavoro-correlato, che prevedono giornate esclusivamente dedicate alla pratica,
sono focalizzati sulla riattivazione della capacità di mettersi in ascolto di
sé stessi, del proprio corpo, delle sensazioni che quest’ultimo ci invia,
gradevoli o sgradevoli che siano. Se la mente si distrae, perdendosi in
pensieri, ricordi o progetti, con pazienza la si riporta alle sensazioni
corporee. L’osservazione consapevole del respiro, semplice ma potente tecnica
di “ancoraggio” al momento presente, è un caposaldo della Mindfulness,
utilissima in qualsivoglia momento della giornata quando ci sentiamo oppressi o
affaticati mentalmente. Si passa poi ad esplorare altri gesti quotidiani come
camminare, mangiare o guidare la macchina, attività che solitamente svolgiamo
in maniera automatica, quasi al di fuori della consapevolezza, fino ad arrivare
all’osservazione del pensiero, all’ascolto consapevole del suo flusso
incessante, nonché di tutte le sensazioni che arrivano dall’esterno. Fra le
tecniche specifiche che vengono impiegate al fine di sviluppare la
consapevolezza di sé vi sono il “
Body
Scan”, che consiste nella focalizzazione dell’attenzione sulle varie parti
del proprio corpo, concentrandosi sulle sensazioni che ogni parte trasmette, e
la meditazione camminata, che consiste invece nel porre attenzione
alternativamente ad un arto e all’altro, durante il movimento, concentrandosi
sui movimenti delle singole parti. Numerose ricerche hanno riportato che
l’applicazione della Mindfulness è in grado di portare a importanti benefici,
quali, ad esempio, una maggiore consapevolezza rispetto all’influenza delle
emozioni su pensieri e comportamento, nonché un’espressione più efficace delle emozioni
stesse.
In ambito lavorativo, la Mindfulness potrebbe essere
particolarmente utile per la regolazione affettiva, per lo sviluppo della resilienza
del lavoratore e per la qualità delle relazioni fra colleghi attraverso una
maggiore empatia. L’obiettivo è quello di rendere consapevole la persona delle
distrazioni, degli automatismi, delle reattività, che fanno vivere la vita
guidati dal “pilota automatico”. Attraverso tutto questo, sviluppare la
capacità di rispondere efficacemente all’eccessivo stress imparando a gestirlo,
e a ridurre la sofferenza ed il disagio, sia nel lavoro che nella vita di tutti
i giorni. Per quanto concerne più nello specifico l’ambito lavorativo, la
Mindfulness potrebbe quindi essere vista come una misura ulteriore per evitare
il fenomeno stressante, notoriamente in grado di “distruggere” l’energia delle
persone e di influire negativamente sulle percentuali di turnover, di
assenteismo nonché sulla produttività dell’organizzazione.
In conclusione, la
pratica
della Mindfulness sembra essere in grado di attivare fondamentali risorse
che consentono alle persone di passare ad un livello più consapevole di
rapporto con le cause di stress, contribuendo a una vita lavorativa più
appagante con il conseguente incremento delle performance, attraverso un
funzionale equilibrio quotidiano, momento per momento. Alla luce degli studi
condotti sulla percezione dello stress
lavoro-correlato, sarebbe utile approfondire questa pratica e iniziare a
considerarla come una tecnica integrativa alle misure di intervento
organizzative.
Massimo Servadio,
Psicologo del Lavoro
e delle Organizzazioni
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