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" Scavi: valutare il rischio in funzione della natura dei terreni"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
03/04/2015 - Abbiamo più volte
sottolineato su PuntoSicuro come nel comparto edile l’
attività di scavo risulti essere una delle attività a maggior
rischio di incidenti, anche gravi e mortali, per i lavoratori. I rischi sono ad
esempio correlati alla caduta all’interno degli scavi e al seppellimento per il
franamento delle pareti; rischi che dovrebbero essere ridotti anche attraverso
l’utilizzo di adeguati sistemi di protezione negli scavi, come ricordato anche
in un recente Quaderno
tecnico dell’Inail.
RTM
Per contribuire alla conoscenza
delle problematiche, dei rischi e dei sistemi di protezione nella attività di
scavo, possiamo presentare un documento ospitato nello spazio web della Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia, dedicato alla promozione della salute e
alla prevenzione degli incidenti nel mondo edile. Un documento prodotto dai
Servizi Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro delle Aziende
regionali per i Servizi Sanitari (ASS).
In “
La sicurezza nei lavori di scavo. Istruzioni operative per la scelta
delle opere provvisionali in funzione della natura dei terreni”, documento
curato in particolare da Renzo Simoni e Elisa Fania, si indica che con il
termine di
scavo viene definita
generalmente “qualsiasi asportazione di rocce e/o terra dalla collocazione
originaria necessaria alla creazione di splateamenti, cavità, ecc. di forme e
dimensioni opportune, necessari per la realizzazione di opere ingegneristiche”.
E gli scavi si possono distinguere in scavi a cielo aperto e scavi in
galleria.
Nel documento, che non si
sofferma sulle specificità degli scavi in galleria, si segnala poi che gli
scavi a cielo aperto si suddividono in:
-
scavi di sbancamento (o splateamento o in sezione ampia o sterri):
“sono quelli in cui la superficie orizzontale è preponderante rispetto alla
profondità dello scavo, e tale sezione è sufficientemente ampia da consentire
l'accesso ai mezzi di trasporto sino al fronte di scavo (accesso diretto o a
mezzo di rampe provvisorie), in modo che il materiale scavato venga caricato
direttamente sui mezzi di trasporto. In genere si ricorre a questi tipi di
scavo quando è necessario eseguire scavi su vasta superficie quali quelli per
lo spianamento o sistemazione del terreno”;
-
scavi a sezione aperta: sono gli scavi “in cui la superficie
orizzontale è preponderante rispetto alla profondità dello scavo. In genere si
ricorre a questi tipi di scavo quando si deve realizzare cantinati di nuova
costruzione, corpi di fabbrica interrati, piani di appoggio di platee di fondazione
ed in genere scavi al disotto del piano di campagna”;
-
scavi a sezione ristretta o obbligata: “si intendono di solito gli
scavi aventi la larghezza uguale o inferiore all'altezza, eseguiti a partire
dalla superficie del terreno naturale o dal fondo di un precedente scavo di
sbancamento, sempre che il fondo del cavo non sia accessibile ai mezzi di
trasporto”. Nel documento vengono dati altri dettagli sugli scavi a sezione
obbligata e sugli scavi a sezione ristretta o in trincea.
Sottolineando l’importanza di
conoscere e verificare le caratteristiche e la morfologia del terreno
sottoposto all’ attività
di scavo, ricordiamo che il documento dedica un intero capitolo alla
classificazione delle terre.
Nella ricerca di suggerimenti per
la prevenzione, ci soffermiamo tuttavia in particolare sul capitolo dedicato
alla
tenuta dei fronti di scavo.
Il documento sottolinea che “la
capacità della parete di scavo di autosostenersi in assenza di opere di
stabilizzazione deve essere valutata in sede progettuale in modo rigoroso”; è
necessario quindi effettuare tutte le indagini preliminari di natura geologica
e geotecnica e le relative elaborazioni necessarie.
Infatti “è possibile dare allo
scavo un’inclinazione (definita inclinazione di sicurezza, scarpa, angolo di
scarpa) tale per cui essa risulti stabile
nel
breve periodo e non vi sia pericolo di crollo. Detta inclinazione di
sicurezza è determinata dalle caratteristiche della parete
di scavo; tra quelle di maggiore interesse vanno ricordate:
- le condizioni geologiche
(presenza di discontinuità quali, ad esempio, fratture e/o intercalazioni di
livelli litologicamente differenti) e idrogeologiche (eventuale presenza e
condizioni di circolazione delle acque sotterranee);
- le caratteristiche geometriche
(altezza);
- le caratteristiche geotecniche
del terreno (angolo di attrito interno, coesione);
- le condizioni al contorno dello
scavo (presenza di sovraccarichi in prossimità della parete di scavo, quali
costruzioni, edifici, ecc.)”.
