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"Comunicare il rischio: la normativa e i principi della comunicazione"
fonte www.puntosicuro.it / Formazione ed informazione
15/04/2015 -
Pubblichiamo un articolo tratto dagli atti dell’
8° Seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp
“
Dalla valutazione alla gestione del rischio. Strategie per la salute e la sicurezza sul lavoro” che si è svolto a Roma a novembre 2013.
Comunicare il
rischio: dagli aspetti legislativi ai principi della comunicazione
Di L. Quaranta
Le indicazioni date dal
legislatore all’interno del “ testo unico” sulla salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro orientano verso l’utilizzo di uno strumento gestionale indispensabile
per aumentare l’adozione di comportamenti sicuri nei luoghi di lavoro: la
comunicazione. Insieme alla informazione e formazione, la comunicazione è uno
strumento di gestione che punta in maniera forte al coinvolgimento del
lavoratore. È questo coinvolgimento, che potremmo correlare al grado di percezione
del rischio, a rimanere ancora un fattore critico su cui insistere per la
riduzione degli infortuni in ambito lavorativo. Il presente lavoro vuol mettere
in luce gli aspetti comunicativi considerati all’interno del d.lgs. 81/2008 e
s.m.i. e la necessità di rispettare i principi alla base di una comunicazione
efficace. In assenza di tale osservanza, non solo si rendono vane le
attività messe in campo per attuare il processo comunicativo ma, si rischia di
introdurre elementi di disturbo che possono persino portare ad operare su
presupposti sbagliati senza esserne consapevoli. All’interno di questo contesto
si esamineranno le azioni comunicative messe in atto dalla Contarp al fine di
suggerire metodi e procedure per migliorare l’efficacia della comunicazione
soprattutto nei confronti di coloro ai quali ciò che comunichiamo è “il
rischio”.
1. INTRODUZIONE
I cambiamenti che nel corso degli
anni hanno interessato il mondo produttivo e sociale rafforzano sempre di più
l’aspetto relazionale di una organizzazione così come della stessa società.
Gran parte delle nostre attività sono fondate su relazioni che ne condizionano
il successo. Le relazioni a loro volta sono basate sulla comunicazione che ne
influenza il grado di bontà. Inoltre per svolgere le nostre attività abbiamo
bisogno di informazioni, da quelle strettamente legate al nostro compito, a
quelle legate al nostro ufficio/reparto a quelle legate alla nostra
organizzazione. Più aumenta il numero di informazioni di cui disponiamo più le
scelte da noi operate potranno portare a risultati migliori. Quante volte,
anche nella vita di tutti i giorni, abbiamo detto: “se l’avessi saputo”
lasciando intendere: “avrei agito diversamente”. Se questa proporzionalità
diretta tra numero di informazioni e risultati delle scelte esiste ebbene in
tema di salute e sicurezza sul lavoro diventa un aspetto da tenere sempre ben
presente perché tutte le informazioni necessarie per lavorare in sicurezza
devono essere messe a disposizione e note ai lavoratori in modo che possano operare
nel migliore dei modi. La qualità delle informazioni è a questo punto un altro
aspetto da curare, la mancanza di completezza e di chiarezza comunicativa
potrebbe vanificare infatti l’efficacia del messaggio informativo.
2. IL “TESTO UNICO E LA COMUNICAZIONE”
Il “testo unico” sulla salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro mette ben in evidenza la necessità di informare
i lavoratori sui rischi, l’informazione infatti rientra innanzitutto tra le
misure generali di tutela, che in ogni azienda devono essere applicate,
l’informazione rimane un obbligo del datore di lavoro e del dirigente e la sua
articolazione viene delineata nello specifico articolo 36 “Informazione ai
lavoratori” del d.lgs. 81/2008. Un
elemento da sottolineare che mette in evidenza l’aspetto comunicativo
dell’informazione è nel comma 4 di questo articolo che specifica: “Il contenuto
della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve
consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi
lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione della
lingua utilizzata nel percorso informativo”.
Il legislatore punta pertanto
sulla chiarezza e comprensibilità della informazione poiché questo è un punto
cruciale nell’azione comunicativa. Informare è comunicare e se l’informazione
non è chiara, esaustiva e comprensibile cadono i presupposti del processo
informativo e si rientra nelle carenze informative che non ci consentono di
operare al meglio.
Ma è sufficiente l’informazione a
rendere i lavoratori consapevoli dei rischi cui potrebbero essere esposti?
Certamente no e questo è ben evidente anche nella lettura del “Testo unico” che
affianca all’informazione la formazione dei lavoratori e predispone una serie
di misure che vanno dalla istituzione del servizio di prevenzione e protezione,
alla valutazione dei rischi, alla predisposizione di misure di prevenzione e
protezione con assegnazioni di precise responsabilità.
Comunicare i rischi rimane
infatti un elemento cruciale ma non unico per tutelare i lavoratori.
Soffermandoci sulla consapevolezza del rischio da parte del lavoratore potremmo
evidenziare i fattori che intervengono nel rafforzarla e racchiuderli in almeno
quattro macroaree (Quaranta, 2007), schematizzate nella Figura 1:
1. tipo di personalità
2. livello di performance
3. fattori comportamentali
4. fattori organizzativi.
È stato visto che a differenti
tipi di personalità si associano differenti modi di avvertire il rischio
(Reason, Hobbs, 2003).
Lo stesso livello di performance
è influenzato da fattori che determinano l’affidabilità umana. Molti sono i
modelli che provano a rappresentarne le variabili ed uno in particolare associa
gli errori
umani al grado di consapevolezza delle azioni che si compiono e
dell’impegno cognitivo richiesto (Reason, 1990) che passa da una risposta quasi
automatica agli stimoli, eseguendo azioni che derivano da procedure familiari,
comportamento skill-based, ad un comportamento rule-based in cui l’impegno
cognitivo richiesto aumenta e prevede un ragionamento sulla scelta di quale
procedura nota applicare a seconda della situazione, per finire ad un
comportamento knowledge-based per il quale è richiesto un impegno cognitivo
notevole in quanto si affrontano situazioni nuove o impreviste.
Ed in questi scenari di
performance la comunicazione riveste ancora un ruolo importante. Altri fattori
concorrono ad aumentare la consapevolezza del rischio e tra quelli che
influenzano il nostro comportamento possiamo ritrovare la motivazione, il grado
di responsabilità, assegnatoci e da noi assunto, nonché la partecipazione che
ci viene richiesta mentre tra quelli organizzativi possiamo racchiudere
l’importanza della disponibilità di procedure e metodi di lavoro, di piani
formativi e processi comunicativi. La consapevolezza del rischio si raggiunge
pertanto anche attraverso il coinvolgimento, la partecipazione, la formazione,
l’informazione, la consultazione, le attività di
comunicazione, si raggiunge curando anche gli aspetti motivazionali, in
poche parole prestando attenzione all’elemento umano che rimane nella normativa
in tema di salute e sicurezza il centro di attenzione.
3. LA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
Ogni volta che comunichiamo
dovremmo tenere ben presenti i principi della comunicazione (Cheli, 2004) da
quello più emblematico: “Non possiamo non comunicare”, poiché anche stando in
silenzio comunichiamo attraverso i nostri atteggiamenti ed i nostri
comportamenti, a quelli relativi al contesto in cui si svolge la comunicazione,
alla conoscenza del nostro interlocutore, alla relazione che abbiamo con esso,
al modo con cui esprimiamo i nostri pensieri, al modo di essere e di pensare
nostro e del nostro interlocutore per finire al feedback che dobbiamo
richiedere a chi ci ascolta per accertarci che abbia ben compreso il nostro
messaggio. Sono pertanto numerosi gli elementi da considerare quando
comunichiamo. L’efficacia del nostro messaggio dipende da quanto siamo abili nell’applicare
i principi della comunicazione e dalla disponibilità di canali comunicativi.
Ogni organizzazione dovrebbe valutare molto attentamente le modalità di
comunicazione che attua al proprio interno poiché è indispensabile che i
lavoratori siano sempre informati e, nelle situazioni di emergenza, anche in
maniera tempestiva. Nella comunicazione verbale, quando ci confrontiamo
direttamente con il nostro interlocutore, è più facile accertarci se la nostra
comunicazione è stata compresa o meno, basta fare domande, più difficile
risulta tale verifica se la comunicazione è ad una via cioè in assenza del
nostro interlocutore. Un esempio è la comunicazione scritta diffusa tramite
lettere, circolari, regolamenti e così via. È necessario, in questi casi, un
momento di verifica della comprensione dei messaggi inviati con queste
modalità. Quando parliamo di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro la
comprensione delle informazioni diventa un punto essenziale per lo svolgimento
in sicurezza del lavoro. Ancora a monte occorre accertarsi che i contenuti
delle nostre informazioni siano corretti ed interpretabili in maniera univoca:
la conoscenza del linguaggio usato nella comunicazione non sempre è garanzia di
univocità di interpretazione. Il modo di scrivere e la sintassi utilizzata
possono influenzare la comprensione del testo, diventa necessario pertanto
usare un linguaggio scritto e parlato semplice e chiaro se ciò che vogliamo
comunicare riguarda la sicurezza.
4. L’ INAIL E LA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
La produzione di pubblicazioni
Inail da parte di noi professionisti Contarp è sempre stata rivolta al tema
della salute e sicurezza sul lavoro ed in particolare alla individuazione dei
rischi nelle attività lavorative e al suggerimento di azioni preventive e protettive
da attuare per la loro riduzione o eliminazione. Le tematiche affrontate
abbracciano davvero tutti i rischi mentre l’espressione dei contenuti assume
varie forme: da quelle di linee guida a quelli di opuscoli informativi a quelle
di materiale multimediale. Con questa modalità comunicativa i contenuti
dell’informazione devono rispettare i requisiti prima accennati. Chiarezza,
esaustività e comprensibilità sono gli elementi da curare sempre, soprattutto
quando ci rivolgiamo ai lavoratori. Aggiungerei che uno sforzo ulteriore
dovremmo applicarlo nel rendere i contenuti facilmente memorizzabili almeno per
un certo periodo di tempo ed in questo la semplicità del linguaggio e
l’utilizzo della grafica possono venirci incontro.
5. CONCLUSIONI
Il ruolo sociale che il nostro
lavoro comporta è nobile e deve spingerci ad operare al meglio delle nostre
possibilità. Gli strumenti formativi ed informativi che mettiamo a disposizione
degli utenti hanno una importante funzione: diffondere la cultura della
sicurezza. Mettere a disposizione di tutti i lavoratori informazioni sui rischi
è fondamentale per la diffusione di buone pratiche comportamentali ma
altrettanto fondamentale è far sì che il messaggio comunicativo sia chiaro e
facilmente comprensibile. La divulgazione dei prodotti, che consente di far
arrivare i nostri messaggi ai lavoratori, rimane infine l’ultimo anello da
rinforzare: il nostro impegno avrà efficacia solo se i lavoratori leggeranno
quello che abbiamo scritto.
8° Seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp - Comunicare il rischio: dagli aspetti
legislativi ai principi della comunicazione - A cura di L. Quaranta
(formato PDF, 78 kB).
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