Se le varie metodiche di
valutazione della stabilità di un versante - naturale o artificiale - tengono
conto di questi fattori, il documento in ogni caso evidenzia che:
- “la presenza di discontinuità
(fratture, diaclasi, giunti, ecc.) agisce a sfavore della stabilità;
- le condizioni di saturazione
del terreno diminuiscono il valore della resistenza interna del materiale;
- la presenza di falde idriche
sospese nell’ambito del versante, analogamente alla presenza di costruzioni o
ingombri di qualsivoglia natura in prossimità del limite della parete
di scavo, costituiscono sovraccarichi che agiscono a sfavore della
stabilità;
- l’aumentare dell’altezza agisce
a sfavore della stabilità, per inclinazioni superiori al valore dell’angolo di
attrito interno”.
In ogni caso “all’aumentare
dell’angolo di attrito interno del materiale e della sua coesione aumenta
l’angolo di scarpa e, conseguentemente, la stabilità del versante”.
Il documento, che vi invitiamo a
visionare integralmente, si sofferma poi sulla valutazione delle condizioni di
stabilità di uno scavo e sulle
opere
provvisionali di sostegno e sistemi di protezione.
Riguardo a quest’ultimo aspetto
si indica che “quando si deve realizzare
uno scavo, occorre prima verificare se necessitano opere di sostegno”.
E quando “si effettua uno sbancamento
(o scavo a cielo aperto) di larghezza superiore rispetto all’altezza, in
materiali a comportamento granulare, il sistema di protezione è necessario:
- se l’inclinazione della parete
dello scavo è maggiore dell’angolo di attrito interno del terreno
- se si supera l’altezza critica
in materiali coesivi”.
Mentre nel caso di scavi a
sezione obbligata, in cui la profondità è maggiore della larghezza, “occorre
necessariamente armare lo scavo per evitare crolli e franamenti delle pareti”.
Fanno tuttavia eccezione “i casi
in cui:
- lo scavo non raggiunge la
profondità di 1 metro
- quando esso è realizzato in
roccia ed il tecnico competente ritiene non verificabile un crollo delle pareti
di scavo.
Le opere di sostegno devono
essere realizzate prima che entrino persone all’interno dello scavo e devono
essere calate dall’esterno dello stesso”.
In particolare il documento, con l’aiuto anche di immagini
esplicative, si sofferma su: armature, contrafforti e puntelli; armatura di
scavi in terreni coesivi; armatura di scavi in terreni granulari; rimozione
dell’armatura; protezioni blindate (palancole metalliche); montanti e pannelli
metallici.
Concludiamo questa breve
presentazione segnalando che il documento riporta in conclusione anche
informazioni sui
sistemi di protezione e
di accesso allo scavo (parapetti, passerelle, rampe e scale).
Ad esempio riguardo alle
passerelle e rampe si segnala che le
“rampe di accesso e di uscita dallo scavo devono essere realizzate secondo un
progetto effettuato da un tecnico specializzato”. E quando le rampe sono
costruite con due o più elementi strutturali “gli stessi devono essere
assemblati in modo da evitare movimenti o spostamenti che ne compromettano la
stabilità”.
Inoltre “per rendere possibile e
sicuro l’attraversamento dello scavo o della trincea da parte dei soli
lavoratori, occorre predisporre delle passerelle larghe almeno 60 cm. Quando le
passerelle vengono utilizzate anche per il trasporto di materiale, devono
essere larghe minimo 120 cm. In tutti i casi devono comunque essere sempre
dotate di parapetti e barriere ferma piede su entrambi i lati”.
Regione Autonoma Friuli Venezia
Giulia, Servizi Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro delle Aziende
per i Servizi Sanitari, Gruppo di Lavoro Regionale per l’Edilizia, “ La sicurezza nei lavori di scavo. Istruzioni operative per la scelta
delle opere provvisionali in funzione della natura dei terreni”, a cura di
Renzo Simoni e Elisa Fania, edizione settembre 2011 (formato DOC, 1.34 MB).
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